Recensione

The Cat Lady

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a cura di Francesco Ursino

Il 2012 rimarrà impresso nelle menti dei giocatori come l’anno di alcuni titoli indie dalla qualità eccelsa: oltre agli ormai conosciutissimi Journey, Fez e Mark of the Ninja, tanto per citarne alcuni, sono stati rilasciati prodotti magari meno “mediatici” ma validissimi come Resonance oppure Lone Survivor, per non tacere dei numerosi esperimenti gratuiti che, di tanto in tanto, non manchiamo di farvi conoscere su queste pagine.La fine del 2012, però, ha lasciato in serbo a noi giocatori una nuova perla indie, forse una delle più controverse, folgoranti e affascinanti: si tratta di The Cat Lady, avventura grafica frutto del lavoro triennale della mente di Rem Michalski e Harvester Games, coppia peraltro già autrice del precedente Downfall.Il titolo oggetto di questa recensione è disponibile sulla piattaforma di digital delivery Desura (oltre che sul sito ufficiale, anche in versione dimostrativa) a un prezzo che parte da € 8,99, ed è altresì presente su Steam Greenlight. Vediamo allora di cosa si tratta, e perché ha saputo meritare un giudizio positivo.

La gattara pazza Susan Hashworth ha quarant’anni: vive da sola, in un appartamento scalcagnato e assai triste. Non ha lavoro, non ha soldi, non ha nessun amico ad eccezione dei gatti che, sentendola suonare il pianoforte, arrivano sul suo balcone per ricevere la quotidiana razione di cibo. Vittima della depressione, un giorno decide di farla finita ingollando una scatola di tranquillanti.La storia, dunque, parte subito con un incipit forte, cui segue uno sviluppo contorto: la protagonista, infatti, si ritrova subito dopo l’insano gesto a vagare per una sorta di bosco dall’aspetto onirico e spettrale. La sua peregrinazione la porta al cospetto di una vecchia signora, seduta sulla veranda di una casa sperduta tra gli alberi. Da questo strano incontro nascerà la missione principale di Susan: tornare indietro nel mondo dei vivi ed eliminare cinque pericolosi criminali, chiamati “parassiti”. Sebbene la storia sia l’elemento centrale della produzione, e benché la nostra descrizione sia tutto fuorché esauriente, preferiamo terminare subito il racconto di quanto proposto da The Cat Lady, sia perché l’esperienza di gioco è medio-breve (attestandosi sulle otto ore di gioco circa), sia perché svelare il plot narrativo sarebbe una forzatura non necessaria.Diciamo solo che, molto probabilmente, dopo la prima ora il giocatore non avrà ancora capito praticamente nulla di tutta la vicenda: questo perché lo stato mentale in cui si trova Susan, in bilico tra sogno e realtà, tra morte e vita, farà sì che spesso gli avvenimenti proposti non vengano presentati in ordine cronologico: situazioni in un primo momento senza logica, o completamente slegate da quanto presentato fino a quel punto, si rileveranno infatti riunite solo in un secondo momento. Sarà solo dopo questo primo periodo di dubbi, dunque, che il titolo comincerà a svelarsi completamente e, complice l’entrata in scena di un secondo personaggio principale (peraltro controllabile in alcuni brevi frangenti di gioco), il lato narrativo potrà cominciare a prendere il sopravvento, con tutta la sua forza e profondità. Non ci si dovrà aspettare, in ogni caso, una trama lineare e immediatamente comprensibile: la vicenda narrata, anzi, poche volte risulterà chiara al primo impatto, ma tutto ciò riesce in qualche modo ad aumentare il fascino del titolo.

Significati nascostiAbbiamo detto della trama contorta, ma in concreto di cosa parla, allora, The Cat Lady? Le risposte sarebbero molteplici: solitudine, rapporti umani, pazzia, violenza. A una prima occhiata superficiale, anzi, si potrebbe dire che le scene macabre siano il punto centrale di tutta la produzione: durante la sua avventura, infatti, Susan avrà a che fare con un quantitativo di sangue, corpi profanati in vario modo e altre perversioni criminali veramente notevole. Questo particolare dovrebbe far desistere, forse, i giocatori più impressionabili: in The Cat Lady gli schizzi di sangue che vanno a imbrattare mura e personaggi stessi non mancheranno di certo, e ogni nuova schermata di gioco potrebbe nascondere una nuova scena, diciamo cosi, molto “pulp”.Vero è che, se si guarda il tutto con spirito estremamente razionale, le varie peripezie di Susan risultano essere ben poco credibili, con menti criminali capaci di perversioni che in alcuni frangenti appaiono discretamente sopra le righe, e con avvenimenti che risultano essere collegati tra di loro da un filo a volte veramente sottile. Tutto ciò, se non altro, riesce ad aumentare la dimensione horror del titolo, che ben si atteggia ad avventura grafica dalle tinte assai fosche: dal passaggio da una schermata all’altra, non si saprà mai cosi cosa aspettarsi, quale nuova mostruosità, quale nuova oscura fantasia della mente umana. La tensione, dunque, è quasi sempre assicurata, e in qualche occasione il titolo saprà regalare qualche piccolo salto sulla sedia.Ancora una volta, però, è bene dire che The Cat Lady è si un gioco violento, ma non sulla violenza: il titolo infatti riesce a esprimere, in poche ore di gioco, talmente tanti spunti di riflessione da risultare un prodotto variegato e di una profondità veramente rara. Non mancheranno cosi, tra le altre cose, raffinate citazioni di Jeff Buckley, considerazioni sui social network, il rapporto tra la morte e l’esistenza, una storia di amicizia e tante altre piccole sfumature narrative capaci di rimanere impresse nella mente del giocatore anche dopo la fine dell’esperienza di gioco.

Cosa fare quando si è depressiDopo tutto questo parlare del lato narrativo, veniamo dunque all’analisi del gameplay; in questo senso il gioco non mostra elementi di novità cosi eclatanti: il titolo si presenta infatti come un’avventura totalmente bidimensionale, fruibile esclusivamente via tastiera. Il passaggio da un fondale all’altro, dunque, avviene nella maggioranza dei casi guidando Susan fino all’estremità destra o sinistra dello schermo (aumentando quell’effetto sorpresa di cui parlavamo in precedenza), e avvicinando in qualche modo l’esperienza di gioco a quella di un fumetto.Le interazioni con oggetti e personaggi, dunque, verranno espletate via tastiera: questo aspetto ci consente di tornare per un attimo a parlare della narrazione, visto e considerato che i dialoghi avranno una parte fondamentale in questo The Cat Lady. Il titolo, considerato anche la lunghezza, è molto verboso, con lunghi dialoghi (per fortuna formati da frasi ”skippabili”) che determineranno decisioni che porteranno a differenti finali della storia.Il livello di enigmi, dalla natura intuitiva e presenti in discreto numero, si attesta su una difficoltà tutto sommato bassa; l’ostacolo principale, di volta in volta, sarà infatti raccogliere tutti gli oggetti disponibili, e utilizzarli nel modo più logico possibile (sebbene, in qualche frangente, la risoluzione di alcuni frangenti segua una logica un po’ “creativa”). A ciò si ricollega la gestione dell’inventario, sempre presente in basso sullo schermo, che non conterrà più di quattro, cinque oggetti per volta, quasi mai combinabili tra di loro. Non essendoci veri e propri enigmi di stampo logico, in conclusione, è giusto dire che l’attenzione cosi riesce a rimanere sempre alta e fissa sulla storia, regalando cosi un senso di fluidità sicuramente positivo.

Regia bidimensionale Può un gioco bidimensionale sorprendere con trovate scenografiche semplici ma d’effetto? Evidentemente si, e The Cat Lady dimostra anche in questo frangente di essere un titolo del tutto originale.Sviluppato grazie al tradizionale tool di sviluppo Adventure Game Studio, il titolo fa sue alcune situazioni sicuramente già viste nel genere horror e le mischia a piacevoli sorprese; se quindi rumori sinistri e improvvise apparizioni accompagnate da un inquietante accordo di pianoforte saranno compagni fedeli durante l’avventura, bisogna pur dire che le variazioni sul tema danno un nuovo spessore al tutto. Sarà cosi che anche semplici transizioni tra una schermata e l’altra, inquadrature dal sapore decisamente fumettistico e ambientazioni assai improbabili contribuiranno a far entrare il titolo nella mente del giocatore. Si tratta, in verità, di alcuni espedienti già visti in Downfall (di cui The Cat Lady riprende peraltro anche alcuni evidenti elementi narrativi), che però si sposano in modo praticamente perfetto alle tematiche del titolo.Un esempio di particolare rilievo di quanto è stato appena detto è rappresentato dalla realizzazione dei titoli di testa: un esempio di cura dei dettagli e interazione tra gameplay e musica che sorprende in modo decisamente positivo, considerando anche il carattere indipendente della produzione.Peculiare è anche l’utilizzo dei colori: il titolo, infatti, è quasi totalmente in bianco e nero se si eccettuano alcuni dettagli cromati che, tra le varie schermate, risalteranno di volta in volta. Tra questi c’è ovviamente il rosso sangue, presente in grandi quantità, ma in generale molte schermate offriranno scelte cromatiche affascinanti.Cambiando versante c’è da dire che anche il doppiaggio (interamente in inglese), da par suo, si erge a ottimi livelli, con il personaggio di Susan che gode di un’interpretazione davvero notevole, capace fin da subito di far immedesimare il giocatore, e di enfatizzare le profonde e intense situazioni narrate.La colonna sonora, realizzata da MicAmic, rappresenta un altro punto a favore del titolo: al di là delle singole canzoni, è da sottolineare l’integrazione degli accompagnamenti musicali con alcuni momenti dell’avventura, fattore che aiuta di molto l’immersività del titolo.Parlando ancora del comparto audio, c’è da dire che il gioco mostra il fianco ad alcune mancanze, che in alcuni casi sembrano essere dettate proprio dal carattere indie del titolo: è curioso constatare infatti come alcuni personaggi presentino un doppiaggio effettuato chiaramente con un microfono di scarsa qualità, o perlomeno inadeguato quando si è trattato di registrare frasi dai toni concitati o più alti del normale. A parte questo, durante le nostre prove il gioco non ha presentato problemi legati a crash e situazioni problematiche di altro tipo.

HARDWARE

Il gioco non richiede una configurazione particolarmente potente, ed è possibile sbilanciarsi affermando che la fruizione dovrebbe risultare senza problemi sulla maggior parte delle configurazioni. Per completezza, in ogni caso, riportiamo i requisiti ufficiali:

Microsoft Windows con DirectX 9Supporto alla risoluzione 800×6001.4gb di spazio su HDDScheda audioTastiera

– Storia nel complesso toccante e profonda

– Cura stilistica sia nel comparto audio che video

– Doppiaggio positivo

– Riesce a emozionare e spaventare

– Qualche piccola mancanza narrativa

8.0

Dopo questa lunga disamina possiamo dunque sintetizzare e dire che The Cat Lady è, semplicemente, un gran bel gioco.

Una volta terminata l’esperienza proposta da Harvester Games non si farà caso alle piccole mancanze narrative e al gameplay tutto sommato lineare, ma rimarrà impressa nella mente la voce disillusa e affascinante della protagonista, la macabra tensione di alcuni momenti di gioco, il ricordo di qualche trovata scenografica che ha piacevolmente sorpreso o il tempo giusto dell’attacco di una canzone durante un determinato frangente.

Un gioco che trasuda cura e attenzione superiore a molti titoli dai budget più sostanziosi, che riesce a farsi ricordare, ad emozionare e, probabilmente, anche a lasciare un messaggio, positivo o negativo che sia. Cosa chiedere di più a un’avventura, per di più indipendente?

Voto Recensione di The Cat Lady - Recensione


8