Anteprima

Tank! Tank! Tank!

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a cura di Mugo

Milano – I rumors sulla prossima console Nintendo si inseguono tra le pieghe di internet: un giorno il Vice Presidente dei Microsoft Studios dice che ci troveremo in salotto una macchina equivalente all’Xbox 360, e il giorno dopo vengono trovate in giro per la rete le supposte specifiche tecniche di uno dei devkit, specifiche che sebrano indicare tutt’altro. Il continuo rincorrersi tra voci positive e voci negative, in fondo, fa parte del gioco dell’attesa, e solo il tempo potrà dire chi ha ragione. 

Una cosa, però, è certa, ed è l’eterogeneità dell’offerta qualitativa per ora intravedibile per Wii U: da un lato abbiamo prodotti di alto livello tecnico e graziati da una direzione artistica più che ispirata, e pensiamo a Pimkin 3 o Assassin’s Creed 3 per esempio, mentre dall’altro c’è Tank! Tank! Tank!.
Dalle sale giochi ai salotti 
Nato come cabinato da sala giochi nel 2009, il titolo Namco Bandai si prepara ad arrivare sulla prossima ammiraglia della Grande N cercando di mantenere intatto un gameplay frenetico e adrenalinico. Ad una recente presentazione organizzata nel capoluogo lombardo dagli uffici italiani del produttore, abbiamo impugnato il Wii U Gamepad e, in compagnia di qualche volenteroso collega, ci siamo immersi nell’esperienza ludica. 
Cominciamo con l’ elencare le modalità disponibili: si va da quella pensata per il giocatore singolo, alle battaglie tutti contro tutti o coperative, vero cuore del titolo. Giocando da soli si avrà la possibilità di sbloccare nuovi collezionabili (come skin da utilizzare per la personalizzazione delle foto) e nuovi carri, chiaramente utilizzabili nel multiplayer.Nel tutti contro tutti le partite sono frenetiche e caotiche, con esplosioni che inondano lo schermo portandosi dietro le macerie degli edifici che crollano sotto i colpi dei giocatori, giocatori che partono tutti con l’armamentario base, ma che nel corso della partita possono recuperare vari potenziamenti così da modificare le proprie capacità offensive.Se già come base abbiamo delle arene ricolme di sollecitazioni per gli occhi, anche i controlli, soprattutto per chi utilizza il Wiimote impugnato orizzontalmente, non contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco nitida, visto che ci si trova a doversi barcamenare tra gli input tramite l’accelerometro e quelli dati con la croce direzionale, in ogni caso poco precisi. 
La macchina del tempo 
Guardando lo schermo del televisore su cui scorrono i concitati momenti delle partite a Tank! Tank! Tank! si prova una strana sensazione, si ha come l’impressione di essere riusciti a trovare una macchina del tempo e di averla utilizzata per tornare indietro di una decina d’anni. Il livello di pulizia tecnica raggiunto dalla produzione Namco Bandai è, per dirla in maniera edulcorata, gravemente insufficiente, con pochissimi poligoni e texture che definire brutte è praticamente doveroso. Giocando, si ha l’impressione che il gameplay abbia un’importante componente casuale, visto che ci si ritrova a sparare alla cieca con un uso della tattica praticamente nullo. 
Però, perché c’è sempre un però, accanirsi nei confronti di una produzione è sempre sbagliato, e il lavoro del giornalista è anche quello di individuare i punti di forza dei titoli esaminati così da capire il tipo di pubblico che potrebbe essere interessato. In questo ci aiuta il producer di Namco Bandai, che non fa mistero di avere tra le mani un prodotto dichiaratamente pensato per i giocatori meno esperti, quei giocatori che magari non sarebbero in grado di gestire una giocabilità più articolata. 
A confermare questa tesi arrivano la completa assenza di una modalità online, la mancanza di classifiche tra una partita in multiplayer e l’altra, e la possibilità, prima di ogni round, di fare una foto ai giocatori tramite l’obbiettivo posto sul Wii U Gamepad e di incorniciarla nelle maniere più buffe. Un’opzione, questa, che non manca di strappare qualche sorriso.  

– Molto immediato

– Strappa qualche sorriso

Tank! Tank! Tank! è un titolo dalla natura facilmente identificabile: è un porting dal cabinato originale fatto probabilmente a costo zero e mirato a vendere il più possibile in attesa di titoli più appetibili, sfruttando la fase iniziale della nuova console Nintendo. Questo però non crediamo possa giustificare una realizzazione tecnica dalla pigrizia stupefacente e un’offerta ludica fin troppo semplificata. Per il giudizio finale sulla produzione Namco Bandai vi invitiamo a tornare su queste pagine tra qualche mese, ma, a scanso di miracoli, non sarà tanto diverso da quello espresso in questo articolo.