Supergirl

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Supergirl non è mai riuscita a convincere del tutto i fan fin dalla scorsa stagione: lo show non è mai risultato credibile agli occhi degli spettatori, risultando noioso e frustrante. Ciononostante è riuscito a guadagnarsi una seconda stagione, ma vi anticipiamo che i risultati non sono poi così diversi dalla prima.
E’ un uccello? Un aereo? No, è Supergirl!
Eppure la stagione era partita molto bene, con le prime puntate soddisfacenti e che riescono a introdurre discretamente la trama, lasciando spazio per delle scene d’azione coinvolgenti. L’apparizione di Superman è un bonus piacevole: vedere i due cugini lottare insieme per salvare il mondo aveva lasciato promettere ottime cose per il prosieguo della stagione. Cosa è andato storto dunque? Immediatamente dopo il ritorno dell’uomo d’acciaio nella sua Metropolis, lo show inizia a concentrarsi sempre meno su Supergirl e sempre di più su temi politici, che evidentemente erano l’obiettivo principale degli sceneggiatori: si pone in particolar modo l’accento sul razzismo (in questo caso, nei confronti degli alieni) e sulla scoperta dell’omosessualità di uno dei personaggi, Alex, la sorella adottiva di Kara (Supergirl). Sebbene ammettiamo che i temi siano stati trattati bene e scritti egregiamente, il tutto risulta un po’ forzato, dato che vengono impiegati molti più minuti per parlare di questi temi che non di un cambiamento importante che sta affrontando il Martian Manhunter, che avrebbe probabilmente meritato lo spazio di una puntata intera piuttosto che pochi minuti durante la stagione.
Politicgirl
Insomma, riteniamo che gli sceneggiatori avrebbero dovuto prendersi un attimo di tempo per riflettere sulla giusta identità da dare allo show: si vuole trasformare Supergirl in un’occasione di mostrare problemi di vita quotidiana ed affrontare temi politici, e su questo non crediamo che nessuno abbia da ridere, ma a patto di non sacrificare l’aspetto super dello show, cosa che finora è successa. A causa di questo, la lunghezza degli episodi stessa risulta eccessiva, dato che si cerca di infilare in quaranta minuti di puntata tanti elementi per cui ne sarebbero bastati venti. Il rischio di proseguire verso questa direzione è che gli spettatori decidano di ignorare le (poche) cose buone che lo show fa, rimanendo conseguentemente annoiati e decidano di interrompere la visione del programma. Anche il finale è deludente: Martian Manhunter e Mon-El vengono improvvisamente curati, senza che si entri nel dettaglio di come siano riusciti a trovare la soluzione: è evidente che l’idea  era quello di completare questi aspetti della trama prima della pausa natalizia, lasciando semplicemente l’amaro in bocca agli spettatori per i motivi sopracitati. Supergirl stessa risulta sostanzialmente inutile durante l’intera puntata, non essendo lei a terminare l’operazione di Cadmus, l’associazione guidata dalla madre di Lex Luthor  ma Lena Luthor, la figlia adottiva; la loro creazione, Cyborg Superman, viene fermato dal Martian Manhunter, ma alla fine della puntata scompare in un cliché prevedibilissimo, che ci porta inevitabilmente a rimanere un po’ delusi.

La seconda stagione di Supergirl può finora essere riassunta in un unica parola: deludente.Deludente perché pervade sempre la sensazione che la serie fatichi e decollare, risultando troppo spesso noiosa e per certi versi prevedibile.