Recensione

StarBlood Arena

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a cura di FraFont

Starblood Arena, sviluppato da WhiteMoon Dreams, è finalmente arrivato al momento del verdetto. Come alcuni di voi ricorderanno, abbiamo avuto la possibilità di vedere un trailer durante il PlayStation Experience di quest’anno, ma da quel giorno fino ad oggi abbiamo potuto solo fare speculazioni. Ora, in sede di recensione, possiamo affermare che l’attesa sia stata decisamente ripagata da uno dei prodotti VR attualmente più validi sul mercato. Starblood Arena ricorda narrativamente il concept di Ratchet & Clank Gladiator (non ce la faccio, troppi ricordi…) in cui il giocatore veniva immerso in una sorta di reality, guadagnandosi il pane combattendo contro temibili avversari. Anche qui sarete in un contesto simile e i presentatori dello show saranno le vostre guide, accompagnandovi con commenti ironici e caratterizzati al punto giusto. Ovviamente il gameplay è distante da quel ricordo: si tratta in fatti di uno shooter arena a sei dimensioni, molto più incentrato sul multiplayer online.

Sei dimensioni?Starblood Arena vi catapulta dentro l’abitacolo di una letale macchina da guerra, chiedendovi di affrontare numerosi nemici in arene navigabili fluttuando in ogni direzione. Concetti come la gravità, l’orientamento, il sopra e il sotto, diverranno obsoleti e lasciano spazio all’unica cosa importante: centrare il bersaglio. Passiamo quindi da un classico gameplay “orizzontale” ad uno estremamente più dinamico e spaziale. Il gameplay vi costringerà, quindi, a compiere evoluzioni, giravolte, sprint e avvitamenti per raggiungere i vostri obiettivi. Fin dal PlayStation Experience, subito dopo aver visto nel trailer un gameplay di questo genere, due grandi parole sono apparse nella mia testa: motion sickness. Credevo fosse davvero impossibile riuscire a creare un’esperienza soddisfacente con un gameplay da capogiro. Mi sbagliavo. Starblood Arena eccelle nella sfida più ardua e regala al giocatore un’esperienza rifinita e senza nausea fin dai primi momenti. Impiegherete qualche sessione a prendere dimestichezza con il sistema di gioco, ma il vostro stomaco starà al suo posto. Questo rientra sicuramente in uno dei grandi plus del titolo, il quale non solo osa lì dove i più hanno fallito, ma offre anche uno stile di gioco solido e piacevole. Il primo paragone che potremmo fare è con Rigs. La grande differenza tra questi due titoli è anche la chiave del suo successo: su Rigs il giocatore salta, fa qualche evoluzione e cade subendo una forza di gravità che può creare a molti giocatori una sensazione davvero fastidiosa, Starblood Arena risolve il problema facendo fluttuare il vostro abitacolo nel vuoto. In questo modo e con qualche altra accortezza, lo shooter di WhiteMoon Dreams raggiunge uno standard che alza di un livello l’asticella dei giochi PSVR.

Un tuffo nell’arena

Il titolo offre varie modalità di gioco tra single player, esperienze co-op e un classico multiplayer. Tra le modalità di gioco possiamo apprezzare un deathmatch tutti contro tutti e uno a squadre. Oltre a queste possibilità troviamo le meno prevedibili Gridiron e Invaders. La prima consiste in una partita a squadre che ricorda molto il concept di Rocket League, ma con più cannoni laser: palla al centro e si tira in porta tra un’esplosione e l’altra. Questa modalità offre spunti interessanti ma attualmente è quella più debole. Prendere la palla, per esempio, richiede una buona precisione nel passarci esattamente sopra e può creare situazioni un po’ strane nel caso in cui questa finisca in qualche angolo della mappa a ridosso del muro. In generale il gioco di squadra risulta macchinoso, ma probabilmente con molta pratica questo limite può essere ammortizzato. Invaders invece consiste in un game a ondate in cui la vostra tenacia al visore farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Nonostante Starblood Arena non dia problemi di motion sickness, ricordiamo comunque che le esperienze VR sono sempre abbastanza stancanti anche per i videogiocatori più assidui. Starblood Arena però non cade nemmeno qui; ogni partita potrà essere impostata per durare da 5 a 15 minuti. Secondo la nostra esperienza, la durata di 5 minuti è quella che più si presta a una partita fluida e per nulla stancante. 
Il level design delle mappe è intrigante e si sente il risultato di un gran lavoro progettuale alle spalle; la realizzazione che ne consegue risulta semplice, funzionale e artisticamente apprezzabile. Il vero protagonista nelle mappe è sempre il giocatore, ogni angolo può assumere innumerevoli forme, vantaggi o svantaggi, solo considerando l’orientamento della vostra navicella. Ogni piccolo elemento può essere visto in molteplici modi e questo rende estremamente rigiocabile ogni mappa e ogni modalità. Questo è stato uno dei punti che maggiormente ci ha colpiti durante il gameplay. Un altro elemento di tutto rispetto è il numero e il bilanciamento di numerosi eroi unici a disposizione, ognuno con caratteristiche peculiari e stili di gioco differenti. Peccato che, nonostante ogni eroe sia molto caratterizzato, durante le partite si faccia un po’ fatica ad identificare quale sia effettivamente di fronte a noi sul campo di battaglia, agendo di conseguenza. Per raggiungere un buon livello su questo fronte è necessario acquisire moltissima confidenza col titolo, soprattutto perchè i movimenti sono frenetici e abbiamo pochi attimi per inquadrare l’avversario e farlo esplodere nel caos generale. Il ritmo velocissimo del gameplay di certo non beneficia della qualità generale del PSVR, quindi potremmo inquadrare in questo limite tecnologico una delle poche “pecche” del gioco che non brilla dunque per dettaglio grafico. Un’ultima chicca offerta dal titolo è la possibilità di personalizzare ampiamente i veicoli con vernici e gadget, sbloccando ogni elemento con una valuta interna al gioco. In generale, dunque, Starblood Arena si presente come un prodotto completo e dal buon numero di contenuti e, sconfiggendo l’incubo della motion sickness, si conferma come una buona offerta nel parco titoli Playstation dedicati alla realtà virtuale.

– Motion Sickness praticamente assente

– Ricco di contenuti

– Solide basi per un buon multiplayer

– Talvolta fin troppo caotico

– Modalità Gridiron un po’ debole

8.0

Starblood Arena è un titolo sorprendente, riesce a tenere a bada la motion sickness per regalare un’esperienza di gioco divertente e soddisfacente. Il gioco vanta, inoltre, numerosi contenuti in termini di eroi disponibili, personalizzazione e mappe. Il protagonista si ritroverà a fluttuare nell’aria combattendo all’ultimo sangue tra un’evoluzione e l’altra, vivendo una sessione di gioco senza precedenti col proprio visore. Starblood Arena, si dimostra così un prodotto rifinito e curato e si guadagna un posto tra i miglior titoli VR attualmente disponibili.

Voto Recensione di StarBlood Arena - Recensione


8