Spaziogames TOP 10: I Grandi Sottovalutati

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a cura di Pregianza

Dopo lunghe discussioni, abbiamo deciso di buttarci anche noi nel becero mondo delle classifiche video, clickbait per eccellenza. Vogliamo però farlo in modo un po’ diverso dal solito, per evitare le solite discussioni inutili sulle varie posizioni che immancabilmente popolano i commenti di ogni lista. Abbiam deciso quindi di evitare i numeri nella Spaziogames Top Ten, perché a nostro parere una lista numerica è fin troppo personale, e la cosa importante è l’elenco in sé, non l’ordine in cui i giochi vengono messi. Le nostre scelte restano comunque personali, sia chiaro, ma sono pensate anche per riportare alla luce titoli dimenticati o far scoprire ai più videogame di una certa età. Oggi quindi abbiamo deciso di cominciare con la lista dei titoli ingiustamente sottovalutati, quei lavori che hanno venduto pochissimo nonostante una qualità eccelsa, o sono stati ingiustamente mazzuolati dalla critica.
Meglio precisare una cosa: abbiamo deciso di evitare titoli di culto come Suikoden II, Legend of Dragoon, Mother 2 o Valkyria Chronicles, poiché comunque sono riusciti a guadagnarsi negli anni un seguito non indifferente.  Detto questo, cominciamo!
God Hand
In uno dei momenti più bassi della stampa videoludica tutta, IGN Usa diede un 3 secco a uno degli action più esagerati, esaltanti, e meglio disegnati dell’era Playstation 2. TRE. A un titolo che all’epoca dava la paga a gran parte dei concorrenti diretti, grazie a un gameplay incredibilmente profondo che permetteva persino di personalizzare il proprio stile con più di cento mosse. Chissà cosa diavolaccio aveva bevuto quel redattore prima di scrivere il pezzo. 
Errori macroscopici a parte, God Hand è uno dei migliori, oltre che meno conosciuti, titoli di PS2, recuperatelo se potete.
Skullgirls
Un picchiaduro ingiustamente ignorato da gran parte dei videogiocatori, creato da alcuni membri della community competitiva per divenire tutto ciò che i Marvel vs Capcom avrebbero sempre dovuto essere. Skullgirls è un titolo dotato di una grafica 2D splendida e ottimamente animata, di un combat system complesso e velocissimo, e di stile da vendere. Non abbastanza, a quanto pare, per fargli piazzare un numero decente di copie. 
Almeno gli ultimi Kickstarter organizzati dagli sviluppatori per continuare a supportare il gioco hanno funzionato. È qualcosa.
Vampire Bloodlines
Troika Games è una software house poco conosciuta in generale, ma tra gli amanti dei GDR è rimpianta non poco. Tra le sue opere ci sono non solo l’ottimo Arcanum e l’ingiustamente ignorato Il Tempio del Male Elementale, ma anche questo brillante esempio di gdr in prima persona, con un’ambientazione fedele a quella del gdr pen and paper di White Wolf, un gameplay riuscito e una gran libertà lasciata al giocatore. Ok, il gioco aveva dei bug enormi e non mancavano i problemucci, però alla base c’era uno scheletro solidissimo che gli avrebbe dovuto rendere ben di più nei negozi.
Binary Domain
Dal designer della serie Yakuza, amatissima in terra nipponica ma bellamente ignorata dalle nostre parti, ecco arrivare un altro titolo completamente passato sotto i radar dei giocatori europei e americani. Che Binary Domain dalle nostre parti non abbia avuto successo è davvero ingiusto, si tratta dopotutto di un tps con meccaniche solide, una narrativa appassionante e un sacco di ottime idee, eppure, tra marketing non proprio furbissimo e review scarsine immeritate, il gioco è rapidamente sparito nel dimenticatoio. 
Vanquish
Sentiamo di continuo i giocatori lamentarsi della situazione stagnante degli shooter e dell’incapacità degli sviluppatori di creare un tps con meccaniche innovative. Poi arriva Vanquish e floppa. Ci meritiamo la fuffa. 
Il lavoro di Mikami e Platinum Games è completamente fuori di testa, adrenalinico e veloce come la luce, eppure è stato legnato ingiustamente da alcuni critici e ha venduto davvero pochetto. Tanti giocatori sperano che prima o poi arrivi perlomeno su pc, così da poter avere una sorta di “seconda giovinezza” come è accaduto a Valkyria Chronicles. Lo speriamo sinceramente anche noi, merita molta più notorietà.
Lost Odissey
Secondo alcuni l’ultimo jrpg “vecchio stile” fatto come si deve, quest’opera del creatore di Final Fantasy, Sakaguchi, fu bellamente ignorata dalla maggior parte degli utenti Xbox, poco abituati e/o interessati a titoli di questo genere. Cosa tristissima, considerando che Lost Odissey è un progetto enorme e rafforzato da una gran storia, amato da quasi tutti coloro che hanno avuto la fortuna di gustarselo.
Enslaved
In un periodo in cui le nuove ip erano rare come diamanti, i Ninja Theory decisero di tirar fuori un giochillo liberamente ispirato a “Viaggio in Occidente”, con una narrativa non banale e un gameplay diviso sensatamente tra le fasi più puzzle al controllo di Trip e quelle action nei panni del nerboruto Monkey. Si tratta di un titolo di ottima qualità, che ha venduto ben poche copie ma avrebbe meritato un destino più roseo. Speriamo che Hellblade non faccia la stessa fine.
Split/Second
Uscito in un periodo di calo generale per i giochi di guida, Split/Second aveva le carte in regola per essere l’eccezione che conferma la regola, era dopotutto un racer arcade in grado di trasmettere una folle sensazione di velocità al giocatore e di sorprenderlo con circuiti in continuo mutamento, tra esplosioni e palazzi distrutti. E invece niente, nada, nisba. Frenata bruschissima. La dimostrazione che spesso un bel gioco non basta a salvare una software house da una release mal calcolata. 
Brutal Legend
Un gioco metal che più metal non si puote, con una colonna sonora eccezionale e la partecipazione di alcune leggende del metallo. Eppure Brutal Legend fu un floppone, anche a causa di una campagna marketing sbagliatissima. Lanciato come un action game, era in realtà un originalissimo ibrido tra azione e strategia, dal gameplay tutt’altro che semplicistico. I problemi li aveva, tra cui una durata davvero troppo risicata, ma tra i divertentissimi dialoghi scritti da Schafer e l’ispirato mondo di gioco c’erano molti motivi per cui avrebbe meritato il successo.
Mad World
Su Wii i giochi “maturi” non sono molti, ma Mad World riesce a distinguersi persino tra loro con il suo look unico che accentua gli spargimenti di sangue e l’ultraviolenza cartoonesca che lo pervade. Un’altra opera eccessiva e folle dei Platinum, che ancora una volta ha venduto briciole senza un motivo sensato. Qualcuno faccia capire al giocatore medio che è il caso di dare fiducia a questa casa, per carità divina.