Recensione

Space Hulk

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a cura di FireZdragon

Durante la corrente generazione abbiamo davvero apprezzato quasi tutti i prodotti su licenza Games Workshop giunti sui nostri PC. Non neghiamo ovviamente che, in buona parte, il fatto di amare il marchio e la sua storia ci ha aiutato non poco nel compito, ma resta comunque indubbio che una serie come Dawn of War sia comunque riuscita a portare tanta qualità nel campo degli strategici in tempo reale, grazie in primis alle sapienti mani di Relic, capace di plasmare un titolo particolarmente divertente e supportarlo sempre in maniera egregia. Una piccola lacrimuccia ci è quindi scesa dopo il fallimento di THQ, e la paura di tornare ai vecchi tempi con titoli su licenza piuttosto mediocri sembrava uno spettro quanto mai reale. Ci siamo voluti avvicinare con dovuta cautela a questo Space Hulk, azzerando le nostre aspettative e dando il tempo agli sviluppatori di limare il prodotto e sistemare qualche bug successivamente alla sua uscita. Saranno riusciti i ragazzi di Full Control Studios a conquistarci?
Il sangue macchia l’oscurità ancora una volta
Space Hulk riprende fedelmente il vecchio gioco da tavolo omonimo della Games Workshop e vede ancora una volta contrapposti i temibili Terminator dei Blood Angels contro i feroci Tiranidi, qui rappresentati unicamente da Genestealers e Broodlord. La trama è piuttosto standardizzata e vede i nostri amati marine spediti su un relitto spaziale abbandonato per bonificare l’intera area, recuperare dati e annientare completamente la minaccia aliena presente.
Da un’evoluzione narrativa praticamente nulla è normale quindi non trovare spunti interessanti per le missioni, che si presentano senza particolari schemi originali e in linea generale hanno un retrogusto di già visto e già giocato che farà storcere il naso a più di un appassionato.
Prima di gettarci in battaglia, un breve briefing fortunatamente ci darà una panoramica della missione e indicherà sulla mappa tattica i punti di rientro dei Terminator e i nostri obiettivi principali. Il teletrasporto delle unità ci permette di schierarli infatti solo in determinate zone precise, poste solitamente al limitare dell’area di gioco, e prima di arrivare a poter anche solo vedere i vari punti di interesse saremo costretti a farci lentamente strada tra corridoi strettissimi e decine di angoli ciechi, perfetti per le imboscate dei Tiranidi. I Genestealer comandati dall’IA, risultano piuttosto aggressivi e intelligenti, tendendo ad accerchiare il giocatore e ad entrare nella sua linea di tiro solo se sicuri di poter arrivare in corpo a corpo e colpirlo con i loro affilati artigli. Motivo in più per muoversi cautamente, con circospezione, e tenere sempre sotto tiro con almeno uno dei nostri soldati ogni possibile via d’accesso.
I Genestealer verranno rilevati solo una volta vicini alle unità e il loro numero preciso si paleserà solo quando questi saranno ben visibili al giocatore. Il radar quindi, capace di leggere i segnali di movimento in maniera piuttosto grossolana, servirà solo per stabilire una strategia di massima, dato che ogni scontro potrebbe riservare un numero di ostili inaspettato, costringendoci a cambiare totalmente la linea difensiva, cosa non particolarmente semplice da mettere in atto.
La mappa di gioco è difatti divisa in caselle e in ognuna di queste potrà essere posizionato un solo Terminator, bloccando eventuali linee di tiro o passaggi. Sarà fondamentale posizionare i sergenti in prima fila ad esempio, per poter usufruire dei bonus in corpo a corpo, e far camminare all’indietro l’ultimo nostro soldato per coprire le spalle. Gli scontri sono interessanti, ma la campagna non riesce comunque ad entusiasmare e ci riserba una durata piuttosto scarsa con solo dodici missioni disponibili. Oltre a queste si possono affrontare tre missioni supplementari dedicate al tutorial, nel quale impareremo ad utilizzare anche le armi speciali come lanciafiamme e cannoni d’assalto, e una campagna inedita aggiunta di recente con una patch gratuita che ci metterà ancora una volta nei panni della squadra Lorenzo in altre tre spedizioni punitive.
Poche novità, tanti difetti
Il sistema a turni alla base del gioco permette ai marine di eseguire tutta una serie di azioni ogni turno sfruttando i punti RP: sparare e muoversi ne utilizzeranno uno, mentre operazioni più complesse come entrare in fase difensiva o presidiare un corridoio sparando a qualsiasi cosa si muova andranno a consumare questi punti molto più velocemente. La strategia nella pianificazione torna quindi importantissima visto che le cose da fare ogni turno si presenteranno in gran quantità e si dovrà accedere spesso ad una speciale scorta comune alla squadra, che si ricaricherà in maniera limitata con l’avanzare delle varie fasi di gioco. Abbiamo trovato il tutto semplice da imparare, ma purtroppo fin troppo lineare, e una volta capite le meccaniche il sistema di avanzamento nei vari relitti spaziali si ripeterà identico per ogni missione. Qualche problema inoltre si verifica quando ci saranno da difendere stanze spaziose, visto che in mancanza del movimento i marine potranno sparare davvero una quantità di colpi sovraumana.
Dal punto di vista tecnico non possiamo promuovere Space Hulk, le texture sono povere, i modelli poligonali poco convincenti e le animazioni, sia dei marines che degli agili Genestealer troppo meccaniche e lente. Inutile il punto di vista in prima persona piazzato durante le uccisioni per dare un po’ di spolvero, il risultato non è per nulla soddisfacente. Tante inoltre le imperfezioni, i colpi che vanno oltre le pareti o i cadaveri che esplodono sotto i passi dei Terminator per poi scomparire come se nulla fosse nel terreno. 
Interessante e apprezzabile invece una mini telecamera posizionata sulle spalle dei Terminator che in ogni momento vi Farà vedere l’azione dal loro punto di vista. Troppo poco però per sollevare la produzione, che non riesce a distinguersi nemmeno grazie alla presenza del multiplayer online, tramite il quale disputare match competitivi in tempo reale o in maniera asincrona, e offline con modalità hotseat.
Chiara e precisa invece l’interfaccia, accompagnata da una colonna sonora poco intensa e che non rimane impressa: in poche parole la fiera della mediocrità.

– Stessa atmosfera del gioco da tavolo

– IA Aggressiva e capace di mettere in difficoltà

– Richiede una buona pianificazione per avanzare nella campagna

– Tecnicamente troppo arretrato

– Poco longevo

– Nessuno spunto originale

6.0

Salviamo dall’insufficienza Space Hulk per via della sua atmosfera strettamente fedele al gioco da tavolo, ma la longevità e il comparto tecnico presentano davvero tantissimi problemi. Nel panorama degli strategici insomma c’è tanto di meglio, se avete voglia di buttarvi nel mondo di Space Hulk, il modo migliore forse rimane ancora tirare fuori dalla soffitta il vostro vecchio gioco in scatola.

Voto Recensione di Space Hulk - Recensione


6