Recensione

Smoke and Sacrifice, un incantevole survival RPG per Switch

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a cura di Pasquale Fusco

Informazioni sul prodotto

Immagine di Smoke and Sacrifice
Smoke and Sacrifice
  • Sviluppatore: Solar Snail Games
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 31 maggio 2018 - 15 gennaio 2019 PS4/Xbox One

Negli anni il genere survival ha conosciuto diverse sperimentazioni, più o meno originali, che si riflettono in meccaniche pescate da categorie videoludiche ben più diffuse. Ecco dunque che troviamo sconfinati mondi di gioco liberamente esplorabili, arricchiti – spesso e volentieri – da elementi sandbox e RPG e da una difficoltà elevata, al fine di incentivare il coinvolgimento degli aspiranti Bear Grylls. Esistono tuttavia casi più rari, o meglio, più audaci, dove la mera esperienza di sopravvivenza viene affiancata da un comparto narrativo, una storia che possa accompagnare il giocatore nell’esplorazione delle lande selvagge e nella scoperta dei suoi più oscuri segreti.“Audace” è effettivamente un termine più che appropriato per Smoke and Sacrifice, ambizioso survival RPG sviluppato dal team indipendente di Solar Sail Games e pubblicato da Curve Digital per PC e Nintendo Switch.

L’offerta della madreLa protagonista di Smoke and Sacrifice risponde al nome di Sachi, una giovane madre che si dedica quotidianamente alle tradizionali attività del suo villaggio, come l’agricoltura e la celebrazione dei riti del Sun Tree. Tale marchingegno svolge le medesime funzioni di un Sole ormai morente, illuminando queste terre bucoliche e permettendo la sopravvivenza degli abitanti, ma il suo funzionamento richiede un enorme prezzo da pagare: il sacrificio dei primogeniti. Sachi è dunque costretta a rinunciare al proprio bambino, Lio, cedendolo ai sacerdoti per lo svolgimento della temibile cerimonia. Al termine del rituale la donna non può fare altro che abbandonarsi alle lacrime, ma una misteriosa figura le donerà un barlume di speranza, ed uno speciale pendente. Passeranno sette anni prima che la nostra protagonista possa scoprire il fato preannunciato dal viandante, ritrovandosi davanti allo stesso macchinario che le aveva strappato il piccolo Lio e che la catapulterà in un mondo del tutto sconosciuto.Avrà così inizio la vera avventura di Smoke and Sacrifice, quella che vivremo nelle terre avvelenate di un’oscura realtà parellela, nella quale Sachi imparerà ad adattarsi nel disperato tentativo di ritrovare suo figlio. La storia parte da ottime premesse e proseguirà tra alti e bassi, attraversando un sistema di quest afflitto da una discreta ripetitività.Prima di buttarci nella mischia, però, ci siamo lasciati stregare dal favoloso comparto artistico di quest’opera: ogni singolo elemento grafico, dai personaggi agli scenari, è stato disegnato interamente a mano, optando per un attraente stile a metà tra gotico e steampunk. Il quadro complessivo riesce a donarci quel senso di desolazione particolarmente ricercato nei titoli survival, ma la creazione di Solar Sail compie un ulteriore passo avanti, distinguendosi dalla massa con l’inconsueta originalità che caratterizza il suo mondo di gioco, popolato da bizzarre creature e da macchinari dormienti che si intromettono in una fauna cadaverica.

Survival, ma fino a un certo punto

L’interfaccia di gioco apparirà solo dopo il suddetto frangente introduttivo, rivelando gli elementi più essenziali da tener d’occhio durante il viaggio. Si parte dall’immancabile barra della salute, privata di qualsivoglia rigenerazione automatica per spingere Sachi a cibarsi delle risorse che la circondano, ignorando – almeno all’inizio – eventuali effetti collaterali. Successivamente scopriremo le quattro funzioni demandate alla croce direzionale: la mappa (tasto Su), per tenere traccia dei luoghi d’interesse scoperti, l’inventario (tasto Dx), abbastanza ampio da ospitare ben 56 varietà di oggetti, il diario delle quest (tasto Giù) e il crafting (tasto Sx). Nell’angolo superiore della schermata noteremo infine la presenza di un orologio, che ci segnala l’ora in cui la velenosa nube di fumo apparirà per inghiottire ogni essere vivente.
Ci soffermeremo quindi sul già noto sistema di crafting, l’unico che ci fornirà gli strumenti necessari per sopravvivere nelle ostili lande di Smoke and Sacrifice. Ramoscelli, erbe e carcasse: ogni oggetto che potrà essere raccolto verrà impiegato nella creazione di utensili, armi e armature o nei relativi potenziamenti. Sarà fondamentale, ad esempio, procedere con l’immediato assemblaggio di un retino per la cattura delle lucciole, ingrediente principale delle lanterne che ci consentiranno di allontanare la coltre di fumo. “Peccato” che quasi tutti i materiali e gli oggetti di base potranno essere collezionati già nella primissima ora di gioco, facilitando non poco i nostri impieghi successivi. La nube velenosa diventerà presto un pericolo facilmente raggirabile e ci farà dispiacere per l’assenza di altri elementi che avrebbero potuto complicarci la vita – come la duplice meccanica di fame e sete presente in Don’t Starve, giusto per citare un altro survival.
Ad alzare lievemente l’asticella della difficoltà ci penseranno i mostri. Nel corso dell’avventura ci toccherà affrontare un’ingente quantità di creature, sia per la raccolta di determinate risorse – come tentacoli e artigli – sia per il semplice superamento delle quest. Tra le varie mostruosità troveremo piccoli e colossali porcospini, viscide meduse velenose, volatili alquanto irascibili e i curiosi PugBears – letteralmente, dei mostruosi ibridi tra orsi… e carlini. In occasione di tali scontri abbiamo potuto familiarizzare con un combat system che, senza troppi giri di parole, non ci ha particolarmente convinto. Se è vero che le battaglie di Smoke and Sacrifice rappresentano un’accattivante sfida per i giocatori più abili, queste mettono in evidenza un’azione poco trascinante e ripetitiva, penalizzata dal monotono pattern di mosse di Sachi e dai suoi movimenti eccessivamente lenti; una schivata finita male vi potrebbe costare la vita e, di conseguenza, costringervi a ripartire dall’ultimo checkpoint. Come se ciò non bastasse, il sistema di salvataggio è manuale e si basa sull’attivazione di alcuni terminali disseminati nel mondo di gioco; nei pressi degli stessi terminali troveremo anche delle cabine che ci consentiranno di spostarci rapidamente da un punto all’altro della mappa, ma che potranno essere sbloccate solo utilizzando dei gettoni specifici. In parole povere, la morte in Smoke and Sacrifice potrebbe risultare estremamente punitiva nei confronti di quei giocatori che ignoreranno i suddetti terminali o le cabine per il viaggio rapido, rischiando la perdita di tutti i progressi effettuati prima dell’ultimo salvataggio manuale.
Sopravvivenza a portata di Joy-Con
Abbiamo testato Smoke and Sacrifice nella sua versione per Nintendo Switch, la prima console per cui è stata concepita la produzione di Solar Sail e Curve Digital. L’incantevole veste grafica 2D, incorniciata da una visuale isometrica, ci regala eccezionali colpi d’occhio sia sullo schermo della macchina ibrida che sul nostro TV. Ci siamo anche sul sonoro, con un’effettistica più che dignitosa ed un’ottima colonna sonora. Il comparto tecnico inciampia unicamente negli occasionali cali di framerate che si palesano – sia in modalità handheld che docked – nelle battaglie più frenetiche e nei momenti in cui appaiono diversi nemici.
Altro “difetto” rilevato durante la nostra prova riguarda il sistema di vibrazione: ogni volta che Sachi morirà entrambi i Joy-Con inizieranno a vibrare in maniera inspiegabilmente eccessiva. Non sapremmo dirvi se ciò sia dovuto ad una scelta dei developer o ad un semplice errore, ma una cosa è certa: la prima volta sarà scioccante.

Eccellente comparto artistico

Interfaccia semplice ed intuitiva

Il sistema di crafting

Quest ripetitive

Meccaniche survival poco approfondite

Combat system farraginoso

7.5

Smoke and Sacrifice è un survival ambizioso, ma non quanto basta. La chance di distinguersi con l’adozione di un comparto narrativo si spreca in un’eccessiva ripetitività delle quest che ci condurranno fino al finale. Il titolo di Solar Sail riesce però a proporci un comparto artistico di notevole fattura, mettendo in mostra un mondo cupo e desolato, una realtà distorta popolata da macchinari e da creature dall’estetica bizzarra. Ritroviamo le basilari meccaniche dei giochi di sopravvivenza e (pochi) graditi elementi ruolistici, ma avremmo apprezzato un maggiore approfondimento della formula survival e, soprattutto, un combat system più coinvolgente.

Voto Recensione di Smoke and Sacrifice - Recensione


7.5