Recensione

Recensione Ayo: A Rain Tale - Una storia sulla crisi idrica e umanitaria dell'Africa

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Uscito un paio di mesi fa su PC e arrivato a fine gennaio anche su piattaforme mobile, Ayo: A Rain Tale è un titolo che tenta di sollevare una delle questioni che molte delle donne e bambini dell’Africa sub-sahariana sono costretti ad affrontare: il reperimento e trasporto dell’acqua pulita delle oasi ai villaggi, operazione che richiede una strenua forza di volontà e resistenza. Con circa duecento milioni di ore al giorno trascorse per ottenere un simile bene primario, per le donne e i bambini non esiste alcun modo per rompere questo circolo vizioso, con tutto ciò che ne consegue.
I bless the rains down in Africa
Ayo: A Rain Tale vorrebbe esplorare l’impatto psicologico che questa sfida quotidiana di grande sacrificio ha su quella parte del popolo africano che lotta per avere l’acqua. Per farvi rendere conto della crisi e dell’emergenza, bastano i numeri dell’Unicef: 783 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e pulita; a 319 milioni di persone dell’Africa Sub-sahariana è negato l’accesso alle risorse reperibili; in sette casi su dieci sono le donne e le ragazzine che si occupano di questa mansione, in 45 paesi in via di sviluppo. 
Gli sviluppatori di Inkline, di Beirut, hanno fondato la software house con l’intenzione di dar voce a questi drammi umanitari, creando titoli che possano trattare argomenti particolari attraverso simboli e metafore. Il punto, purtroppo, è che Ayo: A Rain Tale risulta essere sin troppo semplicistico e a tratti problematico, senza considerare che avrebbe avuto bisogno di una quantità di tempo maggiore per elevare la portata del progetto.
L’avventura inizia presentandoci Ayo, una bambina che durante il suo tragitto si perde nella foresta dopo essersi imbattuta in un’improvvisa tempesta. Fortunatamente incontra i Gemelli Asili, che le daranno una mano durante la perigliosa ricerca dell’acqua e le offriranno suggerimenti lungo il cammino.
Mentre con rinnovato vigore Ayo ricomincia la sua missione, il mondo attorno a lei comincia ad assumere i connotati di un luogo misterioso e magico, come se fosse stata infine trasportata in un nuovo posto. È l’inizio di una breve storia di una manciata di ore (grossomodo cinque), un viaggio non propriamente intenso, né allestito in maniera tale da lasciarvi qualcosa dentro, purtroppo. Di certo, il valzer dei simboli che gli sviluppatori hanno voluto sfruttare per far danzare l’immaginazione del giocatore funziona, e serve a far comprendere a chi vive ben lontano da simili situazioni quali siano le condizioni a cui devono sottostare molti essere umani ancora oggi. Il punto dolente, è come tutto ciò viene tradotto pad alla mano.
Priorità e necessità
Come detto in precedenza, Ayo: A Rain Tale è semplicistico, e ciò che tenta di fare non riesce a realizzarlo come si conviene. Basti pensare ad esempio al sistema dinamico d’inquadrature ideato per quello che è di fatto un’avventura-platform a scorrimento, il quale prevede degli zoom quando si procede lungo imbuti, budelli di terra o anche piccole aree ristrette, per poi allargarsi lentamente quando gli spazi si aprono. Ciò, talvolta, può impedire la normale visualizzazione delle piattaforme su cui si dovrebbe saltare. 
Oppure, si consideri la farraginosità di certi puzzle – che pure non sono pochi – e come Ayo debba risolverli agendo non sempre in maniera intuitiva. La gestione della difficoltà e, di concerto, il design dei livelli sono elementi mal calcolati, e capita di trovarsi d’improvviso ostacoli complessi che fanno dubitare i poter essere superati. Questo, senza seguire sempre una regolare curva della difficoltà, con una linea che risulta anzi piuttosto tremolante e discontinua.
Combinando movimenti come il doppio salto, l’arrampicata e la possibilità di strisciare, Ayo dovrà riuscire a superare i nemici di quella terra arida e i pericoli naturali che le sbarreranno il cammino.
Anche tecnicamente Ayo: A Rain Tale risulta essere modesto, con modelli piuttosto basilari e ambientazioni sin troppo stilizzate e generiche – ad eccezione forse di un paio, che danno carattere a quell’Africa senz’acqua immaginata anche da chi non ci ha mai messo piede. 
Probabilmente la scelta di “adagiarsi” sin troppo sull’importanza del messaggio ha fatto prendere sottogamba l’importanza di un sistema di gioco claudicante e in grado di divertire solo a tratti.

– Un grande messaggio per sensibilizzare l’utenza

– Discreta caratterizzazione di personaggi e ambienti

– Qualche problema di troppo durante dei puzzle e delle sezioni platform

– Programmazione un po’ approssimativa

5.5

Ayo: A Rain Tale è un gran messaggio incapsulato all’interno di un videogioco. Videogioco dall’aspetto prettamente ludico abbastanza claudicante, che soffre di una sviluppo a tratti approssimativo e di una curva della difficoltà dall’andamento un po’ strambo, complici certi puzzle e sezioni platform mal calcolati. A fine gennaio è uscito anche su dispositivo mobile al costo di tre euro. Se volete dargli una chance, potreste uscirne maggiormente sensibilizzati su uno dei problemi più grandi dell’Africa, ma non aspettatevi nulla di particolarmente imperdibile.

Voto Recensione di Recensione Ayo: A Rain Tale - Una storia sulla crisi idrica e umanitaria dell'Africa - Recensione


5.5