Recensione

PlaystationVita Pets

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Se c’è un campo in cui PsVita sembra soffrire la sua diretta concorrente è certamente quello dei titoli dedicati ad un’utenza più giovane, che magari si affaccia per la prima volta al mondo dei videogiochi.Come se non bastasse, Sony non ha mai risposto direttamente a quel fenomeno chiamato Nintendogs, che ha letteralmente spopolato tra le nuove leve durante l’epoca d’oro di Nintendo DS.I ragazzi di Spiral House rispondono, in un colpo solo, ad entrambe queste criticità, con l’esclusiva Playstation Vita Pets.

PuppiesLa scelta iniziale comprende quattro delle razze canine più amate, ovvero labrador, husky, dalmata e collie, ma, in fin dei conti, è più estetica che funzionale, perché, a parte le corrispettive voci dei doppiatori, i cuccioli non differiscono gli uni dagli altri in maniera significativa, limitando, di fatto, la rigiocabilità del titolo.Il primo impatto con il Playstation Vita Pets, tuttavia, è generalmente positivo: i modelli dei cagnolini sono ben realizzati, l’interfaccia si rivela discretamente funzionale, basandosi su un uso intensivo dello schermo tattile frontale di PSVita, e la sensazione è di trovarsi davanti ad un prodotto che di certo non difetta in quanto a valori produttivi e che anzi tenta di proporre qualcosa di sostanzialmente diverso da quanto il mercato delle “simulazioni canine” abbia già visto.Invece di limitarsi ad una copia pedissequa del succitato titolo Nintendo, il team di sviluppo ha provato ad inserire sottilissimi elementi adventure, sforzandosi di fornire un pretesto ed un fine ai giocatori, chiamati ad insegnare mosse e trucchetti al proprio amico a quattro zampe non per il puro gusto di farlo, ma per rinvenire la tunica dorata appartenuta a Cosmo, cane di compagnia di Re Rufus, defunto monarca di Castlewood.Oltre all’appartamento che funge, di fatto, da hub centrale, pian piano sarà possibile visitare zone sempre nuove del mondo di gioco, da esplorare nei panni del nostro cucciolo: non mancheranno zone boschive, radure, tunnel sotterranei, passaggi ostruiti e persino enigmi all’acqua di rose; sebbene le situazioni potrebbero far sorridere un utente più smaliziato (a cui, comunque, questo titolo non si rivolge), trovo ammirabile lo sforzo di contestualizzare le azioni del giocatore e di iniziare i più giovani, seppure in maniera molto blanda, alle dinamiche di un gioco di avventura.

Salti e scivoloniI minigiochi disponibili e le ricompense ottenute al loro completamento contribuiscono al gradevole scorrere del tempo, tra un bagnetto, necessario dopo scorribande nella terra umida o in una bella pozzanghera, e il dissotterramento di un tesoro rinvenuto in uno degli anfratti dell’isola: la sensazione di avventura fuori dalla porta di casa è tangibile, ma dubito che infastidirà i giovani acquirenti del titolo, a differenza di altri aspetti decisamente meno riusciti.Se è apprezzabile l’idea di rendere necessario l’allenamento del cucciolo per effettuare determinate azioni (dalla capacità di spostare massi e cancelli fino alla presa con i denti), in pieno spirito da gioco di ruolo, la ripetitività sottesa lo è molto meno: per sbloccare determinate aree di Castlewood sarà necessario ripetere più e più volte i minigame corrispondenti, e la cosa potrebbe presto venire a noia ad un pubblico poco avvezzo alle dinamiche tipiche dei giochi di ruolo.Queste sessioni di “grinding” sono necessarie soprattutto durante le prime ore di gioco, quando molti dei percorsi sono bloccati o inaccessibili senza adeguata preparazione e questo, paradossalmente, potrebbe creare una barriera d’ingresso non indifferente per un pubblico giovane: certo, con il progredire dell’avventura le gratificazioni non mancheranno (completini nuovi, statuette da trovare e fotografare, perfino un trofeo Platino), ma bisognerà tenere duro per le prime due orette per accedere a tutto questo, e qualcuno tra i giocatori meno tenaci potrebbe abbandonare Playstation Vita Pets prima di questa soglia.All’intuitività del comparto comandi, poi, non corrisponde una facilità d’uso del microfono, che, attivabile con i tasti dorsali, dovrebbe permettere di impartire ordini diretti al nostro cucciolo, esattamente come faremmo con un cane reale: due volte su tre, però, il microfono fallisce nell’interpretare il comando impartito, chiedendo all’utente di ripetere la frase (mi è capitato anche per tre – quattro volte di fila) o di alzare il tono di voce.Indipendentemente dall’imprecisione del microfono in sé, urlare comandi ad una console portatile in un luogo pubblico è un concetto con il quale noi occidentali, probabilmente, conviviamo meno naturalmente rispetto ai nostri colleghi giapponesi.

Bene, benissimo…ma con i tappi alle orecchieCome già sottolineato, i valori produttivi dell’ultima fatica di Spiral House mi hanno ben impressionato, con una sola, significativa eccezione: il doppiaggio.I modelli poligonali sono essenziali ma ben animati, e richiamano facilmente quelli di quattro cuccioli reali, e l’isola, che pure è esplorabile solamente su binari, seguendo un percorso rigidamente prefissato, è resa discretamente, con colori vividi e con una direzione artistica tanto semplice quanto efficace.Ma sin dalle primissime battute di gioco non si può non notare l’idiosincrasia tra il doppiaggio e il resto della produzione: a fronte di qualche esclamazione ben recitata, i quattro cagnolini si spendono in un coacervo di frasi odiose, pronunciate con un tono che, se possibile, le rende ancora meno gradevoli.Dopo poche sedute di gioco il giocatore avrà sentito l’intero campionario, e non potrà fare nulla, se non azzerare il volume, per risparmiarsi lo scempio per il prosieguo dell’avventura: è davvero un peccato, perché l’idea di doppiare gli animali sulla carta era vincente, e avrebbe potuto aiutare non poco il processo di affezione, fondamentale per la buona riuscita di titoli come questo.Segnalo in ultimo la lodevole iniziativa di lanciare il titolo a prezzo ribassato (25 euro per la versione digitale e cinque in più per quella fisica), che di sicuro non dispiacerà a molti genitori.

– Discreti valori produttivi

– Sostrato narrativo e ludico di tutto rispetto

– Ok il prezzo è giusto

– Un po’ ripetitivo

– Doppiaggio censurabile

– Microfono da rivedere

6.5

Sony e Spiral House potevano fare molto peggio di così, a distanza di anni dal successo di Nintendogs, e invece Playstation Vita Pets si permette addirittura di osare, offrendo un’avventura con tutti i crismi ai giovani amanti dei cani che decideranno di acquistarlo.

Nonostante problemi non trascurabili in quanto a ripetitività di talune operazioni e a un doppiaggio da dimenticare, questo prodotto può rappresentare una solida base da cui ripartire in futuro per coinvolgere le fasce di utenza più giovani della console portatile di casa Sony.

Voto Recensione di PlaystationVita Pets - Recensione


6.5