Recensione

Papo & Yo

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a cura di Specialized

A differenza di un’accoglienza critica piuttosto fredda a livello mondiale, lo scorso settembre avevamo accolto con un certo entusiasmo Papo & Yo su PlayStation 3, apprezzandone soprattutto i sottintesi narrativi e la toccante esperienza umana dello sviluppatore Vander Caballero trasportata in ambito videoludico. Nei panni del piccolo Quico abbiamo infatti vissuto gli stessi drammi che visse Caballero da bambino di fronte all’alcolismo del padre, trasportati però in un mondo di fantasia con un’impronta visiva decisamente originale e ambientazioni altrettanto inedite e fantasiose. A bocciare il primo gioco di Caballero con il suo nuovo studio di sviluppo Minority Media sono stati, secondo certa critica, la bassa longevità, l’estrema semplicità delle sezioni platform e dei puzzle e la sensazione che alla fine Papo & Yo fosse più un’esperienza emozionale che non videoludica.
Nulla di nuovo su PC
Noi non la pensiamo così e per ribadire la nostra posizione su questo titolo ingiustamente bistrattato, lo abbiamo rigiocato una seconda volta approfittando della sua uscita su PC a quasi un anno dalla pubblicazione su PlayStation 3. Papo & Yo è infatti disponibile da pochi giorni su Steam a 10,99 euro, un prezzo quindi più conveniente rispetto all’uscita iniziale su PlayStation Store. Purtroppo Minority Media non ha inserito nessun contenuto aggiuntivo, rendendo di fatto inutile l’acquisto di questo porting per chi ha già finito il gioco su PS3, ma nonostante ciò i mesi trascorsi sono serviti al team canadese per eliminare i non pochi bug della precedente versione, ripulire il tutto e aggiungere qualche inevitabile ritocco grafico. In effetti su PC Papo & Yo appare molto più definito, solido e dettagliato, anche grazie alle numerose opzioni grafiche come motion blur, depth of field, effetti di illuminazione e altre aggiunte che assieme alla risoluzione più alta rendono il gioco ancora più gradevole e capace di colpire grazie al suo stile visivo. Non che su PlayStation 3 Papo & Yo fosse un gioiellino grafico, ma considerando anche il tipo di produzione (non certo da blockbuster) e il tentativo di Caballero nell’unire realismo (le favelas brasiliane) con un tocco di surrealismo onirico, il risultato in termini tecnici è più che apprezzabile.
I demoni interiori di Quico
Per il resto il gioco è rimasto lo stesso dello scorso anno e, pur avendolo già giocato in precedenza, questo secondo giro nel mondo immaginario di Quico ci ha riservato le stesse emozioni di dieci mesi fa. E’ vero che su un piano puramente videoludico Papo & Yo non offre una sfida di alto livello e che alcuni elementi, come il platform, i puzzle e l’esplorazione, sarebbero potuti essere sviluppati meglio e con più profondità, ma ciò non toglie l’unicità del gioco. La figura di Mostro, un nostro alleato inconsapevole che se mangia una rana verde si trasforma in una furia infuocata a simboleggiare l’alcolismo del padre di Caballero, è il vero centro di un gioco atipico e originale, ricco di belle trovate a livello di location, rispettoso di certa tradizione platform (c’è anche un robottino che funge da jet-pack) e con un’atmosfera di soffusa tristezza che si respira dall’inizio alla fine. Rimangono purtroppo i limiti prima descritti, ovvero un’esperienza piuttosto breve da completare, un livello di difficoltà tarato verso il basso e la sensazione che in fondo non ci sia molto da fare in questo mondo immaginario. Anche per questo bisogna prendere Papo & Yo per quello che è e non aspettarsi nè un classico platform, nè tantomeno un puzzle-game impegnativo. Troverete ben poco di tutto questo tra le pieghe del gioco, ma se per una volta volete vivere un’esperienza un po’ diversa dal solito, emozionarvi e conoscere un personaggio a suo modo unico come Mostro, Papo & Yo rimane un acquisto caldamente consigliato.  

– Un’esperienza diversa dal solito

– Un gioco più da vivere che da giocare

– Upgrade grafico significativo

– Non dura molto

– Non è certo un titolo impegnativo

– Nessuna aggiunta in-game rispetto alla versione per PlayStation 3

8.0

Un gioco come Papo & Yo si ama o si odia già dopo pochi minuti e noi lo abbiamo amato, pur riconoscendone i difetti in fase di longevità, difficoltà e gameplay. La creatura di Vander Caballero è infatti più un’esperienza drammatica da vivere e in cui immedesimarsi che non un classico puzzle-platform, ma proprio per questo rappresenta una mosca bianca nell’odierno panorama indipendente e non ha paura di giocare con temi come l’alcolismo, la fuga nel sogno e il rapporto padre-figlio, il tutto immerso in un’atmosfera onirica di grande impatto visivo. Peccato solo che questo porting su PC non aggiunga nessun nuovo contenuto in-game rispetto alla prima versione per PlayStation 3, ma l’upgrade grafico è comunque sostanzioso e il prezzo è più che giustificato.

Voto Recensione di Papo & Yo - Recensione


8