Recensione

Papers, Please

Avatar

a cura di Francesco Ursino

Informazioni sul prodotto

Immagine di Papers, Please
Papers, Please
  • Sviluppatore: Lucas Pope
  • Produttore: 3909
  • Piattaforme: PC , MOBILE , PSVITA , APPLE
  • Generi: Avventura grafica
  • Data di uscita: 8 agosto 2013 - 12 dicembre 2017 - 5 agosto 2022 (Android)

Chi vi scrive ha avuto da poco la fortuna di soggiornare per qualche giorno a Londra arrivando da Bruxelles, prendendo quindi l’Eurostar che attraverso la Francia taglia l’Europa centrale per immettersi sotto il canale della Manica. Arrivato alla sempre affascinante stazione londinese di St. Pancras, ho dovuto attendere in fila e mostrare il mio documento per poter entrare ufficialmente in Inghilterra. Avendo con me solo la carta d’identità, e non il passaporto, il funzionario della stazione, al momento del controllo, ha fatto una faccia strana, e con tono inquisitorio mi ha chiesto quale fosse lo scopo della mia visita. Sebbene tutto sia filato liscio, si è comunque trattato di un’esperienza singolare, di sicuro comune a molti individui. Se avete sempre voluto sapere come ci si senta a stare “dall’altra parte”, quella che fa le domande, lo sviluppatore Lucas Pope ha la risposta per voi. La stessa sensazione di transitorietà dei checkpoint e delle frontiere è ravvisabile infatti nel titolo oggetto di questa recensione, ovvero Papers, Please, che in più aggiunge un gameplay davvero solido e un background narrativo superbo.Vediamo di capire perché.

Vincere alla lotteriaLo stato comunista fittizio di Arstotzka, in cui è ambientato il gioco, è appena uscito da una guerra di sei anni contro la vicina Kolechia. Uno dei motivi del contendere è la rivendicazione della città di frontiera di Grestin. E’ proprio in questa località che il protagonista del gioco, e quindi il giocatore, vince una lotteria per l’assegnazione di un posto come ispettore per l’immigrazione. Il nostro compito sarà dunque quello di controllare il flusso di persone che vorrebbero entrare ad Arstotzka venendo dalla Kolechia.Prima di vedere il “come” controllare le persone (di questo ci occuperemo meglio dopo, nel paragrafo dedicato al gameplay), è bene soffermarsi sul “chi” e sul “perché” dei nostri controlli.Dobbiamo dire allora che quello che forse a una prima occhiata sfugge di Papers, Please, è la superba narrativa che permea tutto il titolo: come ispettori, infatti, passeranno davanti ai nostri occhi storie e un’umanità talmente varia da essere a tratti commovente. Il gioco, poi, sa come toccare praticamente tutte le corde giuste della psiche e personalità del giocatore, e proporrà una sequela di situazioni in cui saremo noi, in qualità di ispettori, a decidere della vita degli individui che avremo davanti.Non vogliamo indugiare troppo sui particolari delle situazioni con cui si avrà a che fare, anche perché uno dei fattori che aiutano ad amplificare questo forte senso di empatia con le persone che andremo a controllare sarà dato anche dalla fretta con cui dovremo prendere determinate decisioni; durante la nostra attività, infatti, indugiare troppo sul controllo di una persona farà si che non si riesca a controllare molti altri individui, e tutto ciò andrà a incidere sulla nostra economia personale. Uno degli aspetti che rendono ancora più complesso questo Paper, Please, infatti, è il lato familiare del nostro personaggio, che con il misero stipendio di ispettore dovrà badare a moglie, figlio e uno zio, provvedendo al pagamento di cibo e riscaldamento. Se si finisce senza soldi, i nostri familiari si ammaleranno, noi verremo rinchiusi, e il gioco finirà (anche se, è bene dirlo, il gioco salva alla fine di ogni giornata lavorativa, e dunque si fa presto a tornare indietro e cercare di rimediare ai propri errori).Il titolo, dal punto di vista narrativo, presenta un livello di interattività e dinamicità veramente spettacolare, ed è sorprendente come il tutto avvenga con una naturalezza e una logica impassibile: possiamo dire a buon titolo che tutte le nostre decisioni, in Papers, Please, conteranno davvero, e questo lo capiremo la prima volta che lasceremo entrare, sbagliando, un terrorista che si farà saltare in aria appena passato il confine.Siamo abituati a pensare ai giochi che propongono una narrativa dinamica come a produzioni importanti, con una grafica tridimensionale almeno decente; Quantic Dream ci ha insegnato come si fa a proporre storie dal sapore hollywoodiano capaci di plasmarsi sulle decisioni del giocatore, eppure è in Papers, please, un titolo dalla grafica bidimensionale, senza cut-scene spettacolari, senza nemmeno un vero e proprio doppiaggio, che si sente veramente il peso della responsabilità delle proprie azioni.Cedete alle lusinghe di una tangente, e qualche giorno dopo vi ritroverete a fare i conti con i vostri superiori; scegliete di comprare il cibo per la vostra famiglia invece che spendere per il riscaldamento, e subito dopo vostro figlio soffrirà il freddo e poi si ammalerà. Insomma, in Papers,Please, conta ogni nostra singola azione, e non è un caso che il titolo possa contare su venti finali differenti (cui si accompagna la modalità Endless, che sostanzialmente propone l’attività di controllore illimitata senza il sostegno del contorno narrativo).

Patente e libretto 2.0La lettura di questo primo paragrafo dedicato alla narrativa forse avrà disorientato i più: che cos’è, allora, nello specifico, questo Papers, Please?Steam, su cui è venduto a € 8,99, vi dirà che è un’avventura grafica indie. Lo sviluppatore, Lucas Pope, afferma invece che si tratta di un ”thriller distopico”. Scegliendo di non avventurarci in definizioni che poco raccontano di questo titolo, diciamo invece che il gioco si risolve nel controllare una sequela interminabile di documenti. Una volta che la persona che abbiamo davanti ci presenterà i propri fogli identificativi, tutto quello che dovremo fare è verificare che i dati corrispondano a verità. Il tutto avviene in modo molto intuitivo, via mouse e tastiera.Il meccanismo funziona così: la mattina presto cominceremo il nostro turno alla frontiera; finito l’orario di lavoro torneremo a casa, e il gioco ci presenterà il conto delle spese e dei guadagni. In questa fase dovremo compiere alcune delle difficili scelte citate in precedenza relative a cibo e riscaldamento. Fatto questo il giorno terminerà e subito dopo ne comincerà un altro. L’arrivo del nuovo giorno lavorativo sarà presentato dalla prima pagina del giornale locale: anche qui potremo avere un feedback delle nostre azioni, visto che il fermo di un pericoloso malvivente o, alternativamente, l’aver lasciato passare un malfattore, porterà a notizie e titoli differenti.Se i primi giorni di lavoro saranno tutto sommato gestibili, con il passare del tempo le misure di sicurezza si intensificheranno sempre di più, e con questi i documenti da controllare attentamente. Le variabili in gioco sono tantissime: discrepanze nelle descrizioni, differenze tra l’aspetto della persona e la foto mostrata nei documenti, e tutta un’altra serie di incongruenze faranno si che il giocatore debba timbrare in rosso il passaporto della persona che si ha davanti, respingendo quindi la domanda d’ingresso. Alle volte, poi, il tutto si farà ancora più pericoloso, e si potrà arrivare alla scansione corporea per determinare il possesso di armi o merce di contrabbando, nonché all’intervento delle guardie, che prenderanno di forza i sospettati e li porteranno lontano dalla folla. Se i documenti sono in regola, invece, il nostro timbro verde sui passaporti costituirà il lasciapassare per Arstotzka. Come detto, le variabili in gioco sono tantissime, e il giocatore dovrà stare sempre all’erta, visto che ogni errore, sia nel fermare che nel lasciar passare le persone, sarà segnalato. Se ai primi due sbagli verremo solo ammoniti, dal terzo errore in poi verranno trattenuti dei fondi dalla busta paga, e tutto ciò andrà a inficiare la terrificante situazione familiare descritta poco sopra.Siamo difronte, dunque, a una progressione delle dinamiche di gioco da manuale: si parte da una situazione base, con una difficoltà bassa e pochi compiti da svolgere, e si arriva giorno dopo giorno a una sfida sempre più dura, con sempre più documenti da controllare in pochissimo tempo.

2D opprimentePapers, Please presenta un aspetto grafico, è possibile vederlo dalle immagini, che lascia poco all’immaginazione: ambiente totalmente bidimensionale, aspetto in simil-8 bit, una tavolozza di colori che ricorda i vecchi monitor a 256 colori.Eppure, sia il semplice aspetto grafico che l’appena accennato comparto audio, che comprende il breve tema principale e la sorta di lingua parlata dagli abitanti di Arstotzka (suoni incomprensibili in stile simlish), riescono a rendere l’esperienza di gioco ancora più rotonda.Ecco quindi che i pochi pixel in movimento prendono forma nella mente del giocatore, e si animano dei numerosissimi spunti offerti dal titolo; parliamo delle riflessioni sulla vita di un paese dell’era comunista (e il confronto con quello che sono diventati oggi questi territori), della paura dello straniero, della sensazione dell’ispettore impersonato di essere completamente bloccati in un meccanismo che risucchia persone e cose senza tanti complimenti.E come in quello splendido film di von Donnersmarck, Le Vite degli altri (attenzione: possibile spoiler cinematografico), in cui per la prima volta al capitano della Stasi Wiesler viene il dubbio di non essere nel giusto spiando e controllando i propri simili, giocando a Papers, Please arriverà di sicuro il momento in cui il giocatore, espressione inerme di un potere tanto grande quanto opprimente, sarà combattuto tra l’obbedire ciecamente a un regime che obbliga i propri abitanti alla fame, e l’illusione che far “passare lo straniero” nella propria terra possa far cambiare le cose e portare un po’ di felicità, magari anche solo a una madre che da tanto tempo non vede il proprio figlio e vi sta porgendo in quel momento un passaporto scaduto da un paio di giorni.

– Background narrativo superbo

– Le proprie decisioni hanno un impatto notevole

– Gameplay solido…

– …anche se per alcuni sarà un po’ troppo ripetitivo

9.0

Sembra stia diventando una cantilena, ma è evidente come Papers, Please sia l’ennesima dimostrazione che i titoli indipendenti costituiscono quello che sembra essere un serbatoio pressoché illimitato di idee originali e profonde.

I meno interessati al gioco lo bolleranno semplicemente come un prodotto ripetitivo, ma ai più attenti il titolo offrirà un background narrativo tarato sulle proprie decisioni e a tratti toccante, che offre tantissimi spunti di riflessione e introspezione.

Concludendo: se in questi caldi e sonnacchiosi giorni estivi avete voglia di rimanere (o per un qualsiasi motivo siete costretti) davanti al PC, e avete nove euro tra le mani, consigliamo vivamente di provare Papers, please, e quando la prossima volta sarete davanti a un funzionario di qualsiasi frontiera in giro per il mondo, forse vedrete la persona dinnanzi a voi con occhi diversi.

Voto Recensione di Papers, Please - Recensione


9