Anteprima

Overpower

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Il mercato dei videogiochi indie è in continua espansione e offre la possibilità a qualunque team motivato di poter mettere in mostra i propri giochi. Oggi vi parliamo di uno di questi: Overpower, un gioco sviluppato da soltanto due persone, in lavorazione da circa due anni e mezzo. Sicuramente un’idea ambiziosa: vediamo insieme di che cosa si tratta.
Siamo Overpowered!
Si tratta di un combat arena interamente multiplayer, ambientato in epoca medievale: non vi è né alcuna modalità in single player né una storia, anche se è comunque possibile giocare contro dei bot dall’intelligenza, purtroppo, non eccelsa; i server disponibili riescono a supportare un massimo di 16 giocatori, per potenziali battaglie a squadre in 8 vs 8. La prima cosa che balza all’occhio è lo stile grafico, cartoonesco e dai colori vivaci, che ricorda molto Team Fortress 2; il livello di dettagli non sarà eccezionale, ma il design riesce a catturare immediatamente l’attenzione e fa il suo lavoro egregiamente. Nella versione early access che abbiamo provato sono disponibili cinque modalità di gioco: Deathmatch, un classico, divertente e allo stesso tempo caotico, tutti contro tutti; Team Deathmatch, una semplice battaglia a squadre; Critters Capture, una variante del “Cattura la bandiera” vista in altri giochi, in cui l’obiettivo è rubare alcuni animaletti dalla base del nemico; Last Team Standing, dove la morte è permanente e vince la squadra che riesce a sopravvivere, come in Counter-Strike; infine Capture Points, dove per vincere bisogna conquistare diverse zone della mappa e riuscire a difenderle per molto tempo.
Abbiamo a disposizione quattro personaggi tra cui scegliere, tutti molto diversi tra di loro: il Guerriero, lento ma pericolosissimo nel combattimento ravvicinato; il Mago, abile nel prendere tempo grazie alle sue magie difensive; l’Assassino, veloce e in grado di mimetizzarsi per cogliere di sorpresa i nemici con attacchi letali; e per ultimo l’Arciere, temibile grazie ai suoi attacchi a distanza. Possiamo personalizzare il nostro combattente cambiandogli l’arma equipaggiata (che modificherà semplicemente l’abilità passiva) e le sue skill: è importante scegliere quelle che si adattano di più al nostro stile di gioco. Avrete notato che non esiste una classe che possa curare i punti vita, un “medico” o “sacerdote” per intenderci: si tratta di una scelta voluta e ponderata dagli sviluppatori, che rende il gioco più immediato tramite un’abilità equipaggiabile che permette a tutti di curarsi. La semplificazione dell’equipaggiamento e i pochi personaggi disponibili permettono a qualsiasi giocatore di buttarsi nella mischia e imparare più o meno in fretta le basi del gioco; purtroppo, ciò non basta per attirare i giocatori più esperti.
Pochi… ma buoni?
Le classi del gioco ci sono sembrate molto sbilanciate: l’assassino, per esempio, è in grado di uccidere chiunque con un colpo solo, una volta capite le basi e messa in funzione una determinata combo di abilità. I problemi del titolo non riguardano soltanto il bilanciamento: il tempo di respawn è troppo generoso, in quanto basteranno due secondi per ritornare in partita; inoltre, una volta morti, possiamo osservare i nostri nemici in azione, perfino nelle modalità più competitive. Questa è una disattenzione, a nostro parere, grave: in particolar modo nella modalità Last Team Standing, dove il respawn non ha effetto e basta usare un programma di chat vocale, come TeamSpeak, per segnalare ai nostri amici la posizione degli avversari; abbiamo anche riscontrato un certo numero di bug, ma, trattandosi di un gioco ancora in accesso anticipato, è comprensibile. I personaggi avranno di default un costume di colore marrone, sia che voi siate nel team blu che nel team rosso, un aspetto del gioco che crea sicuramente confusione: l’unico modo di capire se un giocatore è dalla nostra parte è vedere se il suo nickname è rosso (per i nemici) o bianco (per gli alleati); questo ci costringe a porre continuamente il nostro sguardo leggermente in alto, rallentando il ritmo in maniera considerevole. Vi sono molte altre skin (che consistono in colori diversi dal marrone standard, come rosso e blu), che, tuttavia, sono a pagamento; considerando che il prezzo del gioco è già abbastanza alto (parliamo di circa 15€), far pagare anche le skin, a determinate cifre, ci sembra eccessivo (un pacchetto con tutte le skin di colore nero arriva a costare 17.79€, più del gioco stesso!). Pensiamo che il gioco si sarebbe sposato meglio con la formula del Free-to-Play perché, per la cifra richiesta attualmente, non riusciamo a trovare contenuti superiori a quelli di altri giochi disponibili gratuitamente; inoltre, ciò avrebbe incentivato gli utenti realmente interessati al gioco a poter spendere soldi per skin e contenuti aggiuntivi.

– Gameplay semplice ed immediato

– Stile grafico azzeccato

Per essere stato realizzato solo da due persone, Overpower rappresenta sicuramente un buon lavoro; tuttavia, non è un gioco che riesce a brillare di luce propria. Trae ispirazione da tanti aspetti di tanti videogiochi diversi, ma senza migliorarne alcuno. Speriamo che con gli aggiornamenti futuri gli sviluppatori riescano ad aggiungere più contenuti unici di quelli attualmente presenti.