Recensione

March of the Living

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a cura di FraFont

Quando le meccaniche roguelike di Faster Than Light incontrano l’universo post apocalittico di The Walking Dead, ecco che nasce qualcosa di nuovo ed estremamente intrigante: March of the Living, sviluppato dallo studio indipendente Machine 22. Ormai in questi anni abbiamo avuto l’occasione di conoscere sempre meglio questa “ambientazione zombie” e siamo stati abituati ad osservarla e apprezzarla da tantissimi punti di vista, soprattutto grazie a videogiochi o serie tv a tema. Il titolo indipendente di cui parliamo oggi ci propone un’esperienza in questo contesto molto classico, aggiungendo però un condimento ricco di sorprese e ancora una volta capace di emozionare e di spingere il giocatore a lottare con tutte le forze per la sopravvivenza.

Da soli, nell’oscurità
Siamo immersi in un mondo allo sfascio, dove i pochi sopravvissuti scappano e tentano di sopravvivere alla piaga zombie sempre più in espansione. I pochi umani rimasti non si fidano più l’uno dell’altro, ogni singola razione di cibo è vitale, il valore di una torcia supera quello del più prezioso diamante… E poi ci siamo noi, soli, con un revolver in mano e un lungo viaggio da compiere. Il nostro cammino comincia dopo alcune settimane dall’inizio dell’epidemia, dopo aver passato alcuni giorni barricati in casa ci avvieremo con alcune provviste, spinti dalla volontà di ritrovare la nostra ex-moglie e nostro figlio, irraggiungibili da chiamate al telefono e lontani chissà dove. Lungo il percorso potremmo incontrare nuovi alleati con cui proseguire, ma sarà dura tenerseli stretti. Le risorse sono poche e saremo quasi sempre con l’acqua alla gola. Basterà anche un piccolo errore per capovolgere la situazione e farci strisciare sperando in qualche provvista nascosta. 
Un viaggio che non ammette sbagli
Il gioco segue meccaniche precise ed efficaci. Guideremo il protagonista di questa avventura, Greg, attraverso 3 stage formati da numerose tappe intermedie generate proceduralmente. Avremo una missione da seguire e portare avanti recandoci in precisi luoghi. Potremo navigare da zona a zona tramite la mappa e potremo passare da uno stage all’altro solo tramite uno specifico punto segnalato e posizionato esattamente dalla parte opposta al nostro punto di partenza. Starà a noi scegliere il percorso più veloce e soprattutto quello meno rischioso per raggiungerlo. Dopo ogni tappa assisteremo ad un breve momento narrativo testuale nel quale potrebbero accadere piacevoli (o spiacevoli…) eventi. Potremmo trovarci davanti a scelte difficili da compiere, come quella di schierarsi da una parte o dall’altra durante un litigio a mano armata tra due superstiti, oppure dovremo decidere cosa fare di una bambina disperata che implora il nostro aiuto. Nelle occasioni più sfortunate saremo adescati da qualche bandito in cerca di cibo o munizioni. Questi intermezzi sono sempre piacevoli e relativamente profondi, ci trasmettono un mondo di gioco vivo e ricco di dettagli, ogni piccolo personaggio ha il suo pezzo di storia e ogni scelta che faremo potrebbe influenzare il finale, sperando di riuscire a raggiungerlo. Oltre alla missione principale, in alcune occasioni, potremmo imbatterci in eventi che attivano missioni secondarie, spesso molto remunerative.
Pochi amici, troppi nemici
I personaggi sono curati e hanno caratteristiche uniche da poter sfruttare durante il viaggio. Ogni compagno che incontreremo avrà, come il protagonista, un set di abilità speciali che lo renderanno particolarmente abile in qualcosa. Non parliamo solo di abilità con le armi: non avete idea di quanto possa essere utile un meccanico nel bel mezzo dell’apocalisse! La scheda del personaggio è composta anche da tre indicatori fondamentali: salute, fame e stanchezza. La barra della salute sarà stabile mentre quelle della fame e della stanchezza saliranno costantemente durante il gioco, anche in maniera più rapida in certe condizioni. La stanchezza vi darà numerosi malus ma ciò che dovrete temere per davvero sarà la fame. Questa ridurrà la vostra salute di un valore che andrà aumentando sempre di più, finché non vi sfamerete o finché non sarà troppo tardi. Potrebbe addirittura capitarvi di dover scegliere a quali membri del gruppo dare da mangiare oppure quali far rimanere svegli per sorvegliare i compagni che riposano e recuperano le energie. 
Li sento, sono vicini…
Camminando verso una nuova zona, avremo inoltre un’affilata spada di Damocle pendente sulla testa: una barra che indicherà la nostra distanza dai gruppi di zombie; una volta riempita ci troveremo di fronte ai temuti nemici e comincerà la sessione di combattimento. Questo indicatore si riempirà in maniera variabile a seconda della zona e del momento della giornata e il viaggio si farà tanto più rischioso quanto più sarà lungo il tratto scelto. È dunque preferibile scegliere strade più corte, magari allungando il tragitto di uno o due passaggi. Il combattimento, come le altre fasi di gioco, può essere messo in pausa e si possono pianificare con calma le azioni del nostro personaggio o del gruppo. Con un’arma equipaggiata potremo sparare attendendo un breve caricamento, selezionando anche diverse modalità di fuoco basate sull’arma in questione. Con la pistola, per esempio, potremo decidere di mirare alla testa diminuendo la frequenza di fuoco a favore di un po’ di precisione. Dopo un po’ di colpi sarà giunto il momento di ricaricare e pregherete perché quelle belve non vi raggiungano nel mentre. In alternativa sono anche disponibili armi bianche, ben più rischiose, ma altrettanto efficaci. Gli zombie non sono per nulla amichevoli e possono rivelarsi letali soprattutto nel caso in cui riescano ad infettarci con il loro morso, condannando per sempre il personaggio in questione. Nel caso in cui l’orda assetata di sangue si riveli troppo numerosa per essere fronteggiata, avremo solo un’opzione: fuggire. La fuga è uno dei momenti critici del gioco poiché, anche riuscendo a scappare, non solo torneremmo all’area precedente ma anche rischieremmo di perdere oggetti o membri del gruppo durante la fuga. “Dov’è Tom? Era qui un momento fa!” Ciao ciao Tom, è stato bello. La buona notizia è che le razioni di cibo dureranno improvvisamente il doppio! Bene. Come potete intuire, la fuga è quasi sempre una mezza sconfitta, se anche non perdessimo oggetti, gli indicatori di fame e stanchezza sarebbero comunque saliti e noi avremmo sprecato una razione di cibo o ore preziose di sonno. D’altra parte però, meglio non rischiare troppo: il saggio sa quando è il momento di ritirarsi.  Durante il nostro viaggio, dopo aver pianificato con cura i nostri spostamenti, attraverseremo grandi città abbandonate. Queste metropoli sono sicuramente un’arma a doppio taglio: qui il numero di infetti è decisamente maggiore ma avremo al contempo la possibilità di investigare in alcune zone specifiche in cerca di cibo, armi, medicinali o munizioni. Starà a noi decidere per quanto tempo cercare le provviste e questo influenzerà la possibilità di incontrare nemici durante il cammino. Se si vuole sopravvivere però, soprattutto con un gruppo numeroso, sarà più che necessario fare spesso tappa in città poiché consumerete una grande quantità di risorse. Il gruppo è importantissimo e non dovrete perdere nessuna occasione per avere un membro in più al vostro seguito. Con un team ben assortito gli scontri saranno molto più facili e la strada verso la meta finale sembrerà meno ripida.
Uno stile particolare
Lo stile scelto dalla casa di sviluppo per dare voce a questa piccola avventura è quello della pixel art. Gli scenari sono costituiti da più piani che scorrono con un effetto parallasse e vengono popolati da personaggi e zombie squadrati. La scelta stilistica si accoppia bene con il genere e riesce a donare una veste grafica degna di quest’ottimo nome. Gli ambienti sono tanti e l’atmosfera scelta è resa perfettamente dalla scelta cromatica. Anche il sonoro è curato: avremo una musica che scandirà i momenti di calma e una per quelli di combattimento, più alcuni suoni ambientali. Si tratta di un lavoro svolto nel complesso con tutti i crismi. 

HARDWARE

Windows:

MINIMI: OS: Windows XP+ Processor: Intel Pentium Dual Core T4400 2.2 GHz Memory: 2 GB RAM Storage: 600 MB available space

Mac:

MINIMI: OS: Mac OS X Memory: 2 GB RAM Storage: 600 MB available space

– Ottima narrativa

– Combat system ben sviluppato

– Una vera sfida, bilanciata ma impegnativa

– Potrebbe essere arduo per i neofiti

8.0

March of the Living è un titolo che prende spunto da Faster than Light e immerge il giocatore in un’ambientazione zombie tratta dall’immaginario di Th Walking Dead: un sopravvissuto alla ricerca dei suoi familiari si fa strada tra orde di nemici senza potersi fidare di nessuno. Le mappe procedurali e il preciso sistema di combattimento rendono l’esperienza di gioco una vera sfida contro il tempo e le risorse che scarseggiano. Lo stile grafico e il sonoro sono tanto curati quanto la narrativa che ci accompagna e ci descrive un mondo ricco e vivo in ogni sua piccola storia.

Voto Recensione di March of the Living - Recensione


8