GDC 2016 - PlayStation VR e il futuro online di Xbox One

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Nel corso della Game Developers Conference di San Francisco, abbiamo assistito ad alcuni annunci di particolare rilievo, che vi abbiamo anticipato nelle nostre notizie dei giorni scorsi. A farla da padroni sono principalmente PlayStation VR, il visore per la realtà virtuale firmato da Sony, e gli annunci di Microsoft sul suo futuro online, che strizza l’occhio ai tornei – che siano legati alle competizioni e-sport o meno. Le novità della casa di Redmond, peraltro, arrivano poco dopo l’annuncio dell’apertura al cross-network play, che potrebbe caratterizzare il gioco online del futuro per chi sceglierà Xbox.

La realtà virtuale secondo Sony: ecco PSVR
In quella che è stata una delle conferenze più corte di sempre, Andrew House ha svelato ai presenti tutti i dettagli relativi a PlayStation VR, l’ex Project Morpheus sviluppato da Sony per conquistare il pubblico interessato alla realtà virtuale nel campo del gaming. Il dispositivo, come svelato durante l’evento, debutterà nel mese di ottobre, ed avrà un prezzo di 399€ ($399 in USA). Bisogna però sottolineare che, per funzionare, PSVR ha bisogno di PlayStation Camera, e coloro che ancora non ne hanno una dovranno quindi sommare il suo prezzo all’esborso da fare – pari a circa 60€. Per venire incontro proprio a coloro che hanno bisogno dell’accessorio, Sony sta meditando anche di realizzare un bundle che includa sia VR che Camera, anche se al momento non è ancora arrivato l’annuncio ufficiale. Si tratterebbe però di un compromesso interessante, sopratutto in caso il colosso giapponese consentisse di risparmiare qualche euro sul totale, evitando di lanciare il bundle ad un prezzo pari alla somma esatta dei costi di listino dei due device.
È stato poi reso noto durante che PlayStation VR consentirà di interagire in diversi modi: oltre al tracking della testa, potremo servirci anche dei controller PlayStation Move (nei casi mostrati fino ad ora, sempre due, uno per mano), mentre quando ci si troverà di fronte a giochi più complessi, come RIGS, sarà necessario abbrancare DualShock 4. Durante l’evento, Sony ha inoltre voluto far sapere di essersi concentrata fortemente sul design, puntando ad un visore che fosse leggero e comodo da utilizzare per fini videoludici e quindi per tempi non brevissimi – anche per chi indossa abitualmente gli occhiali. I diversi led che ne caratterizzano il look sono ovviamente quelli necessari a PlayStation Camera per eseguire il tracking – esattamente come avviene per i due controller già citati. 

All’evento è stata svelata anche la scheda tecnica del dispositivo, che vanta display OLED e una risoluzione 1920 x RGB x 1080 (circa 960 x 1080 per occhio). I sensori eseguono un tracking a 360 gradi, mentre il campo visivo è di circa 100 gradi e la frequenza di aggiornamento (refresh rate) si attesta ora su 90-120 Hz. È stata anche ridotta la latenza, ora inferiore ai 18ms, anche se diversi dei colleghi internazionali che hanno presenziato all’evento dichiarano che il motion sickness non è stato ancora completamente debellato. Un difetto che potrebbe andare a braccetto con le dichiarazioni di qualche giorno fa, quando Masayasu Ito ammise che la qualità di PSVR, nel complesso, è da considerarsi inferiore a quella di Rift – anche se, a suo dire, il vantaggio del dispositivo è di essere adatto ad un pubblico di massa, e non solo a chi possiede un PC high-end. Vi ricordiamo poi che anche Shuhei Yoshida, presidente di Sony Worldwide Studios, ha dichiarato che PlayStation VR non vivrà cicli simili a quelli delle console: la realtà virtuale è infatti una tecnologia estremamente giovane ed ancora protagonista di intense fasi di ricerca e sviluppo. Messe a punto nuove migliorie e trovate un compromesso ritenuto superiore a quello attuale, quindi, possiamo dare per scontato che Sony lancerà un nuovo PSVR negli anni a venire.
Al momento, però, meglio concentrarsi sul presente: acquistando il dispositivo, troverete nella scatola PSVR, l’unità esterna di calcolo, il cavo di alimentazione, degli auricolari, un connettore dual HDMI per far comunicare VR e PS4, un cavo HDMI e un cavo micro USB.
Andrew House ha anche voluto sottolineare durante la breve conferenza che attualmente ci sono circa 200 sviluppatori al lavoro su progetti dedicati a PlayStation VR, e al lancio saranno disponibili 50 videogiochi. Tra quelli presentati alla fiera spicca il nuovo progetto di London Studios, PlayStation VR Worlds, che sarà un vero e proprio cofanetto di cinque diverse esperienze videoludiche da vivere in realtà virtuale: in The London Heist, ad esempio, vi troverete a portare a compimento delle rocambolesche rapine, mentre in Into the deep affronterete suggestive immersioni.

Breve e concisa, la presentazione di PlayStation VR è stata una nuova occasione in cui Sony ha voluto ribadire di non ritenere la realtà virtuale una parentesi, ma un nuovo settore nel quale espandersi e sul quale concentrarsi. Rimane da vedere se, a fronte di un prezzo decisamente più basso dei 699€ di Oculus Rift e degli 899€ di HTC Vive (che richiedono anche un PC con hardware high-end), il pubblico dei giocatori PS4 manifesterà un vero e proprio interesse all’acquisto del dispositivo, tale da consacrarlo e garantire un sicuro avvenire alle sue (eventuali) future generazioni. 
Il futuro è il cross-network play?
Visto che la GDC è un evento che guarda sopratutto al futuro, Microsoft ha scelto questa cornice per parlare della sua volontà di spostare il cross-network play: gli sviluppatori che produrranno giochi per le sue piattaforme, grazie all’iniziativa, potranno decidere di consentire ai giocatori Xbox One di sfidare online quelli su PS4, ad esempio. Addio, insomma, alle barriere imposte dalla piattaforma posseduta. La casa di Redmond ha fatto sapere che ovviamente l’ultima parola spetta agli sviluppatori, che devono decidere se integrare o meno la feature nei loro progetti, ed ha sottolineato che si rende necessaria anche la collaborazione di Sony, affinché la cosa sia possibile con i giocatori online su PlayStation Network. Dal canto suo, la compagnia giapponese non ha tardato a rispondere, sottolineando di aver supportato il cross-network play dai tempi di Final Fantasy XI, nel 2002, e di essere completamente aperta a trattative e lavori per rendere più centrale questa feature.
Mentre, insomma, i colossi del mondo videoludico discutono sul da farsi – ed i videogiocatori della Rete si sono detti perlopiù interessati a questa possibilità – Rocket League su Xbox One ha già cominciato a supportarla, con Psyonix che ha deciso per prima di integrare il cross-network play.
La prospettiva può essere interessante, a patto che si trovi un giusto equilibrio tra le prestazioni online dei giochi sulle diverse piattaforme, garantendo un’esperienza godibile ed una competizione capace di intrattenere. Ovviamente, c’è da attendere per vedere quanti sviluppatori decideranno a tutti gli effetti di sposare l’idea, e quanto la novità riuscirà quindi a diffondersi.
Il bello di sfidarsi
Microsoft ha calcato gli scenari della Game Developers Conference anche per presentare il nuovo Xbox Live Tournaments Program, che è stato spiegato nel dettaglio da Jason Ronald, leader di Xbox Advanced Technology Group. Come suggerisce il nome, il programma è incentrato sulla possibilità di creare tornei mediante Xbox Live, ed offrirà agli sviluppatori dei tool per consentirgli di creare facilmente delle competizioni tra i giocatori dei loro prodotti. Il programma sarà particolarmente utile sopratutto per gli e-sport, al punto che Microsoft ha già siglato delle partnership sia con FaceIt che con Electronic Sports League, che si serviranno del programma Tournaments nelle loro manifestazioni. Ronald ha anche anticipato che sono in lavorazione altre partnership, delle quali non ha ancora svelato i dettagli.
Subito dopo l’evento alla GDC, è stato reso disponibile un development kit del programma, e Chad Gibson, di Microsoft, ha voluto specificare che Tournaments non è stato creato tenendo in mente i soli sviluppatori, ma anche i giocatori: facendo un esempio relativo al già citato Rocket League, Gibson ha immaginato di servirsi del programma per organizzare un torneo coinvolgendo i suoi amici, creando magari anche degli 1vs1.
Sappiamo che sono in lavorazione dei progetti che integreranno la feature, e che usciranno entro il 2016. Al momento, però, Microsoft non ha voluto anticipare nulla, e non ci resta che attendere la diffusione di nuovi dettagli per capire quante software house, dopo i nomi già importanti delle due partnership di e-sport, decideranno di sposare il programma Xbox Live Tournaments.

Gli annunci alla GDC di Microsoft si sono concentrati sopratutto sul gioco online, andando dalla possibilità di cross-network play, poi sposata anche da Sony con successive dichiarazioni, a Xbox Live Tournaments, che promette di semplificare la vita e di diventare fedele alleato di sviluppatori, organizzatori di campionati e-sport e, perché no, di giocatori che vorranno divertirsi con sfide tra amici.

La compagnia giapponese, dal canto suo, si è concentrata su PlayStation VR, il suo headset per la realtà virtuale, che arriverà più tardi rispetto ai diretti concorrenti, ma costerà sensibilmente di meno. Considerando che si parla di 200 software house attualmente al lavoro, i giochi dedicati non dovrebbero mancare. Rimane da vedere quale sarà la risposta dei giocatori, anche se l’esaurimento dell’ex Project Morpheus su negozi online come Amazon UK potrebbe averci già dato un indizio in merito.