Fuori dai denti: South Park censurato

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Censurare South Park è un po’ come limitare una Ferrari ai 20 chilometri orari: è una di quelle decisioni poco intelligenti e lungimiranti, perché chi decide di fruire di un certo tipo di prodotto, lo fa perché da questo si aspetta le caratteristiche distintive per cui è stato preferito a tutto il resto. La censura prevista è solo sulle versioni PS3 e Xbox 360, mentre chi deciderà di prenderlo su PC, potrà godersi integralmente il titolo senza dover sottostare a soprusi di alcun tipo – perché di questo si tratta.
“Mi piacciono le ragazze con la vagina grande e le tette grosse”
Non sono impazzito: la citazione che vedete inserita qui sopra è un estratto della sigla di apertura dello show, con Kenny che esprime le sue preferenze in quanto a donne. Ed è solo un marmocchio. Per vedere il cartone animato nel momento in cui venne trasmesso in Italia agli inizi del 2000, dovevamo aspettare fino a mezzanotte e oltre, quando la cosiddetta fascia protetta era ormai abbondantemente superata e il rischio di far vedere l’opera di Matt Stone e Trey Parker a un bambino era praticamente ridotto all’osso. Dopo il boom di ascolti anche nel Bel Paese, si decise di trasmettere le serie successive, ma dalla terza/quarta stagione in poi, la critica sociale, politica e religiosa dello show si fece sempre più feroce, al punto da “costringere” la nostra emittente televisiva a non mandare in onda le puntate in cui venivano trattati argomenti delicati come la pedofilia e il rapporto tra chiesa cattolica ed handicap. In seguito, gli episodi vennero trasmessi integralmente, assieme a tutti gli altri che nel frattempo si facevano sempre più roventi, abbandonando del tutto le tematiche naïf degli inizi. Ci sono stati giusto due o tre casi di autocensura da parte di Parker e Stone, ossia nel momento in cui veniva coinvolto l’Islam e si faceva satira sulle abitudini religiose dei popoli mediorientali. Il duo, minacciato di morte, dovette calcare un po’ meno la mano su alcune tematiche (per ovvie ragioni), e anche le emittenti statunitensi finirono col censurare delle scene considerate sin troppo controverse e per certi versi anche pericolose e lesive della dignità altrui. Da tutto ciò, si comprende come South Park sia una serie televisiva molto difficile da accettare fino in fondo, perché tocca delle note dolenti della società moderna e delle corde delicate che in pochi riescono a tenere ben salde. Dietro la patina da cartone animato, si cela la volontà ben precisa di due individui di mettere davanti agli occhi del pubblico alcuni problemi sin troppo spesso presi sottogamba. Parker e Stone hanno trovato una chiave di lettura che funziona, che si basa sulla derisione e sul mettere a nudo con una certa audacia integralismo e perbenismo spinto. Tuttavia, i metodi con cui questo viene fatto, sono talmente diretti da non lasciare mai molto spazio a interpretazioni, e ciò ha causato alla serie problemi non indifferenti. Parlare del tribolato percorso dello show televisivo è essenziale per capire l’entità della censura applicata al videogioco. In confronto a come siamo stati abituati davanti alla tv, le scene eliminate da Il Bastone della Verità fanno solo sorridere. Stone e Parker, assieme a Obsidian, sono stati anzi molto contenuti, ed è proprio per questo che la scelta di Ubisoft fa ancora più rabbia e risulta essere francamente ridicola, patetica e inaccettabile.
Novanta gradi di pura incoscienza
Le scene tagliate in South Park: Il Bastone della Verità sono sette, di circa venti secondi l’una. Due di esse, sono parte di un mini-game in cui viene eseguito un aborto; le altre cinque, invece, includono delle particolari pratiche aliene che fanno uso lesivo di sonde anali. Quest’ultime le abbiamo già viste in TV, in più di una puntata, e nel videogioco fanno la loro comparsa come atto di autocelebrazione. C’è una puntata specifica in cui Cartman fa un sogno dove gli alieni vogliono analizzarlo, nel senso più malizioso del termine. E niente di tutto ciò è stato mai censurato. Mai. Ubisoft ha spiegato lapidariamente che si è trattato di una scelta di marketing, ma naturalmente è una di quelle decisioni infelici che sono destinate a sortire l’effetto opposto a quello sperato. La rabbia dei fan si è già fatta sentire, e l’indignazione è salita alle stelle quando si è appreso che la mannaia del perbenismo è calata con discriminazione e in maniera mirata, come se il pubblico delle console fosse composto solo da bimbetti incapaci di elaborare le immagini su schermo o da marmocchi che vivono su un pianeta diverso rispetto al nostro. Il Bastone della verità è un gioco bollato come “18+”, pertanto ha ancora meno senso applicare censure su un prodotto che è indirizzato a un pubblico maggiorenne, vaccinato, e che da South Park si aspetta satira politica, critica sociale, un linguaggio in perfetta antitesi col concetto di cartone animato, e tanta comicità fatta in modo decisamente poco consono, di quella che sa bene come usare un registro inequivocabilmente volgare e al contempo scanzonato. L’impronta degli autori è esattamente questa, e mettere loro il bavaglio sulla bocca significa alterarne la visione e lo scopo ultimo, se non addirittura la credibilità. E non importa se sono cinque minuti o pochi fotogrammi, perché si tratta di un atto vessatorio verso chi ha ideato lo show e il videogioco, e verso quei fan che acquistano il titolo proprio perché di scene simili non se ne vogliono perdere nemmeno mezza. Come facciamo a pretendere una reale maturità artistica e libera del medium quando avvengono episodi simili che fanno regredire l’intera industria a una decina di anni fa? In GTA si va a prostitute, si tortura un uomo scegliendo gli strumenti coi quali provocargli il massimo del dolore, ci sono incredibili riferimenti al sesso, alla droga e a qualunque altra terribile attività, e su South Park ci dovremmo scandalizzare perché degli alieni infilano una sonda nel deretano di un personaggio? No, davvero, facciamola finita, perché sembra quasi che scene simili non vengano ammesse solo perché il gioco ha una resa estetica da cartoon. E che quindi sia adatto ai bambini, quando in realtà è l’esatto contrario. Però un qualunque genitore disinformato che va al negozio potrebbe essere colpito dalla copertina in cui sono raffigurati dei personaggi innocui e carini, reputando di conseguenza il gioco adatto al proprio figlio, senza badare al PEGI (che non è mai stato una discriminante per l’acquisto di un titolo). È probabilmente da qui che nasce la decisione – comunque assurda e inaccettabile – di troncare alcuni contenuti, perché se per il resto del mondo South Park è uno strumento attraverso cui viene perpetrato un insieme di critiche dall’effetto devastante, per un publisher e i suoi clienti inconsapevoli è un gioco basato su un cartoon a cui devono essere mozzate delle parti scomode e ingombranti. In un’industria che lotta per emanciparsi, questo è l’ennesimo brutto messaggio di immaturità, che rafforza uno scenario ancora triste e per certi versi davvero desolante.
Tuttavia, Stone e Parker hanno pensato bene di mettere tutta questa faccenda sul ridere. In Australia, le scene verranno rimpiazzate da alcune descrizione testuali dell’azione, che fanno grossomodo così: “Gli alieni forzano il tuo retto con una sonda a forma di dildo”, “Sondano il tuo culo con inaudita violenza” e “Inducono la sonda anale a penetrarlo ancora e ancora”, il tutto, sovrapponendo l’immagine di un koala che piange. Da noi invece è tutto più dimesso e poco divertente, difatti in una scena censurata vedremo un facepalm con una bandiera europea sullo sfondo, con la scritta: “Brutte notizie, Europa. Anche questa parte è censurata per te. Qui gli alieni cercano di esaminarti a forza il retto con una sonda a forma di dildo, ma tu usi l’Urlo del drago per distruggerla. Quindi la sonda viene sostituita da un dildo ancora più grosso e nero e ci riprovano. Tu usi di nuovo L’urlo del drago e lo distruggi insieme a tutta la macchina, liberandoti”. In ogni caso, ci sentiamo di ringraziare davvero Obsidian, il signor Matt Stone, e suo compare Trey Parker, gli unici che in tutta questa vicenda hanno dimostrato tanta intelligenza nonostante avessero le mani completamente legate. 

La censura, soprattutto in un medium così giovane come quello dei videogiochi, non dovrebbe esistere a prescindere. Se davvero ci fosse fino in fondo l’intenzione di elevare il valore artistico di un’opera, non trattandola come mero prodotto da banco, allora alterare la visione degli autori e manipolare i contenuti è l’ultima cosa che va fatta. Il problema ancora una volta sta a monte, con publisher che sottovalutano le facoltà mentali dei potenziali clienti a cui si stanno rivolgendo. Il fan di South Park esige trasparenza e massima libertà d’espressione, ma Ubisoft deve massimizzare i profitti e dunque cerca di vendere Il Bastone della Verità anche a chi è ancora troppo giovane per farsi una sana risata sulle sonde anali, e avere un momento di riflessione su un argomento delicato come l’aborto. Grazie tante.