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Recensione

Fracture

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Avatar di Folken

a cura di Folken

Pubblicato il 13/10/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.3

A meno di un mese di distanza dal rilascio di quello che si è poi rivelato un grandioso successo di vendite, Star Wars: Il Potere della Forza, LucasArts rincara la dose lanciando sul mercato console un nuovo titolo, questa volta ambientato in un universo originale, messo a punto dai Day 1 Studios. La particolarità che distingue questo Fracture dagli altri esponenti del genere è un ‘arma speciale chiamata trinceratore, che permette di alterare la planimetria del terreno di gioco, creando dal nulla colline o buche. Il risultato è tanto caos e divertimento spensierato.

In una galassia lontana lontana… ah, noAmbientato in un futuro in cui il riscaldamento globale ha innalzato il livello degli oceani, dividendo in due settori il Nord America, Fracture narra di come i due fronti abbiano optato per strade evolutive diverse. A est abbiamo l’Alleanza, che ha trovato nella tecnologia la risposta al bisogno di progresso dell’umanità, mentre a ovest, la Repubblica dei Pacificani, dedita invece allo studio della genetica avanzata. Il giocatore vestirà i coriacei panni di Jet Brody, soldato dell’Alleanza chiamato a scovare il generale Sheridan, comandante degli eserciti della fazione opposta, ossessionato, appunto, dalla genetica e in cerca di una cura per la figlia malata.Questo è la vicenda che si dipanerà lungo l’avventura, che vi vedrà combattere per la causa anti-pacificana a suon di sparatorie e di sconvolgimenti tellurici. E’ qui, infatti, che Fracture cerca di dire la sua nel campo degli sparatutto in terza persona, introducendo una novità, il già citato trinceratore.

Un pizzico di Halo, una spruzzata di Gears of War, condire con un buon terraforming…Giocando a Fracture, risultano evidenti le influenze dei capisaldi del genere, come Halo per quanto riguarda lo scudo auto-rigenerante o lo stile grafico dell’armatura del protagonista, piuttosto che Gears of War per ciò che concerne il designd elle armi. Ma questa mancanza di originalità non inficia la qualità del gameplay che, grazie all’introduzione del trinceratore e quindi alla possibilità di modificare a piacimento il terreno, riesce a dire la propria in un genere piuttosto inflazionato. Con quest’arma dal bizzarro nome inclusa di serie nella tuta del protagonista, i programmatori danno al giocatore la possibilità di creare ripari dove nascondersi dai colpi nemici o distruggere le trincee avversarie. Ma questa è solo una delle possibilità; se vi trovate in spazi stretti, potrete, ad esempio, schiacciare i soldati pacificani contro il soffitto alzando il terreno sotto i loro piedi. O ancora, raggiungere piani troppo alti per le capacità normali di salto. Il terraforming è quindi ben implementato, ma la sensazione è che un’idea così interessante avrebbe meritato un uso più fantasioso e soprattutto vario.Le sparatorie, sempre molto concitate e dall’alto tasso di sfida, risultano assolutamente adrenaliniche e al limite del caotico, con esplosioni, pezzi di terreno che si alzano, nemici seppelliti vivi dalla macerie in trappole improvvisate e così via. Il tutto senza dimenticare lo sterminato e decisamente ispirato arsenale messo a disposizione. Così, a parte i soliti mitragliatori o fucili di ordinanza, potrete farvi accompagnare nelle vostre scampagnate da tutta una serie di gingilli, rigorosamente solo due alla volta come Halo insegna, perfettamente integrati nella filosofia di terraforming messa appunto dai Day 1 Studios. Un esempio è il Torpedo, un lancia missili che scarica i propri confetti sottoterra, con un gustoso effetto di rigonfiamento del terreno e la cui detonazione può essere controllata a piacere premendo il tasto quadrato. Va comunque notato come la conformazione del terreno muterà in continuazione, in risposta, oltre che al vostro trinceratore, anche alle esplosioni di mine, missili o altre armi utilizzate. Insomma, i programmatori hanno fatto una scelta di design precisa che non ha trascurato neanche l’interazione con il resto degli elementi presenti nei livelli e il risultato di questo lavoro è di certo notevole. Nonostante tutto ciò, il titolo Lucas soffre di una certa ripetitività dal momento che, per tutta la durata dell’avventura, non farete praticamente altro se non sparare ad un mucchio di nemici di per sé poco vari, piuttosto che cercare di contrastarli con l’uso del trinceratore. L’intelligenza artificiale si comporta più che discretamente bene, soprattutto pensando alla varietà di situazioni che si ritrova a dover fronteggiare. Gli enigmi inseriti per spezzare il ritmo sono simpatici e studiati per utilizzare le capacità del trinceratore, seppure in maniera piuttosto ovvia e immediata. E’ presente anche una sezione a bordo di un mezzo, dove alla guida di un pod, vi dovrete fare largo tra orde di nemici destreggiandovi nello scavare buche piuttosto che innalzando rampe per saltare qualche burrone. Purtroppo, ancora una volta, niente di eccezionale, e, anzi, vi incastrerete in più occasioni a causa di una risposta ai comandi, in questo frangente, non proprio ottimale.

Zap! ora c’è una collina… Zap! ora non c’è più…Per quanto riguarda la grafica, Fracture ci ha decisamente soddisfatti. L’engine proprietario messo a punto dai Day 1 è al passo coi tempi, e in particolare mostra i muscoli proprio nella gestione del terraforming, con un effetto di innalzamento/abbassamento del terreno davvero ben realizzato grazie all’uso di texture azzeccate, effetti particellari assortiti e così via. Insomma, è evidente come questa sia stata la parte più curata dell’intera produzione e il risultato è davvero lodevole. Per quanto riguarda il resto, i personaggi sono ben modellati, e animati discretamente, seppure non dettagliatissimi. I livelli di gioco, divisi in tre maxi sezioni, sono ben realizzati e, nonostante manchi un po’ di varietà visiva, il risultato finale è più che apprezzabile. In particolare la fase finale che vede una fitta neve cadere dal cielo, regala un quadro completo davvero gradevole. Dove invece il gioco invece mostra il fianco alle peggiori critiche è nelle scene di intermezzo. Queste, realizzate col motore del gioco, sono davvero da annoverare tra le peggiori di sempre e, per quanto la trama, esaurite le buone premesse, si riveli tutt’altro che appassionante, si poteva fare sicuramente di meglioSono purtroppo presenti anche alcuni bug che in un paio di occasioni sono anche riusciti a causare blocchi sulla Playstation 3, cosa invece mai accaduta nella versione per X360. Inoltre il gioco non è perfettamente ottimizzato, in quanto, nonostante una generale fluidità, in alcuni frangenti il frame rate crolla drasticamente e, ogni qual volta verrà salvata la posizione, il gioco si esibirà in uno stuttering decisamente notabile. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma è giusto farlo notare visto e considerato l’esborso richiesto al giorno d’oggi per potersi divertire con la next-gen. Positivo il giudizio sul comparto audio. Un bel sistema sorround vi farà godere di esplosioni ed effetti assortiti ben implementati e posizionati nello spazio. Probabilmente grazie alla presenza di Michael Giacchino tra i responsabili dello score, compositore delle musiche di “Lost” e del penultimo cartone Pixar, “Ratatouille”, le musiche riescono a farsi notare per l’ottima qualità generale. Le voci originali sono ben fatte, mentre il doppiaggio italiano è al limite dell’imbarazzante. Se le cut-scene sono talmente fatte male da non risentire della scarsa verve mostrata dalle voci, sentir gridare ancora oggi dai nemici “Fuoco nel buco!” al lancio di ogni granata, ha del grottesco. La longevità si attesta su valori medi del genere, visto che porterete a termine Fracture in una decina di ore. Purtroppo non ci sono elementi pensati a stimolare l’interesse nell’affrontare la campagna single palyer una seconda volta.Il multiplayer di Fracture, invece, va sicuramente ad alzare la votazione globale del prodotto. Scontrarsi contro avversari umani in caotici duelli di terraforming è davvero spassoso e gli sporadici rallentamenti non inficiano la qualità del divertimento. Le modalità presenti sono le solite, con l’aggiunta di due inedite: scavo e irruzione. Con la prima che vedrà le due squadre intente a far sorgere dal terreno delle colonne, dovendo allo stesso tempo abbattere quelle avversarie, mentre la seconda vedrà vincere chi riuscirà ad impadronirsi della base avversaria.

– Ottima implementazione del Terraforming

– Azione frenetica, impegnativa e divertente

– Buon comparto tecnico…

– Trama e soprattutto cut-scene non all’altezza

– Comunque un po’ ripetitivo

– …ma versione PS3 leggermente inferiore

7.3

Fracture non è quel titolo rivoluzionario che forse avrebbe potuto essere, e risulta alla fine uno sparatutto piuttosto ripetitivo, lineare e dalla trama poco curata. Nonostante ciò, è divertente e il trinceratore è davvero ben realizzato e intrigante da adoperare contro i malcapitati pacificani. Il livello di sfida offerto dal gioco è poi alto e anche a livello facile, soccomberete più di una volta sotto i colpi dei nemici, costantemente in superiorità numerica. Inoltre il multiplayer saprà regalarvi più di una soddisfazione e le otto mappe sono più che sufficienti per garantire una certa longevità. Grafica e sonoro sono su livelli più che buoni, anche se la versione PS3 è inficiata da qualche bug in più e presenta una grafica leggermente meno brillante e pulita rispetto alla controparte Microsoft.

Se siete amanti degli sparatutto senza troppi fronzoli, in Fracture troverete una bella sfida, accoppiata a quel pizzico di originalità che al giorno d’oggi non può che far piacere.

Come ultimo appunto, il finale lascia presagire l’arrivo di un prevedibile seguito. Forse qui vedremo sviluppate in maniera più sensibile quelle meccaniche le cui potenzialità non hanno trovato la massima espressione nel primo titolo Day 1 Studios.

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