Recensione

Elena

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a cura di Francesco Ursino

Anna sembra avere tutto quello che si possa desiderare dalla vita: una casa accogliente, tante foto che la ritraggono in compagnia di suo marito, uno studio in cui sfogare la sua passione per la pittura, i colori e l’arte. C’è qualcosa, però, che non torna: da qualche tempo Anna sente che il suo compagno, Lennard, è più distante del solito, quasi come se lui volesse escluderla dalla sua vita. No, questo non è l’inizio di una nuova rubrica dedicata alla “Posta del Cuore” su Spaziogames, ma semplicemente l’incipit narrativo di Elena, titolo esplorativo pensato per essere fruito su Oculus Rift e HTC Vive, ma tranquillamente giocabile anche nella maniera tradizionale, in compagnia di mouse o pad. Scopriamo, allora, dove ci portano le dinamiche di questa coppia problematica.

Lo accetto ma non lo condividoSviluppato da Catch A Cat, Elena si presenta come un’avventura esplorativa in prima persona della durata di poco superiore ai 60 minuti. Un prodotto, perciò, pensato per essere fruito in una sola sessione, sebbene esista un comodo sistema di salvataggio tramite checkpoint. La dinamica principale cui il giocatore dovrà far fronte, come prevedibile, riguarda l’esplorazione degli ambienti della piccola casa di Anna e Lennard, oltre che l’interazione con gli oggetti disponibili nelle varie stanze. Su questi aspetti torneremo meglio in seguito, mentre in questa sede appare più utile concentrarsi sulla narrativa, che rappresenta pur sempre uno degli elementi principali in questo tipo di produzioni. La prima domanda che ci siamo posti avviando l’eseguibile del gioco è: “Perché un gioco che si chiama Elena ha come protagonista principale una ragazza di nome Anna?” Si comprende come già di per sé questo implichi la presenza di altri personaggi estranei alla coppia, il cui ruolo però non sarà chiaro fin dall’inizio. Quello che i giocatori, invece, sapranno fin da subito è che improvvisamente, e senza ragione, il marito di Anna svanirà nel nulla. Durante i primissimi istanti di gioco, infatti, quello che pare essere un normale dialogo tra coniugi verrà sconvolto dalla scomparsa improvvisa dl Lennard. Come se non bastasse, subito dopo questo inspiegabile avvenimento il telefono di casa squillerà, e una misteriosa voce si identificherà come l’unico alleato a nostra disposizione in tutta la faccenda. Da qui in poi partirà la vera esperienza di gioco che si basa su meccaniche molto semplici, legate alla perlustrazione delle stanze ed al ritrovamento di specifici oggetti che aiuteranno a stabilire i fatti. C’è da dire che, in qualche modo, la storia ha saputo ingannarci, facendoci scivolare in una determinata direzione per poi scombussolare tutte le nostre ipotesi nelle sequenze finali. Nel complesso, la narrativa funziona a metà, perché a volte capace di concedere troppo spazio all’inventiva del giocatore, e perciò potenzialmente dispersiva. Arrivati alla fine, in effetti, non abbiamo ben compreso come tutti i particolari della trama siano stati legati tra di loro, anche se dobbiamo sottolineare l’incremento di un certo senso di tensione e di curiosità man mano che ci avvicinavamo alle battute conclusive.

Ho bisogno dei miei spaziLa narrativa di Elena è dunque criptica e ingannevole, e tutto ciò può anche essere ammissibile in un titolo del genere. Sul fronte del gameplay, invece, le soluzioni prospettate sono del tutto classiche, con qualche piccola variante. Per la maggior parte del tempo, come anticipato, ci si ritroverà infatti a girovagare per la casa alla ricerca di oggetti utili a comprendere il mistero di Anna e Lennard. Sarà possibile impugnare e adoperare a proprio piacimento la quasi totalità delle suppellettili, degli scaffali e degli elettrodomestici, con effetti peraltro anche comici, considerato il caos di ammennicoli sparsi sul pavimento creato durante le nostre prove. Disordine a parte, quello che conta è che nel momento in cui ci si imbatte in un elemento di interesse, Anna provvederà ad inserire l’oggetto in una sorta di inventario; dopo aver fatto ciò, il giocatore dovrà recarsi presso l’apposita bacheca e, dopo aver disposto quanto raccolto, cercare di collegare tra di loro gli indizi ottenuti. Si tratta di una tipica dinamica da titolo investigativo (peraltro anche abbastanza scenografica), che consentirà dunque di avanzare tra le varie fasi della narrativa in maniera intuitiva. Considerata la mancanza di altri temi di interesse riguardanti le dinamiche di gioco, osservata anche la scarsa longevità, appare utile spendere qualche parola per il comparto tecnico. In questo ambito, Elena può vantare soluzioni di rispetto sia sul versante audio che su quello video. Il doppiaggio, esclusivamente in inglese, presenta buone performance soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione di Anna, mentre l’aspetto tecnico poggia le sue basi sul più che collaudato Unreal Engine 4. A dispetto di una buona realizzazione complessiva, però, dobbiamo sottolineare la presenza di qualche imperfezione tecnica che seppur di poco conto può portare a fastidiosi contrattempi. Durante la nostra prima partita, per esempio, siamo stati costretti a riavviare il gioco perché era impossibile interagire con qualsivoglia oggetto dopo aver utilizzato la chat di Steam. Sebbene sia stata pensata per essere fruita con dispositivi VR, infine, vale la pena sottolineare come l’esperienza di gioco ben si presti a essere vissuta grazie alla classica accoppiata composta da mouse e tastiera; l’utilizzo del pad è allo stesso modo possibile, ma probabilmente meno comodo.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows 7 Processore: Intel® Core™ i5-750 – Quad-Core with 2.67 Ghz Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: Nvidia GTX 970 DirectX: Versione 9.0c Memoria: 6 GB di spazio disponibile

Requisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 10 Processore: Intel® Core™ i7-3770 Quad-Core with 3.4 Ghz Memoria: 16 GB di RAM Scheda video: Nvidia GTX 980 Ti DirectX: Versione 10 Memoria: 6 GB di spazio disponibile

– Narrativa criptica ma in qualche modo intrigante

– Discreto doppiaggio in inglese

– Fruibile sia con che senza i visori VR

– Longevità assai limitata

– Qualche fastidioso problema tecnico

– Prezzo che non sembra rispecchiare appieno l’offerta

6.0

Elena è un’avventura esplorativa dotata di una narrativa criptica, capace di far nascere un certo interesse. A tutto ciò va ad aggiungersi un discreto doppiaggio in inglese e un’estetica sufficientemente gradevole. Sono evidenti, però, alcuni difetti, come ad esempio la longevità assai limitata, una realizzazione tecnica che presenta piccoli (ma comunque fastidiosi) contrattempi, e un prezzo che tutto sommato non sembra essere in linea con quanto offerto. In ogni caso, considerata anche la possibilità di giocare utilizzando i visori per la realtà virtuale, l’avventura può essere consigliata a chi è in cerca di esperienze narrative in prima persona in cui il fulcro dell’azione riguarda la ricerca di oggetti e l’esplorazione di ambienti circoscritti.

Voto Recensione di Elena - Recensione


6