Recensione

Dragon's Crown Pro, la recensione della remastered su PS4

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Quando avemmo modo di giocare a Dragon’s Crown, nell’ormai lontano 2013, mai ci saremo aspettati di trovarci tra le mani un gioco che fosse la summa di quanto prodotto dai Vanillaware negli ultimi anni. Già con il precedente Odin Sphere, apparso originariamente su PlayStation 2, oltre che con Muramasa per Nintendo Wii, il team capeggiato da George Kamitani aveva dimostrato al pubblico quanto un’estetica ricercata e a tratti mozzafiato potesse legarsi tranquillamente a un gameplay in 2D eccezionalmente bilanciato, al netto di qualche leggera sbavatura. Con Dragon’s Crown, tuttavia, il passo in avanti fu così netto che ad oggi il titoli è considerato uno degli hack ‘n’ slash fantasy più belli e suggestivi di sempre, alla pari di classici intramontabili come Knight of the Round e The King of Dragons (due gioiellini da sala giochi, entrambi targati Capcom). Non stupisce quindi che, nell’era delle remastered, con Dragon’s Crown Pro si sia deciso di dare nuova linfa vitale a uno dei picchiaduro a scorrimento all’arma bianca più affascinanti dell’ultimo decennio. Nello splendore dei 4K.

C’era una volta, nel reame di Hydeland…Dragon’s Crown Pro appare da subito come la versione definitiva dell’omonimo titolo Vanillaware, pensato esplicitamente per sfruttare le potenzialità di PS4 e PS4 Pro. Ma non solo: questa nuova edizione contiene tutti i DLC pubblicati in passato per la versione originale (nata su PS3 e PS Vita), oltre a proporre una risoluzione in 4K e una colonna sonora composta da un’orchestra internazionale d’eccezione. La trama, per quanto semplice, ci immerge da subito in un universo fantasy dotato di un fascino sconcertante: nel regno di Hydeland, un re si mette alla ricerca della Corona del Drago, la cui leggenda narra che sia in grado di donare poteri oltre ogni immaginazione. Purtroppo, l’assenza del sovrano porta nel mondo morte e distruzione: sarà compito di sei guerrieri dal cuore impavido tentare di portare il regno verso la pace di un tempo e per farlo saranno chiamati ad addentrarsi nei meandri di Hydeland, svelandone gli oscuri misteri. Il gioco ci darà subito modo di scegliere una delle classi disponibili, sebbene ci verrà dato modo col tempo di provare con mano tutti i valorosi guerrieri presenti in questa remaster di Dragon’s Crown.Potremo infatti vestire i panni della Strega, grazie alla quale saremo chiamati ad evocare creature dall’oltretomba o effettuare bizzarri incantesimi di Magia Nera, seguita dall’Amazzone, possente e risoluta nel dare colpi di una potenza a tratti devastante. E ancora, potremo impersonare il classico Mago, dotato della capacità di effettuare incantesimi decisamente pericolosi per il nemico, oltre ai più bilanciati Elfo, Nano e Guerriero, quest’ultimo dotato la della migliore abilità difensiva grazie alla capacità di bloccare gli attacchi del nemico grazie a uno scudo. Insomma, un party assolutamente versatile e dinamico che rimanderà inevitabilmente alla mente i picchiaduto a scorrimento del passato (alla Golden Axe, per intenderci).

Quello che i draghi non diconoTecnicamente – ed esteticamente – Dragon’s Crown Pro è una meraviglia: interamente disegnato a mano, coi suggestivi fondali in due dimensioni nel quale si muovono i vari personaggi (le cui proporzioni anatomiche sono volutamente sbilanciate, quasi a voler essere delle caricature), il titolo Vanillaware replica quanto di buono era stato fatto nella versione originale, ma con alcune novità di sorta: innanzitutto, la possibilità di giocare ad una risoluzione in 4K (a patto di avere una PS4 Pro e una TV compatibili) rende il comparto grafico una vera e propria manna dal cielo, complice il fatto che lo zucchero negli occhi è atteso anche nel caso si decidesse di affrontare l’avventura su di una PlayStation 4 “liscia”, tanto è lo sfarzo messo in piedi dal team di Kamitani.Per quanto concerne il gameplay, il gioco resta il picchiaduro a scorrimento in 2D inquadrato di lato con alcuni importanti elementi RPG a fare da contorno, vista la presenza di punti esperienza e bottini di vario tipo, oltre ovviamente alla possibilità di far salire di livello i sei eroi. Chiaramente, il massimo godimento è dato dal multiplayer cooperativo fino a quattro giocatori, sebbene sia tranquillamente possibile giocare anche accomagnati dai compagni mossi dalla CPU. Nota: chiunque fosse in possesso di un salvataggio della versione PS3, sappia che può caricare tutti i progressi e utilizzare nuovamente i vecchi personaggi conservati in memoria (con tutti i potenziamenti al massimo). Dulcis in fundo, anche la colonna sonora ha subito un profondo restyling, essendo stata riarrangiata da una vera orchestra sinfonica, cosa questa che rende ancora più epiche e monumentali le musiche originali di Hitoshi Sakimoto. Tutto perfetto quindi? A dire il vero no: si potrebbe lamentare un certo caos nelle battaglie più concitate, oltre a una certa linearità dei vari dungeon (unita a un backtracking a volte sfiancante). Ciononostante, Dragon’s Crown Pro è lo stesso – immenso – titolo che abbiamo imparato ad apprezzare diversi anni fa, imperdibile per chiunque voglia provare l’ebrezza di un hack ‘n’ slash in salsa fantasy d’altri tempi, ma con un comparto estetico in grado di fare uscire gli occhi dalle orbite, letteralmente.

Esteticamente e visivamente mozzafiato

Immediato e raffinatissimo nel gameplay

Colonna sonora evocativa

Un po’ troppo lineare in alcuni passaggi

Caotico, a tratti

8.0

Dragon’s Crown Pro su PlayStation 4 è l’espressione massima del fantasy in chiave 2D. O perlomeno, della visione immaginata da Vanillaware, grazie ora anche e soprattutto allo sfarzo dei 4K che – tanto su PlayStation 4 Pro quanto anche su PS4 liscia – rendono il titolo un assoluto spettacolo artistico ed estetico. Senza dimenticare che il gioco è ancora un hack ‘n’ slash come se ne trovano pochi in giro, invecchiato altrettanto bene e ora disponibile nella versione più completa e sgargiante mai uscita. Se lo avete perso ai tempi, sapete cosa fare.

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8