Disney Infinity 3.0 - Alla Ricerca di Dory

Avatar

a cura di Gottlieb

Disney Infinity ha ormai chiuso i battenti: l’impero americano ha deciso che non continuerà la sfida lanciata agli Skylanders tre anni fa, nel 2013, né all’imminente Lego Dimensions, che a settembre arriverà anche in Italia. Nonostante questa importante decisione, però, restavano dei playset ancora da mostrare al mercato, per mantenere fede a quel programma di release che avrebbe dovuto seguire di pari passo gli arrivi al cinema. Dopo, quindi, il playset de Il Libro della Giungla, che ha riproposto Baloo nella sua versione disneyana, e i nuovi personaggi di Star Wars: Il Risveglio della Forza, tocca al nuovo film di casa Pixar: Alla Ricerca di Dory, in arrivo a settembre nelle sale cinematografiche italiane.

Chiamata alle armiIl playset si presenta con un modello di Dory, il Paracanthurus hepatus protagonista del sequel de Alla Ricerca di Nemo, e un modello di Nemo, il pesce pagliaccio dispersosi nel primo film Pixar. Insieme con loro, chiaramente, anche la base per attivare la loro avventura, che si basa sulla versione 3.0 di Disney Infinity, quella che recentemente aveva beneficiato della grande espansione chiamata Marvel Battlegrounds. L’avventura è giocabile sia da soli, scegliendo uno dei due personaggi, che in coop, utilizzandoli entrambi, ai quali poi si affiancherà anche Marlin, che sarà l’NPC di turno, erto a guida per tutto il nostro giro turistico negli oceani. 

Diversamente da quanto accade nella trama del film, che in Italia arriverà nel mese di settembre con il canonico ritardo che condiziona le produzioni Pixar (vedi anche Inside Out lo scorso anno), l’espansione di Finding Dory non si concentra sull’interrogarsi sulle origini del Paracanthurus, ma sull’offrire a tutti i pesci dispersi nell’oceano un rifugio per trovare pace e serenità. L’avventura presenta delle idee abbastanza interessanti per un gameplay che altrimenti richiederebbe di andare semplicemente dal punto A al punto B, in maniera decisamente facile e immediata, con ogni livello che non supera i dieci minuti di durata: tra le proposte apprezzate abbiamo trovato la raccolta dei pesciolini da portare in salvo e da utilizzare per sbloccare alcuni passaggi, il che ci ha ricordato molto le sessioni di platforming di Oddworld; inoltre sarà possibile anche richiedere il supporto di altri abitanti dell’oceano, come per esempio il gamberetto capace di mangiare le alghe e quindi di aprire nuovi passaggi a Dory o Nemo. La decisione di passare dalla visuale bidimensionale dei livelli, al tridimensionale velatamente open world del rifugio da costruire, permette anche di apprezzare la dinamicità dell’ambiente e dei fondali, realizzati prendendo in prestito tutto quello che è il materiale Pixar. 
Ogni livello, inoltre, aumenta la propria rigiocabilità aggiungendo delle insenature all’interno delle quali potersi infilare soltanto con il supporto di uno degli altri animali marini rintracciati nel corso della vostra avventura: con il supporto della croce direzionale, quindi, potrete scegliere se farvi illuminare il percorso dalla seppia o se far triturare le alghe dal gamberetto e così via. L’avventura procede in maniera abbastanza semplice, con una durata non eccessiva, che viene però aumentata anche dalla valutazione che potrete ottenere di livello in livello – con un massimo di tre stelle – portando a termine tutti gli obiettivi richiesti: tutti saranno assolutamente raggiungibili anche nella prima run, ma tenendo come riferimento il target di riferimento di Disney Infinity è più che giustificabile la possibilità di ritrovarsi dinanzi a un’immediata seconda run per soddisfare tutte le richieste elencate. Infine, all’interno dell’open world di Dory, sarà possibile non solo continuare nella storyline ascoltando ciò che Marlin avrà da dirci, ma anche accettare delle missioni secondarie per soddisfare le richieste degli altri abitanti dell’oceano: per lo più si tratterà di rintracciare qualche disperso o supportare le attività degli altri pesci. Tutte situazioni che non si esaltano per varietà, ma che comunque aumentano la quantità di azioni da compiere all’interno del rifugio.

La barriera corallinaPassando al colpo visivo, l’espansione di Finding Dory ha tutto ciò che arriva direttamente dalla pellicola cinematografica: come vi abbiamo già detto poc’anzi, l’intenzione era quella di realizzare una sorta di tie-in, distanziandosi però dalla trama, che così non verrà spoilerata al pubblico europeo, in attesa dell’arrivo della pellicola a settembre nei cinema. I colori, però, così come tutti i modelli, da Dory a Marlin, sono identici, così come d’altronde avviene per tutti gli ambienti e i fondali. Muoversi all’interno dell’espansione è un’avventura quasi in realtà aumentata dinanzi alla pellicola, anche se nell’open world, quindi nella terza dimensione, le problematiche legate allo spostamento sono abbastanza consuetudinarie, soprattutto per una legnosità della telecamera, non proprio reattiva. Discorso diverso nel bidimensionale, là dove tutto sarà molto più fluido e immediato e dove, d’altronde, vive l’intera avventura, che della parte open world sfrutta soltanto il concetto della scatola di giochi, caro a Disney Infinity. 

Con il playset de Alla Ricerca di Dory Disney Infinity chiude la propria produzione e chiude la propria avventura commerciale: l’ultima espansione ci permetterà di vivere uno dei sequel più attesi della storia cinematografica di Pixar, che ha cavalcato, con qualche anno di ritardo, l’onda del successo ottenuto da Dory, capace di rubare la scena ai due protagonisti de Alla Ricerca di Nemo. La release del playset è decisamente ante litteram a quella cinematografica, ma il gap temporale non vi rovinerà l’esperienza, avendo creato un’avventura ad hoc nel Parco Oceanografico. Con qualche enigma ambientale, con qualche idea interessante in fase di gameplay e delle fasi di platforming bidimensionale, Alla Ricerca di Dory è un ottimo DLC all’avventura 3.0 di Disney Infinity e che merita di essere acquistato, come ottima chiusura di un’operazione di merchandising che pur non essendosi dimostrata vincente e duratura ha saputo riportare i videogiochi Disney nelle case dei più giovani.