Recensione

Devil May Cry 4

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a cura di Falconero

Nell’ormai lontano 2001, Capcom rilasciò sul mercato Devil May Cry, uno splendido action game che, grazie ad un gameplay frenetico ed estremamente appagante, impreziosito da ambientazioni di grande impatto visivo, riuscì a conquistare rapidamente l’interesse e l’amore della critica ma soprattutto del pubblico. Sulle ali del successo, la software house nipponica realizzò un seguito che, nonostante le ottime premesse non si dimostrò all’altezza delle aspettative. Due anni più tardi, dopo questo “mezzo passo falso”, gli sviluppatori tornarono alla carica con il terzo capitolo della serie, un titolo capace di risollevare le sorti del franchise, per riportarlo al suo “vecchio splendore”. Ora, a distanza di tre anni dall’uscita dell’ottimo Devil May Cry 3 – Dante’s Awakening, il diavolo più famoso del panorama videoludico contemporaneo, approda per la prima volta su una console targata Microsoft con Devil May Cry 4, un prodotto che nessun appassionato di action games potrebbe mai farsi sfuggire. Ma la domanda è: sarà davvero la Killer Application che tutti si aspettavano? Scopriamolo insieme.

L’inferno è troppo piccolo per tutti e dueCome molti di voi già sapranno, in questo titolo Dante non ricoprirà più il ruolo di protagonista assoluto; al suo posto, almeno inizialmente, troveremo Nero, un giovane demone quasi identico allo stesso Dante, appartenente all’Ordine della Spada, una misteriosa setta che venera e prega Sparda come un salvatore destinato, prima o poi, a ritornare nel mondo per salvare nuovamente l’umanità dalla distruzione. L’avventura ha inizio nel bel mezzo di una funzione religiosa, dove il leader dell’ordine, insieme a tutti i suoi fedeli, prega, come di consueto, per il ritorno di Sparda; all’improvviso una finestra della cattedrale s’infrange, e Dante fa il suo ingresso nella sala. Senza che nessuno abbia il tempo di rendersi conto del pericolo, il misterioso acchiappademoni sfodera la sua fedele Ebony e spara un proiettile dritto in mezzo agli occhi di “Sua Santità”. Il terrore si dipinge sul volto dei fedeli mentre Dante si gira verso di essi con il volto ricoperto di sangue, quasi ad invitare le guardie ad attaccarlo. Il “nostro” eroe si libera dei suoi avversari in pochi secondi, fino a che Nero non decide di buttarsi nella mischia; ha così inizio una sfida all’ultimo sangue tra i due demoni, che si conclude non appena Dante, capita l’immensa potenza del suo avversario, decide di andarsene, quasi risparmiandolo da morte certa. Com’è facile intuire, a questo punto il giovane Nero decide di partire alla ricerca di Dante, al fine di vendicarsi per la morte del proprio Leader. Ce la farà? Starà a voi scoprirlo. Che la caccia abbia inizio!

Staffetta demoniacaUna delle particolarità di questo titolo, come detto poc’anzi, è che nel corso dell’avventura Nero e Dante si daranno “il cambio”, avvicendandosi nel ruolo di protagonista. Gran parte dell’avventura sarà vissuta nel ruolo del giovane demone, mentre nella parte finale, Dante ritornerà prepotentemente sul palcoscenico per sfoggiare le sue abilità di “devil hunter”. La “staffetta” tra i due personaggi potrebbe rivelarsi traumatica per i neofiti della serie, poiché, dopo un buon numero di missioni intraprese con un determinato stile di lotta, sarà necessario abituarsi alle caratteristiche del caro vecchio Dante. A parte questo piccolo “problema”, che per i fan della serie rappresenterà solo un piacevole ritorno al passato, l’aspetto più discutibile per ciò che concerne le missioni di Dante è il “backtracking”. In pratica, una volta preso il controllo del “vecchio” protagonista, dovrete ripercorrere i luoghi visitati in precedenza con Nero, spesso e volentieri fronteggiando anche gli stessi nemici. Tutto questo potrebbe risultare alquanto monotono, nonostante la possibilità di vivere l’avventura con un nuovo personaggio. Un vero peccato. Alla luce della qualità complessiva del prodotto, una storia parallela avrebbe incrementato esponenzialmente il coinvolgimento e soprattutto il divertimento di gioco.

GameplaySebbene ci si aspettassero grandi cambiamenti, in DMC4 la struttura tipica del gameplay è rimasta quasi del tutto invariata. Le uniche novità sono legate alle abilità di Nero, il quale potrà contare su un arsenale di tutto rispetto: il Devil Bringer braccio demoniaco che oltre ad essere utilissimo in combattimento, permetterà superare anche alcune sezioni in perfetto stile platform, la Blue Rose una potentissima pistola, e la Red Queen, una spada a dir poco unica. Sarà proprio quest’arma a garantirvi immense soddisfazioni nel corso degli scontri; grazie alla presenza di un acceleratore simile a quello di una motocicletta, Nero potrà ricorrere all’Exeed System, un sistema di carica che gli permetterà di incrementare esponenzialmente la potenza della spada. Ad accezione delle abilità di Nero appena citate, che hanno indubbiamente portato una ventata di freschezza nelle già collaudate meccaniche di gioco dello scorso capitolo, le abilità del “vecchio” Dante, non hanno subito particolari cambiamenti. Il nostro eroe potrà utilizzare nuovamente i suoi “classici” quattro stili di combattimento: Royal Guard, perfetto per chi ama difendere con stile, Gun Slinger, adatto a chi predilige le armi da fuoco, Trickster, tipico stile da “sbruffone” per annientare i nemici con contrattacchi tanto letali quanto belli da vedere e Sword Master, “il meglio” per chi preferisce ricorrere alla mitica Rebellion durante gli scontri. A differenza di DMC3, dove per cambiare il proprio stile di lotta era necessario interrompere il gioco, in questo titolo sarà possibile passare da un’abilità all’ltra istantaneamente, con la semplice pressione del d-pad. Questa novità si rivela una delle più gradite, in quanto vi permetterà di rendere ogni combattimento molto più piacevole e appagante, senza però impoverire la frenesia che contraddistingue l’andamento di gioco.

Per veri diavoliLe passate edizioni della serie sono state considerate come “troppo difficili” per l’utente medio. In questo senso Devil May Cry 4 rappresenta un eccezione, anche se solo in parte. I due livelli di difficoltà iniziali, ovvero Umano e Acchiappademone, rispettivamente Facile e Medio, non si dimostrano infatti particolarmente ostici da portare a termine, mentre gli altri quattro (Devil Hunter, Dante must Die, Heaven or Hell e Son of Sparda), sbloccabili completando il gioco, risultano incredibilmente complessi e frustranti. Completare il gioco con tali impostazioni non sarà assolutamente alla portata di tutti, ma solo di coloro in grado di “sopportare” numerose sconfitte o di chiunque possegga l’abilità per affrontare un vero e proprio inferno. Oltre ai sei livelli di difficoltà, i giocatori più esperti potranno mettere alla prova le loro capacità di devil hunters dedicandosi al ”Bloody Palace”, una modalità molto simile a quella già presente in Devil May Cry 3: Special Edition, dove l’obbiettivo primario sarà quello di sopravvivere il più a lungo possibile. Le molteplici variazioni di difficoltà proposte, a cui si aggiungono una serie di achievements, molti dei quali davvero difficili da ottenere, garantiscono una longevità al di sopra delle più rosee aspettative. Se vorrete avere qualche possibilità di fare “jackpot”, ovvero di conquistare i 1000 gamerpoints a disposizione, armatevi di molta, moltissima pazienza. Ne avrete bisogno!

Comparto TecnicoDal punto di vista tecnico, Devil May Cry 4 si attesta su degli ottimi standard, testimoniando il grande lavoro svolto dagli sviluppatori per realizzare un prodotto che potesse davvero sfruttare le potenzialità del nuovo hardware. Il comparto grafico è indubbiamente uno degli aspetti migliori del prodotto; la realizzazione degli scenari, ancora una volta in chiaro stile gotico, è di grande spessore e garantisce un notevole impatto visivo indipendentemente dal luogo perlustrato. Ogni ambientazione si dimostra infatti molto suggestiva, anche grazie ad una scelta cromatica adeguata al contesto demoniaco tipico di questo franchise. Per quanto riguarda i personaggi giocabili, Nero e Dante, la realizzazione è anche in questo caso eccezionale; il look e gli armamenti dei due protagonisti denotano una pulizia d’immagine davvero notevole, così come le loro animazioni, che risultano fluide e soprattutto belle da vedere anche nelle situazioni di gioco più concitate. I modelli poligonali dei nemici sono anch’essi di ottima fattura, siano essi semplici demoni da abbattere nel corso delle fasi di esplorazione, o boss di fine livello. Questi ultimi sono senza dubbio tra i più belli mai visti in un titolo Capcom; imponenti e suggestivi come non mai, i demoni più potenti non solo saranno una gioia per gli occhi, ma sapranno emozionarvi ed affascinarvi per tutto l’arco dello scontro. L’atmosfera, pur essendo molto coinvolgente, è in parte rovinata dalle “solite” barriere invisibili che delimiteranno il percorso di gioco. Sebbene questi “muri”, già aspramente criticati in passato e inspiegabilmente riproposte in questo quarto capitolo della serie, non abbiano reali effetti sul normale andamento del gioco, il realismo potrebbe, purtroppo, risentirne in maniera tutt’altro che marginale. Tralasciando questo “piccolo” difetto, l’aspetto più affascinante del prodotto sono sicuramente le sequenze d’intermezzo; ogni filmato, anche quello apparentemente più “tranquillo” si rivela un tripudio di spettacolarità dove l’azione nuda e cruda, saprà emozionarvi e coinvolgervi come pochi altri titoli sono stati in grado di fare fino ad oggi. Le sequenze, oltre ad essere molto curate a livello visivo – tranne qualche leggerissimo calo di frame ogni tanto – sono infatti realizzate in maniera encomiabile, dimostrandosi all’altezza dei migliori action-movies hollywoodiani. Il comparto sonoro, anch’esso molto curato, si rivela decisivo per accrescere la bellezza dell’atmosfera di gioco. Le musiche di sottofondo che accompagneranno la vostra avventura sono di ottima fattura e, specialmente durante i combattimenti più intensi, garantiscono un buon grado di coinvolgimento. In questo senso gli effetti sonori ricoprono un ruolo tutt’altro che marginale; il dolce suono di due lame che si incontrano, o il rumore di un proiettile ben calibrato sono solo due esempi dell’estremo realismo che gli sviluppatori hanno cercato di proporre al pubblico. A questo si aggiunge un buonissimo doppiaggio, purtroppo solo in inglese, che incrementa notevolmente l’intensità e delle cutscenes.

– Ottimo comparto tecnico

– Gameplay solido

– Azione frenetica ed appagante

– Buon numero di extra

– Poche novità in termini di gameplay

– Backtracking

8.8

Il diavolo più amato dei videogames fa il suo debutto sulla console di casa Microsoft con un prodotto di indubbio spessore, che può essere facilmente catalogato tra i “must” assoluti del panorama videoludico contemporaneo. Grazie a un comparto tecnico di ottima fattura e a un gameplay solido e divertente, Devil May Cry 4 si propone al pubblico come il miglior action-game attualmente disponibile sul mercato. La frenesia dell’azione, unita alla spettacolarità degli scontri, specialmente quelli contro i boss di fine livello, saprà regalarvi un’esperienza di gioco appassionante e coinvolgente, da cui difficilmente sarete in grado di allontanarvi. Inoltre, la presenza di un buon numero di extra garantisce un’elevata rigiocabilità, anche dopo aver completato la story-mode. In definitiva, se foste alla ricerca di una “killer application” da aggiungere alla vostra collezione, smettete immediatamente di leggere questa recensione e fiondatevi al negozio di videogames più vicino. Che cosa fate ancora lì? Le porte dell’inferno vi attendono!

Voto Recensione di Devil May Cry 4 - Recensione


8.8