Cosa ci ha lasciato l'anno appena concluso?

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Si ricomincia.
Il 2016 è giunto alla sua conclusione ed è dunque tempo di bilanci, di valutare ciò che questi dodici mesi sono stati per il nostro settore e se è stata o meno una buona annata. Verrebbe da rispondere che è stata buona ma non eccelsa, che alcune occasioni sono state sprecate, altre ben sfruttate e che certe tendenze rimangono tutte da decifrare anche in prospettiva futura. Partiamo proprio da quest’ultime.
Console di metà generazione, realtà virtuale e update post-lancio
L’utenza tende ormai a dare un’importanza primaria al comparto tecnico, un valore di assoluto rilievo che ha di conseguenza indirizzato i signori del mercato ad operare delle scelte che potessero tentare di soddisfare la richiesta di avere giochi più belli da vedere senza attendere ben più di un lustro per chiudere un ciclo. Nascono così le console di metà generazione, che sono solo degli aggiornamenti hardware che ospitano di fatto gli stessi giochi, coi medesimi contenuti delle macchine precedenti. Così come succede per il PC, le console sono ormai entrate nell’ordine di idee di offrire ai consumatori prodotti di fasce differenti, e dopo PS4 Pro anche Microsoft si accinge a fare lo stesso passo a fine 2017, senza tuttavia tagliare fuori tutti gli altri consumatori. Si tratta di un trend che abbiamo visto nascere proprio nell’anno appena trascorso, che – vendite permettendo – dovrebbe rappresentare la nuova regola per il mondo console. Ci sono insomma delle possibilità di scelta per chi acquisterà le prossime console a qualche anno dall’uscita; sta poi al consumatore capire quali sono le proprie esigenze, se sente il bisogno di avere un mero upgrade grafico (talvolta problematico, come abbiamo visto) o se preferisce farne a meno.
Rimanendo in ambito console, non si può fare a meno di parlare dell’arrivo della realtà virtuale con PlayStation VR, che nonostante l’obbligo di doversi piegare a diversi compromessi tecnici è riuscita a portare nelle case quella che è stata fino a poco tempo fa una prerogativa del mondo PC. Lo ha fatto a un prezzo abbordabile e offrendo una buona quantità di titoli di lancio, che non sono però riusciti a sdoganarsi dall’etichetta di tech-demo o “esperienze” studiate ad hoc. Si tratta di una tecnologia ancora molto acerba, che potrebbe rappresentare una buona alternativa di gioco per il futuro ma che presenta ancora sin troppe incognite. Su tutte, il supporto e il gradimento che avrà sul  medio e lungo periodo.
Un’altra tendenza che ha iniziato ad affermarsi nel 2016 è la presenza di importanti aggiornamenti che aggiungono elementi di gioco non presenti al lancio, con buona pace di chi acquista al day one. Il caso più eclatante è stato No Man’s Sky, ma ci sono altri esempi (tra l’altro anche illustri) ad aver seguito questa politica che poco ci piace. Se da una parte dimostra che i team di sviluppo hanno a cuore i propri prodotti, ascoltano i fan e tentano di correggere il tiro, il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che i giochi incompleti al lancio sono diventati ormai una gran brutta abitudine: le software house non riescono a rispettare più le scadenze, i ritmi di sviluppo sono diventati feroci e la visione degli sviluppatori può cambiare anche “in corsa”. Vedremo cosa ci riserverà il 2017 e se questa tendenza assumerà connotati rilevanti.
Belli ma non da impazzire, le fatiche dei tripla A, la tradizione che non muore mai
Durante gli ultimi giorni dell’anno abbiamo assegnato gli Spaziogames Awards, i nostri premi annuali che eleggono i migliori giochi delle categorie da noi scelte, culminati col Goty 2016. Ora che l’anno è finito e che l’intera redazione si è liberata da quest’onere possiamo affermare quanto il 2016 abbia rappresentato una discreta annata, con davvero pochissimi titoli che possono essere considerati imperdibili o davvero clamorosi. Il livello medio delle produzioni è stato alto, ma va ammesso che non sono mancate delle cocenti delusioni, anche da franchise illustri che si sono ritrovati a fare i conti con una qualità non in linea con gli standard moderni e con i gusti del pubblico. Non c’è bisogno di fare un elenco: le nostre recensioni e i nostri approfondimenti li avete letti e sapete benissimo cosa ha funzionato e cosa no. Facendo un bilancio, i titoli da giocare assolutamente si contano sulle dita di una mano, mentre ancora una volta, dal sottobosco indie, sono arrivate delle gradite sorprese che vi consigliamo di recuperare. Per i cosiddetti tripla A poteva insomma andare molto meglio, ma capiamo che l’avvento delle console di metà generazione possa aver cambiato un po’ le carte in tavole e stravolto i piani di diverse compagnie. Al di là di questo, va segnalata una fase di affaticamento da parte delle grandi produzioni, che hanno registrato in molti casi dei netti cali degli introiti rispetto agli scorsi anni; sintomo, questo, che il ricambio delle vecchie IP con quelle nuove fa parte delle necessità primarie delle software house più importanti.
Non va però dimenticato che quello appena trascorso è stato anche l’anno dei grandi ritorni, dei giochi che ci hanno fatto aspettare un’eternità prima di presentarsi. Stiamo parlando da una parte di Final Fantasy XV, ottima ripartenza per una saga storica (che ha avuto una gestazione lunga e complicata), e di The Last Guardian, che nonostante le più infauste previsioni è riuscito ad arrivare nei negozi, ammaliare e mantenere intatto il fascino tipico delle opere di un grande autore. 

Il 2016 ha avuto dei graditi ritorni, delle nuove tendenze di mercato da tenere bene d’occhio durante i prossimi mesi, e tanti giochi di buona qualità. Sono però mancate le opere memorabili, quelle capaci di segnare un’intera generazione, e abbiamo assistito – con discreta sorpresa – ad alcune novità (odiate, parzialmente accettate e da qualcuno anche ben accolte) che si sono insinuate nel nostro settore con l’intenzione di rimanere e ribaltare ancora una volta le certezze di tutti gli appassionati. In positivo, o in negativo, lo vedremo insieme nel corso di questo 2017. Ben ritrovati, ragazzi: ci aspetta un altro anno ricco di sorprese, ancora una volta insieme.