Recensione

Bound By Flame

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a cura di FireZdragon

CD Projekt e From Software, rispettivamente con The Witcher e la saga Souls, hanno letteralmente fatto impazzire gli amanti dei giochi di ruolo e non ci è voluto molto prima di vedere spuntare come funghi progetti che ne ricalcassero le orme, pronti ad attirare qualsiasi appassionato non ancora sazio di demoni, mostri e armi incantate. Il futuro per i fan è sicuramente roseo e all’orizzonte si stagliano una moltitudine di titoli interessanti, tra cui si annoverano i seguiti delle due serie sopracitate e ovviamente quel Dragon Age Inquisition del quale ancora oggi si sa veramente pochissimo. Come un’ombra che si muove lesta tra i titoloni tripla A spunta anche Bound by Flame, gioco preso in esame proprio in questa recensione. Dopo aver sviscerato la produzione fino al midollo, siamo pronti a dirvi se è meritevole di attenzione o se invece potete tranquillamente lasciarla bruciare tra le fiamme infernali.

Nuovo mondo e nuovi eroiIn Bound By Flame impersonerete Vulcan, un mercenario al soldo delle Lame Franche dedito a difendere il mondo di Vertiel dall’invasione di un esercito di non morti, capeggiato dai sette potenti necromanti del ghiaccio. Durante un mistico rituale ad opera degli Scribi Rossi però qualcosa va storto e un’esplosione ci travolge, facendoci perdere i sensi e cambiandoci profondamente.Un demone si impossessa infatti del nostro eroe fornendogli una doppia personalità, fattore che durante tutta la narrazione svolgerà un ruolo importantissimo, permettendo al giocatore di compiere scelte morali differenti che andranno ad influenzare direttamente storia e psiche del nostro alter ego. Sono scelte piuttosto nette, senza sfumature, ma che ci hanno comunque soddisfatto, se non altro per la trasformazione di Vulcan che, lentamente e assecondando i voleri del demone, cambierà non solo il modo di approcciarsi ai personaggi secondari ma anche estetica, con corna che sfonderanno l’elmo e fiamme che lacereranno pelle e armatura per donargli un aspetto malvagio. Promosso quindi a pieni voti il lavoro svolto sul protagonista, indubbiamente almeno un paio di scalini sopra rispetto a tutti i congregari. Privi di carisma, banalotti e stereotipati al massimo, gli npc con cui entreremo in contatto non lasceranno nulla in termini di emotività, essendo mere caricature di eroi visti già altre decine di volte. Non mancano infatti l’elfo arciere, la misteriosa maga oscura o l’umana guaritrice, per un pieno di cliché di cui avremmo fatto volentieri a meno.Poco importa quindi se potremo arruolare ognuno di questi sedicenti eroi e trascinarlo con noi in battaglia, la loro intelligenza, esattamente come quella dei nemici, non brilla e anche le azioni più basilari come cure e attacchi diverranno lente e macchinose, praticamente inutili in un contesto frenetico come quello di Bound of Flame.

Sguainiamo le lame, ancora una voltaIl combat system mischia elementi puramente action, con un tasto dedicato ai colpi veloci ed uno ai colpi potenti e caricati da inanellare in sequenza, e la tattica vista in Dark Souls, dove sbagliare i tempi di una schivata o di una parata potrebbe significare andare a perdere più di metà vita, anche contro le truppe basilari dei non morti. Menare fendenti diverte però solo fino a un certo punto, poiché la totale assenza di una fisica curata per gli impatti non riesce a trasmettere quel feeling necessario ad innamorarsi dei combattimenti. Ad aggravare il tutto purtroppo ci si mette di mezzo uno sbilanciamento pauroso della classe del guerriero, che potrà, semplicemente rimanendo immobile con la guardia alzata, divenire praticamente immune a tutti i colpi leggeri e a distanza che gli arriveranno contro. Colpite una sola volta tutti i nemici, così da prendere l’aggro, e poi lasciate che il vostro compagno di squadra faccia il resto, per una meccanica noiosa e ripetitiva ai massimi livelli.

Solo i nemici più grossi e caparbi potrebbero mettervi in difficoltà, ma la possibilità di effettuare brevi schivate dovrebbe togliervi da ogni empasse. Noi abbiamo giocato in modalità bufalo, la terza delle quattro disponibili e i problemi maggiori derivavano purtroppo da animazioni dei nemici completamente errate, con arcieri capaci di coglierci alla sprovvista scagliando salve di frecce dandoci la schiena o boss dotati di combo imparabili che continuavano a martellarci anche una volta a terra senza lasciarci alcuna possibilità di reazione, rendendo particolarmente frustranti gli scontri.Purtroppo non va meglio optando per una delle altre due classi disponibili: una sorta di assassino dotato di pugnali e basato sulle kill silenziose e il piromante, mago del fuoco capace di infondere fiamme nelle lame, scagliare palle incendiarie o proteggersi con armature ardenti. Non esistono statistiche di sorta da potenziare, ma ad ogni passaggio di livello si potranno assegnare punti speciali sui tre diversi rami di talenti per creare una build adatta al proprio stile di gioco, per un’evoluzione globale soddisfacente anche se non particolarmente ricercata o varia.

Non droppo la spada che voglio? Me la crafto! Anzi no.Ad aggiungere un po’ di sale al tutto ci si mette un sistema di crafting estremamente basilare, dove piuttosto che creare armi e armature nuove sarà possibile potenziare quelle lasciate cadere dai nemici, aumentandone danno, resistenze o effetti elementali. Pozioni, trappole e dardi saranno le altre opzioni fruibili, davvero troppo poco per non considerare questa feature un mero elemento di contorno, lontanissimo dalla profondità vista nei concorrenti diretti. È una semplicità che si riflette anche sulla mappa di gioco, solitamente caratterizzata da un hub principale dove raccogliere quest primarie e secondarie per poi esplodere in aree estremamente lineari e guidate che accompagneranno Vulcan passo passo verso il combattimento finale. Le venti ore scarse necessarie per portare a compimento il titolo scivoleranno via piuttosto velocemente una volta padroneggiate le meccaniche e l’unica cosa che probabilmente vi spingerà a proseguire sarà proprio l’evoluzione del vostro personaggio, solo elemento davvero valido in un gioco che purtroppo, non convince sotto molti altri aspetti.

Anche il comparto tecnico è pesantemente altalenante, e sia nella sua versione PC che in quella next gen emerge una modellazione poligonale davvero scarsa, texture non eccelse e animazioni piuttosto raffazzonate e spesso scollegate tra loro, soprattutto durante la corsa, scattosa ed eccessivamente accelerata. Si salva invece l’equipaggiamento, ricercato nel design ma mai esagerato, con armature e armi realistiche di buona fattura.

– Vulcan è un personaggio interessante, quantomeno la sua doppia anima

– Skin graziose di armi e armature

– Il combattimento aveva delle basi per fare bene…

– Personaggi banali

– Sbilanciamenti nel gameplay

– …Rovinate da meccaniche inadeguate

– Animazioni legnose

– Ambientazioni anonime

5.0

Bound by Flame è un titolo con del potenziale ma che non è riuscito a metterlo in mostra come speravamo. I personaggi sono scialbi, privi di qualsivoglia carisma ad eccezion fatta per Vulcan, lui si dalla storia interessante e coinvolgente. Il nostro anti eroe è l’unico vero valido motivo per giocare il titolo targato Spider e probabilmente anche la molla che vi farà arrivare verso la fine del gioco. Povero il sistema di combattimento, altalenante il comparto tecnico e buono esclusivamente il sistema di crafting, quantomeno originale. Un titolo insomma che non riesce a stare a livello dei competitor diretti, decisamente in un altro universo.

Voto Recensione di Bound By Flame - Recensione


5