Anteprima

Beat the Beat: Rhythm Paradise

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a cura di Pey'j

Le voci persistenti, accavallatesi negli ultimi mesi: «Il Wii è morto!», «Non esce più un gioco!», «Almeno localizzino le robe giapponesi…!» dopo il recente E3 vengono affiancate da nuove speranze, sintetizzabili in: “Il Wii è morto. Viva il Wii, quello con la U!” Il WiiU però sarà disponibile solo fra un anno, mese più, mese meno. E nel frattempo? Nel frattempo, fra un TBA e l’altro, fra uno Zelda – si narra – a ferragosto e un Fatal Frame vaporizzato, Rhythm Paradise avrebbe l’ardire di offrirsi a noi davvero fra pochissimo. Quanto pochissimo? Ehm…

Destra… sinistra… su… giù… Anzi no: A, A, A…L’imminente episodio per Nintendo Wii è il terzo di una serie nata per GBA e passata successivamente al DS ricevendo una buona accoglienza da parte della critica e divertendo non poco coloro che l’hanno giocato. Si tratta di un rhythm game puro, come del resto suggerisce il nome, e sembra che a questa purezza lo sviluppatore  (Nintendo medesima) non rinunci, semmai tendendo ad affermarla ulteriormente, ove possibile.Una serie di mini-game richiede al giocatore l’abilità di agire perfettamente a tempo, seguendo il beat incalzante proposto dalle musiche (il ritmo) e dagli effetti sonori che dettano le tracce cui agganciarsi (i pattern). I caratteri rivelati dai trailer e dalle sezioni giocabili all’E3 hanno già popolato la precedente versione portatile. I giochi invece dovrebbero essere tutti nuovi o rinnovati.L’aspetto di Rhythm Paradise (Heaven per gli americani, Tengoku per i giapponesi) è piuttosto elementare e stilizzato e tuttavia assai accattivante e del tutto coerente con la spassosa, genuina follia tipicamente giapponese che vivacizza il titolo. Velocità, benigna compulsività, demenzialità, freschezza sembrano tutte qualità proprie a Rhythm Paradise.La colonna sonora (composta anche in questo caso dal noto artista giapponese Mitsuo Terada, in arte Tsunku) si direbbe sappia fare il proprio sporco lavoro, magnetizzando a dovere il giocatore che in questa trance deve comunque mantenersi lucido e agire opportunamente sui pulsanti del Wiimote. Sì, sui pulsanti. Diversamente da quanto ci si sarebbe atteso, infatti, Rhythm Paradise non utilizza i sensori dei controller Wii. Delusione? Disdetta? Nintendo che mi combini? Prima mi fai i controller innovativi e poi non me li sfrutti? Molto probabilmente no. Per almeno due motivi, possiamo arguire. E cioè per l’incalzare dell’azione (con il potenziale affaticamento muscolare che sarebbe seguito se si fosse andati giù di motion) e per il probabile rigore applicato dal software nel rilevare gli input, difficilmente assecondabile giocando con un approccio ginnico. La scelta in questione, dunque, ci fa sperare in un gioco che, seppur semplice, immediato e scanzonato, si riveli impegnativo e programmato a puntino.Il divertimento ritmico sembra possa condividersi in una coop ancora non ben specificata.Un elemento che certamente suscita ulteriore curiosità deriva dall’accento posto dagli sviluppatori sull’aspetto squisitamente musicale. Sembra che in diversi frangenti il giocatore possa, se non addirittura debba ignorare le immagini che scorrono a schermo, concentrandosi esclusivamente sul beat, sui suoni e sulle loro differenze. E più che di una strategia vincente (allo scopo di non distrarsi), talora si tratterebbe di una vera e propria necessità, tant’è che procedendo all’interno dei livelli le informazioni grafiche utili a schermo verranno gradatamente oscurate/occultate con qualche stratagemma (come quello di piazzare un personaggio in modo che impalli la telecamera virtuale).

Music-game!Allora, siete pronti a inforchettare pisellini (o si trattava di fagiolini?), ad affettare mostri nei panni del samurai, a fare un’escursione tennistica in aeroplano? Il titolo uscirà il 21 luglio in Giappone. A seguire in USA ed Europa. Del resto, sembra un gioco… rinfrescante.

– Essenziale

– Genuino

– Spassoso

– Incalzante

Rhythm Paradise, nonostante non faccia uso dei sensori di movimento, sembra proprio un gioco giusto per il Wii e per la sua utenza. Semplice, smaliziato, ironico, essenziale ma perfidamente preciso, potrebbe essere un acquisto estivo più che consigliabile. Rimangono da verificare lo spessore complessivo e la capacità di non “suonare” ripetitivo, considerate la natura ritmica del gioco e la struttura suddivisa in mini-giochi. Se, come ci auguriamo, Nintendo avrà saputo dare sostanza a questo suo esempio di stile, allora ne sentiremo delle belle.