Recensione

Battlefleet Gothic: Armada

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Dopo un periodo piuttosto difficile nel quale solo pochi titoli tenevano accesa la fiammella, in questi ultimi anni il genere degli strategici – siano essi in tempo reale o a turni, tripla A o produzioni indipendenti – sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza. Quello che invece non ha mai visto le proprie quote in calo è l’universo di Warhammer, da sempre sfruttato a piene mani dall’industria dei videogiochi ma, anche in questo caso, di recente si è avuta una vera e propria proliferazione di titoli che fanno uso della licenza Games Workshop. Battlfleet Gothic: Armada è per l’appunto uno strategico in tempo reale – piuttosto peculiare come vedremo più avanti – ed è ambientato esattamente nel mondo di Warhammer, per esser più precisi nei cieli e nello spazio di Warhammer 40.000. In cabina di regia troviamo la software house francese Tindalos Interactive, la quale magari suona nuova ai più, ma che gli appassionati di strategia conoscono per essere il team di sviluppo alle spalle di Etherium e Stellar Impact, due RTS con più ombre che luci. Battlfleet Gothic: Armada riesce dunque ad elevarsi al di sopra delle precedenti creazioni di Tindalos Interactive oppure prosegue anche esse nella scia di mediocrità iniziata con Stellar Impact? Per fortuna, la risposta esatta è la prima.
Severo ma giusto
Se il nome di Battlefleet Gothic: Armada non vi suona nuovo, è perché vi sarete imbattuti in Battlefleet Gothic, il quasi omonimo gioco da tavola creato da Games Workshop, del quale il titolo sviluppato da Tindalos Interactive è l’esatta trasposizione videoludica. Perdere di vista questa genesi vorrebbe dire non comprendere e capire alcune scelte compiute dal team di sviluppo e molte delle meccaniche di gioco che differenziano Battlefleet Gothic: Armada dalla maggior parte degli altri RTS in circolazione, specie durante i duelli nello spazio fra le navi spaziali dell’Impero, del Chaos, degli Orchi e dei corsari alieni della razza Eldar. Se vi aspettate quindi delle battaglia su larga scala, dove decine e centinaia di astronavi si scontrano compiendo evoluzioni fra le stelle, state compiendo un grave errore. Nei teatri di guerra di Battlefleet Gothic: Armada raramente si arriva a schierare più di sei o sette navi allo stesso tempo, con la conseguenza che, nonostante sia presente la classica combinazione di comandi CTRL+tasto numerico – indispensabile per creare dei sotto gruppi di unità – essa non verrà quasi mai utilizzata. Questo perché, come accade di solito con un party in un GDR, le navi devono essere gestite singolarmente: ognuna di esse possiede una serie di abilità speciali, come il lancio di una sonda per scovare le truppe nemiche, l’uso di missili Torpedo o, ancora, una bomba in grado di abbattere gli scudi degli avversari, il cui utilizzo tempestivo è indispensabile per avere la meglio negli scontri. Inoltre, anche per compiere manovre evasive, rapide inversioni di marcia o scatti fra le nebulose, si deve ricorrere a dei tasti presenti nella interfaccia dell’utente, dove troviamo anche i bottoni per decidere a quale distanza una nave inizi ad ingaggiare le truppe nemiche o se sia necessario utilizzare i cannoni laterali o frontali. Forse lo avrete già capito, in Battlefleet Gothic: Armada la microgestione delle unità è una caratteristica con la quale il giocatore deve continuamente convivere durante le battaglie e, se per fortuna si possono delegare all’AI molti di tali compiti, non sempre questa scelta si rivela azzeccata: non è raro infatti che, lasciata a sé, una nave si diriga contro un ammasso di asteroidi per poi finire in mille pezzi o che si lanci a testa bassa nel bel mezzo di un campo minato.  Per aiutare il giocatore a scegliere la migliore tattica, Tindalos Interactive ha introdotto una pausa tattica, utile per dare con più calma tutti gli ordini alle proprie truppe. Se nei primi scontri la complessità dei comandi porta a delle inevitabili e frustranti sconfitte, prendendo confidenza con la ricca plancia dei comandi, tutta la profondità di Battlefleet Gothic: Armada viene a galla e si iniziano ad imbastire delle strategie di tutto rispetto, a tendere delle trappole nascondendosi nelle nebulose, a dividere la propria flotta in due tronconi per effettuare delle manovre di accerchiamento o, ancora, a mandare in avanscoperta i più rapidi vascelli. La suddivisione della nave in più sezioni sulle quali concentrare il fuoco rende ancora più elaborati ed appaganti i piani d’attacco a disposizione del giocatore, che può decidere se bersagliare il ponte per cercare di far insubordinare i mozzi contro il capitano, il motore per rendere ancor vulnerabile il mezzo, oppure le torrette, in modo tale da frenare la potenza d’attacco del vascello. Le quattro fazioni presenti –  Impero, Chaos, Orchi ed Eldar – contribuiscono poi ad aggiungere ulteriore tatticità. Ognuna di essa possiede infatti delle caratteristiche del tutto peculiari che le differenziano tra di loro in modo sostanziale: solo per fare un esempio, utilizzare lo stesso piano con le navi dell’Impero – lente ma armate fino ai denti – e con quelle Eldar – rapide ma fragili – non è altro che un suicidio, dato che le prime sono adatte agli scontri frontali, mentre le seconde prediligono attacchi mordi e fuggi. In conclusione, Battlefleet Gothic: Armada non è un gioco dove sin da subito ci si trova a proprio agio, tutt’altro, ma il giocatore che avrà la pazienza di cimentarsi con calma e di apprendere tutte le finezze del combat system sarà in grado di togliersi non poche soddisfazioni.
L’eterna lotta tra Inquisizione ed Eretici
La portata principale di Battlefleet Gothic: Armada è la corposa campagna in singleplayer, che dura circa 15-20 ore, a seconda della difficoltà di gioco e della quantità di missioni secondarie che si decide di intraprendere. Questa modalità di gioco proietta il giocatore all’interno dell’universo di Warhammer 40.000 e della lotta tra l’Impero e le forze del Chaos per il controllo del Settore Gotico e degli ancestrali manufatti dispersi fra la galassia: vestendo i panni dell’ammiraglio Spire ci si trova così alle prese, non solo con la minaccia portata da Abaddon e dalle sue truppe eretiche, ma anche con i pirati Greenskins e con i corsari Eldar, sempre pronti a far razzie e ad assaltare le navi imperiali. Parlando delle singole missioni, ne esistono di varie tipologie, ma non tutte sono ispirate allo stesso modo, né tanto meno bilanciate in modo impeccabile. Si va così da obiettivi molto classici, dove viene richiesto di eliminare tutte le truppe nemiche, a compiti più particolari come il recupero dei dati da una astronave del Chaos o Eldar, passando per la difesa o controllo degli avamposti disposti nelle mappe. Fortunatamente, fallire in una singola missione non significa game over immediato, perché in almeno un paio di occasioni, portare a termine il compito assegnato si è rivelato praticamente impossibile, soprattutto quando viene ordinato di farlo in un tempo esiguo. A causa del ritmo di gioco lento e compassato e per via della netta superiorità in merito ad agilità e velocità di alcune unità – fra tutte quelle Eldar – compiere un abbordaggio con le navi imperiali è un compito pressoché impossibile. Inoltre, non sempre la difficoltà è ben bilanciata, con un tasso di sfida che in Battlefleet Gothic: Armada raggiunge alle volte punte piuttosto critiche, come nelle difese degli avamposti, le quali ricordano da vicino la battaglia Alamo. A prescindere dall’esito, al termine della missioni si ricevono dei punti esperienza e delle ricompense: recandosi a Port Maw, essi vengono spesi per acquistare nuove navi e sbloccare ulteriori abilità e upgrade per quelle già in possesso. Nonostante la personalizzazione delle proprie truppe lasci molte strade aperte al giocatore, nella maggior parte dei casi si finisce però con il dotare le navi sempre con il medesimo armamentario aggiunto e con gli stessi upgrade, per via di una serie potenziamenti alquanto superflui. Il discorso cambia invece per le abilità, le quali vanno scelte in modo più attento per garantirsi una flotta versatile e delle unità in grado di completarsi vicendevolmente e di fronteggiare ogni tipo di evenienza.
Le modalità di gioco sono poi completate dalle schermaglie e dalle battaglie in multiplayer, dove – al di là della libera scelta fra le quattro fazioni – ricorrono molti degli stilemi già descritti nella campagna, su tutti la personalizzazione delle unità, l’avanzamento di livello del personaggio ed il conseguente sblocco di nuove navi ed equipaggiamenti. Se questo ultimo sistema si rivela del tutto azzeccato nella campagna in singleplayer e conferisce ad essa quell’indispensabile senso di progressione, piazzato dentro le schermaglie – nelle quali il giocatore spesso si rifugia per dei match toccata e fuga – esso risulta piuttosto tedioso e forzato, e per arrivare ad avere nel proprio hangar virtuale le unità più avanzate di Orchi, Chaos, Impero ed Eldar si devono macinare ore ed ore di sfide. Infine, l’aspetto che più ci ha convinto del comparto online è l’imprevedibilità delle sfide, dovuta in modo particolare alla libertà data al giocatore nella creazione e specializzazione delle proprie truppe, al di là della fazione scelta.
Un Unreal Engine 4 spaziale
In Battlefleet Gothic: Armada, i pregi battono i comunque presenti difetti, ma laddove non si trova davvero nulla da ridere è nell’aspetto grafico e soprattutto stilistico. I ragazzi di Tindalos Interactive hanno fatto affidamento ai muscoli dell’oramai maturo Unreal Engine 4 per muovere la loro creazione ed i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti, in particolar modo per l’effettistica: nonostante i ritmi vadano a rilento, la spettacolarità delle battaglie viene in ogni caso garantita dai giochi di luce e dai colori accesi, così come dalle continue esplosioni che si susseguono nella pioggia di proiettili e razzi. Un applauso va anche fatto al livello di dettaglio e di cura delle navi, particolareggiate e di ottima fattura fino all’ultimo bullone, e soprattutto alla direzione artistica che è riuscita a dare carisma, unicità ed un design che si sposa alla perfezione con il mondo di Warhammer 40.000 alle imbarcazioni spaziali dell’Impero, del Chaos, degli Eldar e soprattutto degli Orchi. Se proprio dovessimo cercare un neo, probabilmente lo troveremmo nei pochi dettagli che sono stati inseriti per impreziosire le mappe in 2D, rese più ricche solo da qualche asteroide e nebulosa sullo sfondo. Parlando delle opzioni grafiche, nel menù di gioco sono presenti un buon numero di impostazioni: oltre alla classica risoluzione video, si agisce sulle texture, sugli effetti, sulle ombre e si possono inoltre attivare gli effetti di post-processing – anche se non è specificato quali – e l’anti-aliasing – anche qua senza nessuna specificazione. Concludiamo il nostro viaggio alla scoperta di Battlefleet Gothic: Armada facendo qualche breve cenno al comparto audio. Le musiche che accompagnano i conflitti fra le stelle non toccano certamente le corde del cuore e finiscono in breve tempo per diventare solo dei sottofondi dimenticabili, mentre il doppiaggio dei personaggi che si incontrano durante la campagna, pur risultando un po’ forzato ed artificiale, contribuisce a dare quel pizzico in più di drammaticità e di gravosità agli avvenimenti e alle missioni.

HARDWARE

Requisiti minimi:– Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (64-bit versions only) – Processore: AMD FX-4100 X4 (3,6 GHz)/Intel Core i5-2500 (3,3 GHz) – Memoria: 4096 MB RAM – Scheda video: 1 GB, DirectX 11, AMD Radeon HD 6850/NVIDIA GeForce GTX 560 – DirectX: Version 11 – Rete: Connessione Internet a banda larga – Storage: 10 GB available space – Scheda audio: DirectX compatible

Requisiti consigliati:– Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (64-bit versions only) – Processore: AMD FX-8350 X8 (4,0 GHz)/Intel Core i7-3770 (3,9 GHz) – Memoria: 8192 MB RAM – Scheda video: 2 GB, DirectX 11, AMD Radeon R9 270X/NVIDIA GeForce GTX 760 – DirectX: Version 11 – Rete: Connessione Internet a banda larga – Storage: 10 GB available space – Scheda audio: DirectX compatible

– Direzione artistica e comparto grafico di ottima fattura

– Campagna longeva ed avvincente

– Totale personalizzazione della propria flotta

– Meccaniche di gioco profonde…

-… Anche se alle volte si scade nel micromanagement

– Qualche problema di bilanciamento nelle missioni

– Sistema di progressione nelle schermaglie non del tutto necessario

8.0

Il curriculum di Tindalos Interactive poneva qualche dubbio attorno alla bontà di Battlefleet Gothic: Armada, che però, mese dopo mese e trailer dopo trailer, era riuscita prima della data di pubblicazione ad attirare su di sé la curiosità degli appassionati di strategia grazie a spettacolari filmati, a ricchi dev diary e al setting di Warhammer 40.000. Alla prova dei fatti, il gioco ha dimostrato di avere qualcosa oltre alla solita marcia in più rispetto ai precedenti lavori di Tindalos Interactive, grazie ad una impianto strategico e ad un combat system difficili da apprendere e digerire nelle fasi iniziali di gioco, ma che garantiscono svariati approcci tattici e molteplici piani di battaglia al giocatore. Tralasciare le pecche e non parlare delle problematiche del titolo sarebbe altresì un errore, perché Battlefleet Gothic: Armada non si è dimostrato un gioco privo di pecche: per fortuna, ponendo su due piatti i pregi ed i difetti, la bilancia pende a favore dei primi.

Voto Recensione di Battlefleet Gothic: Armada - Recensione


8