Recensione

All Zombies Must Die!

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a cura di Nitro

A circa due mesi dal rilascio su console, Doublesix porta finalmente All Zombies Must Die! anche su PC. La versione disponibile tramite il servizio di digital delivery Steam offre alcune particolari modifiche, dettate principalmente dalle critiche mosse dai fan e dalla stampa specializzata che non sono rimasti particolarmente entusiasti di alcuni fattori, ed un comparto grafico leggermente migliorato grazie alle possibilità offerte dalle macchine odierne. Vediamo insieme l’evoluzione del titolo.
La morte ti ride in faccia
La nuova versione di All Zombies Must Die! non offre sostanziali cambiamenti a livello di trama: ancora una volta vestiremo i panni di Jack, videogamer incallito che sta tranquillamente attraversando il parco di Deadhill. Ad un tratto questo verrà assalito da una grandissima moltitudine di zombie che hanno invaso la città per motivi non meglio specificati. Ben presto il protagonista si vedrà affiancato da diversi comprimari che si trovano nella medesima situazione, che spaziano da una ragazza chiamata Rachel ad uno strano alieno incapace di parlare la lingua umana di nome Luxo, oltre a Brian, scienziato pazzo che tenterà in tutti i modi di elaborare una strategia per portare l’intero team in salvo.
Duro ebbbrutto!
Il gameplay del titolo si ispira moltissimo ai classici action già in commercio: per proseguire nella storia sarà assolutamente necessario portare a compimento determinati obiettivi imposti da dei robot adibiti al contenimento dell’invasione. Tra i compiti si annoverano per esempio il recupero di monete d’argento dagli infetti e lo sterminio di un quantitativo prefissato di nemici. Per quanto riguarda la versione PC è da sottolineare come il team di sviluppo abbia lavorato sodo per ridurre al minimo il fattore ripetitività: rispetto a quanto visto su console, infatti, muoversi tra i vari scenari di gioco risulta essere meno frustrante e più piacevole, grazie ad una maggiore varietà di incarichi che dovremo svolgere.
A velocizzare la nostra scalata verso la vittoria ci penseranno inoltre diversi power up, lasciati cadere dagli zombie o recuperati da vari contenitori sparsi per tutto il mondo di gioco. Da sottolineare in questo caso la varietà degli stessi, che si vedranno affiancati anche da schemi necessari alla realizzazione di determinate armi e alcune simpatiche aggiunte, come le schede dedicate ad ogni singolo sviluppatore che consentiranno di ricevere punti esperienza aggiuntivi. 
Ottimamente realizzati anche i sistemi di crafting e di level up. Il primo si rivelerà assolutamente necessario per proseguire in alcuni frangenti della storia, in quanto alcune migliorie per armi consentiranno di rendere la vita molto facile e permetteranno di procedere a spron battuto verso l’obiettivo prefissato. Tramite cinque differenti metodologie potremo infatti modificare alcuni arnesi, migliorabili anche successivamente a patto di conoscere il loro schema costruttivo. Attenzione però: tentare la fortuna non si rivelerà particolarmente efficace durante la forgiatura, in quanto errando la combinazione di oggetti si rischierà di perdere i materiali e le monete impiegati. Le armi da cui si potrà partire si dividono in melee e a medio/lungo raggio: si passa infatti da mazze da cricket, motoseghe e katane, a fucili e devastanti mitra.
Per quanto riguarda invece il sistema di crescita del personaggio, è necessario citare il buon lavoro realizzato da Doublesix con l’introduzione di un sistema tipico degli RPG: ad ogni livello raggiunto si verrà ricompensati con cinque punti bonus distribuibili nelle quattro statistiche presenti: attacco, difesa, salute e velocità. Tali indicatori saranno inoltre più sviluppati in un personaggio piuttosto che in un altro, permettendo dunque una maggiore varietà e approcci differenti alla battaglia in base al comprimario in uso.
Frenesia in compagnia
Quello che gli utenti hanno sin da subito criticato a Doublesix è stata l’impossibilità di giocare con le proprie conoscenze virtuali, data la presenza della sola modalità cooperativa offline. Purtroppo neanche con la versione Steam è possibile giocare in linea, tuttavia, come già visto su console, l’ottima realizzazione del sistema presente consente di aggiungere e rimuovere giocatori con un efficace drop in/out che comporta una totale assenza di caricamenti. Differentemente dalla modalità giocatore singolo, inoltre, i giocatori avranno a loro disposizione un quantitativo di vite illimitato, fattore che porterà a scongiurare in modo completo il game over, a patto ovviamente che non decedano tutti contemporaneamente: qualora un alleato si trovasse gravemente ferito, un compagno potrà avvicinarcisi e riportarlo in vita mediante la pressione di un semplice tasto.Nonostante non sia stata aggiunta una modalità di gioco dedicata, come ad esempio la più classica Orda, la modalità Storia, giocata in quattro, risulta essere sufficientemente frenetica ed intrattenente.
Ma è migliorato o no?
Rispetto alla versione Xbox 360 e Playstation 3 il titolo ha fatto diversi passi avanti. In particolar modo è da sottolineare come finalmente sia possibile uscire da orde di innumerevoli zombie che più volte intralciano il cammino del giocatore. Nel caso in cui si venisse accerchiati o chiusi in un vicolo cieco e ci si ritrovasse senza munizioni sarà infatti possibile farsi strada tra il mucchio di non morti e tentare il tutto per tutto dirigendosi verso un cancello di contenimento o verso alcuni contenitori nella speranza di trovare munizioni. A tal proposito, come già citato nel paragrafo sovrastante, i compiti assegnati dai robot ai margini delle mappe non risultano più essere particolarmente ripetitivi, grazie ad alcune modifiche che hanno permesso una maggiore rotazione degli incarichi, evitando dunque di annoiare a dismisura e danneggiare l’esperienza di gioco.
Graficamente parlando si possono notare alcuni miglioramenti: l’Unreal Engine riesce anche su PC a gestire ottimamente la grande quantità di infetti che assaliranno i protagonisti, con un frame rate a 60FPS stabili. Nonostante non vi siano particolari impostazioni regolabili, a risoluzioni più alte l’aliasing risulta sparire del tutto, rendendo più godibile il titolo anche grazie all’ottima caratterizzazione degli zombie, in particolar modo per la loro varietà, così come quella dei diversi personaggi anche per quanto riguarda i comportamenti di ognuno.
Il sistema di controllo risulta sposarsi bene anche con mouse e tastiera, garantendo più sensibilità nella mira grazie ad hardware più efficienti rispetto al classico pad, con una mappatura dei tasti tutto sommato ben ideata. Qualora non si volesse abbandonare il controller sarà possibile collegarlo via USB al PC e utilizzarlo in totale libertà. Anche in questo l’utilizzo si è rivelato estremamente proficuo (per il test abbiamo utilizzato un Razer Onza Tournament Edition), grazie alla possibilità di utilizzare entrambi gli analogici per muoversi e mirare.

– A tratti esilarante

– Longevo

– Sistema di crafting e di level up

– Alcuni elementi tecnici sono stati migliorati…

– …ma altri continuano ad inficiare l’esperienza di gioco

– Manca ancora la cooperativa online

– Un solo slot per il salvataggio

7.0

La voce dei fan risulta essere uno delle principali fonti di ispirazione e l’indicazione principale che ogni sviluppatore dovrebbe seguire. Grazie a questo, il team di sviluppo di All Zombies Must Die! è riuscito a portare la carneficina di zombie tipica del titolo anche su PC, con una serie di modifiche che giovano fortemente all’esperienza di gioco, rendendo il prodotto meno frustrante. Quello che tuttavia lascia ancora basiti è la mancanza di una modalità multigiocatore online, così come l’impossibilità di mantenere due savegame differenti qualora volessimo ricominciare l’avventura da capo insieme ai nostri amici senza perdere i progressi raggiunti in singolo.

Voto Recensione di All Zombies Must Die! - Recensione


7