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Recensione

Alice in Wonderland

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Avatar di Mauro.Cat

a cura di Mauro.Cat

Pubblicato il 15/04/2010 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.7

“Alice avrebbe conservato da grande il cuore affettuoso e semplice dell’infanzia, avrebbe chiamato intorno altre fanciulle facendo risplendere i loro occhi, trasportandole con molte strane storie e forse ancora col sogno di un tempo: le sue avventure nel Paese delle Meraviglie. Con quanta tenerezza avrebbe ella stessa partecipato alle loro innocenti afflizioni, e con quanta partecipazione alle loro gioie, ricordando i piacevoli giorni della infanzia e le felici giornate estive!”

Il primo romanzo dedicato a “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, pubblicato da Lewis Carroll nel 1865, si conclude con queste parole sognanti ed affettuose. Non tutti sanno però che nel 1871 l’autore pubblicò un seguito intitolato “Attraverso lo Specchio e Quel che Alice vi Trovò”. Il successo dei romanzi fu grande proprio a causa di una lettura che funzionava su più livelli. I personaggi presenti nei due episodi possono essere interpretati con differenti chiavi di lettura essendo in diverse occasioni delle macchiette volte a sottolineare problemi sociali o situazioni contemporanee all’autore. Molti anni più tardi, precisamente nel 1951, Disney lanciò un lungometraggio animato che riuniva alcune situazioni del primo libro con quelle del secondo.Una riuscita caratterizzazione di alcuni personaggi, forse un po’ lontana dagli intenti originari dell’autore ma ugualmente splendida, ha reso l’episodio firmato Disney una sorta di punto di riferimento per la maggior parte delle rivisitazioni successive. Proprio nel 2010 ha visto la luce una sorta di seguito al primo lungometraggio, girato da attori in carne ed ossa con un grande utilizzo del motion capture, prodotto ancora una volta dalla casa di Topolino e diretto dal visionario regista Tim Burton. Il nuovo episodio cinematografico, ottimamente accolto dal pubblico e discretamente dalla critica, ha comportato l’inevitabile sviluppo di nuovi tie-in legato al marchio.In questa recensione ci occuperemo dell’originale versione sviluppata per Nintendo DS. Il titolo porta la firma della software house di Lione Etranges Libellules ed è prodotto da Disney Interactive Studios.

Uccidiamo il CiciarampaLa storia di questo videogame riprende alla larga la struttura narrativa del film, che non descriviamo per non rovinare la sorpresa a chi non avesse ancora avuto modo di gustarselo in tutta la sua originalità, e si concede svariate licenze sia nelle scelte stilistiche sia nel peso dato ad alcuni personaggi principali.L’aspetto che maggiormente ci ha colpito è invece legato al peculiare impianto grafico. Disney’s Alice in Wonderland si presenta agli occhi dello stupefatto giocatore come una sorta di platform game, con forti tinte esplorative, arricchito da animazioni e scelte cromatiche alquanto ricercate. Le tonalità dominanti sono legate alla presenza del bianco e del grigio. Quasi tutte le ambientazioni sfruttano un gioco visivo di questo tipo che riesce a risultare ancora più evidente grazie alla presenza dei piccoli personaggi animati. Tutto sembra disegnato da un bambino in età prescolare, ma al tempo stesso gode di una visione alla Tim Burton. Molti elementi fanno marcatamente parte dello stile del regista, gli alberi, ad esempio, sembrano usciti da Nightmare Before Christmas, e il tutto sembra ammiccare sempre in quella direzione. A questo comparto grafico così personale si aggiungono animazioni di pregevolissima fattura che vanno dallo spassoso, Alice che trotterella dietro all’eroe di turno, all’infantile, provate a lasciarla da parte per un attimo. Si arriva anche al disgustoso come quando caverete l’occhio al Grafobrancio: non è chiaramente un’esperienza consigliata ai più piccoli. Questo mix di sensazioni genera nel giocatore una sorta di continua aspettativa, in parte ripagata, anche se forse non raggiunge mai un vero e proprio apice di divertimento “giocoso”.

Il Metroid sempliceI due schermi di gioco vengono immediatamente mostrati nella loro unica funzione. Il touch screen rappresenta il vivo dell’azione e lo schermo superiore palesa costantemente l’utile mappa del Mondo delle Meraviglie ormai vicino alla rovina.Le prime fasi dell’avventura ci mettono nelle mani del Coniglio Bianco, che appare più disturbato che ai tempi del lungometraggio animato, e della zampettante Alice. Il personaggio principale si controlla esclusivamente con il pennino e solo in alcune determinate circostanze si utilizza un tasto a scelta tra quelli presenti nella console Nintendo per utilizzare i poteri speciali. La meccanica è semplice e non propriamente innovativa. Noi controlliamo il coniglio e veniamo seguiti da Alice. Nostro compito è proteggere la ragazzina vestita di azzurro, un po’ come in una sorta di Ico, ed aiutarla a superare gli ostacoli più difficoltosi. In occasione degli scontri, spesso con le carte della Regina Rossa, dobbiamo salvare Alice da una sorta di buco temporale che ci causerà un game over immediato in caso di fallimento.La meccanica platform, non sempre impeccabile, si arricchisce di una componente esplorativa alla Castlevania (o alla Metroid), appena si scoprono i nuovi poteri e soprattutto i quattro personaggi giocabili. Ognuno di essi possiede caratteristiche proprie e risulta perciò più utile in determinate occasioni rispetto agli altri. Per non rovinare la sorpresa, anche se in realtà il gioco non nasconde più di tanto la loro identità, non sveliamo gli altri tre loschi figuri che ci ritroveremo a condurre per il Paese delle Meraviglie alla deriva. Proprio come in una sorta di Metroid il tutto si risolve in un continuo andirivieni allo scopo di sbloccare porte, aprire bauli e porre grande attenzione sui dettagli della mappa. Certo il livello di complessità non è paragonabile a quello dei titoli citati precedentemente ma, a grandi linee, la struttura è identica.Una nota di merito va anche all’ottima colonna sonora che riprende in maniera convincente le melodie del film. Buoni anche gli effetti, semplici ma sempre convincenti.

Mangiami e BevimiUn così ricercato stile grafico ha portato ad un titolo che merita di entrare nell’elite del catalogo per Nintendo DS? La domanda nasce spontanea e la risposta non è poi così semplice. L’interpretazione videoludica del film di Tim Burton, pur nel suo complessivo valore, si ritrova a convivere con alcuni difetti legati alla struttura e non solo ad una vera e propria imperizia dei programmatori.I primi problemi sorgono intorno al sistema di controllo. I movimenti dello sprite principale sono comandati dal pennino, e fin qui niente di originale, ma complessivamente rivelano qualche sbavatura. I salti e i combattimenti non sempre appaiono così precisi nelle fasi più concitate. A questo si aggiunge il “fardello” del quale dobbiamo tenere presente. Alice ci segue come un’ombra (guai a lasciarla o ne sentirete gli strilli), ma non è mai particolarmente perspicace. Nelle occasioni in cui si deve superare un burrone o ostacoli su più livelli, si finisce troppo spesso col rischiare di compromettere tutto a causa di una imprecisione generale. Queste situazioni sono rare, ma vanno doverosamente segnalate.Anche i combattimenti spesso si esauriscono in un approssimativo picchiettare e tirar righe del pennino sul touch screen. I risultati non paiono sempre coerenti e i pochi “scontri” finiscono per portare a noia in breve tempo. Strutturalmente si ha poi la sensazione di essere un po’ troppo abbandonati. Esistono gli appunti da inserire sulla mappa e le indicazioni dei poteri sono piuttosto chiare ma, a volte, si rischia di dover andare a casaccio (rischio peraltro comune a titoli di questo genere) alla ricerca del pezzo di puzzle mancante. L’ultima nota negativa è legata ad un manuale di istruzioni in italiano assolutamente essenziale.In definitiva, però, Alice in Wonderland, trascurando i difetti appena descritti, si rivela un titolo sopra la media dei tie-in che più che dignitosamente si ritaglia un proprio spazio all’interno del catalogo Nintendo DS.Le pecche riportate ed una eccessiva lentezza della trama, forse una scelta dei programmatori, potrebbero allontanare chi proprio non apprezza il genere e lo stile grafico stranulato.Nel complesso un prodotto mediamente longevo, adatto più ai grandi che ai piccoli, che riesce a convincere più per l’originalità generale che per la pura giocabilità.

– Quattro personaggi giocabili

– Stile grafico eccellente

– Ritmo talvolta blando

– Comandi non sempre impeccabili

– Poco adatto ai più piccoli

7.7

Alice in Wonderland è un action adventure bidimensionale che si rifà a titoli storici come Metroid. Il gameplay del titolo, non completamente esente da sbavature, soffre un ritmo altalenante e qualche imprecisione nei controlli. Un impianto stilistico di grandissimo impatto, specie inizialmente, e l’ottima caratterizzazione dei protagonisti riescono però a sopperire a questi piccoli difetti.

Le animazioni sono realmente riuscite ed il look infantile, ma al tempo stesso cupo, farà breccia nei cuori degli appassionati di Tim Burton. Un tie-in di tutto rispetto che non deluderà chi ama gli storici personaggi ideati da Lewis Carroll e che complessivamente risulterà maggiormente comprensibile per i più i grandicelli, specie per quelli ancora capaci di sorridere per una buffa camminata, che per i più piccini.

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