Ubisoft: continueremo a realizzare open world

L'epoca degli Assassin's Creed Unity non tornerà, assicura Ubisoft: la casa francese vuole continuare a lavorare a grandi open world

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Ubisoft non ha nessuna intenzione di guardarsi indietro e “limitarsi” per tornare ai progetti delle proporzioni di Assassin’s Creed Unity: l’intento della compagnia transalpina è, invece, puntare sempre più su nuovi Assassin’s Creed Odyssey. Possiamo riassumere così il punto di vista di Yves Guillemot, CEO e fondatore del gigante francese dei videogiochi, che ai microfoni di GamesIndustry ha parlato delle aspettative e dei progetti di Ubisoft per il futuro.

Il domani è open world, per Ubisoft

Interpellato in merito alla possibilità che, un domani, la sua compagnia torni a lavorare a giochi di scala più limitata, rispetto alle titaniche uscite recenti, Guillemot è stato lapidario: «no». Nell’intervista, il presidente ha spiegato:

Il nostro obiettivo è assicurarci che ci possa essere un Assassin’s Creed Unity, dentro un Assassin’s Creed Odyssey. Se il giocatore vuole avere una storia da quindici ore, può averla, ma può anche avere tante altre storie. Può vivere in quel momento, inseguire quello che vuole inseguire. Hai un’esperienza che è come tante esperienze di Unity tutte assieme.

Nessun ritorno alle vecchie campagne di Assassin’s Creed confinate a una singola città, per Yves Guillemot. Questo, però, significa anche che i costi di sviluppo sono molto maggiori che in passato.

Come si sostiene un Assassin’s Creed Odyssey?

Progetti della portata di Assassin’s Creed Odyssey richiedono ovviamente grandi investimenti. Il più recente appuntamento della saga degli Assassini ha richiesto lo sforzo congiunto di dieci team (lo stesso accadde anche con Unity, in realtà), ma soprattutto uno straordinario esborso da parte di Ubisoft.

Mentre, insomma, il prezzo dei giochi per i consumatori rimane invariato, quello per i produttori sale. Come può Ubisoft sostenere giochi sempre più costosi da realizzare senza andare ad aumentare il costo di listino che sarà presentato ai consumatori? In merito, Guillemot ha le idee più che chiare:

È un modello sostenibile, perché il mondo è grande e il numero di giocatori che possono giocare i nostri titoli è immenso. Quello che abbiamo visto, in questi ultimi anni, è che il numero di persone che giocano i nostri titoli è in costante crescita.

Assassin's Creed Odyssey Provato a Parigi

Non è tutto: Guillemot ha infatti spiegato che un ruolo fondamentale è rivestito anche dai mercati emergenti, oltre che dal fatto che i suoi prodotti abbiano una cosiddetta coda lunga – ossia siano appetibili per un lungo periodo di tempo per i consumatori. Il presidente ha spiegato:

I nuovi mercati si stano aprendo sempre di più e i giochi hanno una vita più lunga che in precedenza. Al momento, riteniamo di poter continuare ad aumentare i nostri investimenti, perché sappiamo che avremo un ritorno economico che può avere una coda abbastanza lunga.

Come considerate il punto di vista di Ubisoft? Apprezzate il modello di gioco di Odyssey o preferivate quello proposto da capitoli come Unity?