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Thronebreaker: The Witcher Tales, la nostra prova del card game di CD Projekt RED

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Avatar di Marcello Paolillo

a cura di Marcello Paolillo

Editor-In-Chief

Pubblicato il 28/09/2018 alle 10:53
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  • Pro
    • Atmosfera fantasy palpabile Mappe esplorabili realmente enormi Meccaniche di gioco impegnative...
  • Contro
    • ... forse anche troppo

Il Verdetto di SpazioGames

-
Thronebreaker: The Witcher Tales promette di far fare un passo in avanti deciso e inaspettato alle meccaniche ormai ampiamente rodate del precedente GWENT, specie per quanto riguarda la varietà e la complessità delle varie situazioni di gioco. Il mix tra l'esplorazione di un RPG vecchia scuola e la tipica struttura da card game, ben si sposano con le atmosfere del mondo fantasy ideato da Andrzej Sapkowski, noto ormai a tutti coloro che hanno giocato (e ovviamente amato) il precedente The Witcher 3. Thronebreaker sarà in ogni caso disponibile dal prossimo 23 ottobre su GOG e dal 4 dicembre su Xbox One e PlayStation 4.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Thronebreaker: The Witcher Tales
Thronebreaker: The Witcher Tales
  • Sviluppatore: CD Projekt
  • Produttore: CD Projekt
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Collezione , Strategico
  • Data di uscita: 23 ottobre 2018 (PC) - 4 dicembre 2018 (PS4-Xbox One)

GWENT è stata sicuramente una piacevole sorpresa per i videogiocatori, tanto quanto per CD Projekt RED, visto che con il progetto Thronebreaker: The Witcher Tales hanno intenzione di portare l’idea di un loro card game fantasy ambientato nell’universo dello Strigo verso nuove e inaspettate vette di eccellenza. Questo perché, innanzitutto, parliamo di un gioco in single player basato sulle carte ma con una storia originale vera e propria a fare da collante.

Meve, guerriera delle terre del Nord, dovrà infatti confrontarsi con l’invasione di Nilfgaard e per farlo dovrà dimostrare a tutti il suo temperamento deciso e inamovibile. Insomma, Thronebreaker è una “storia nella storia” di The Witcher, con oltre 30 ore di contenuti, oltre 75 missioni secondarie e un sistema di combattimento basato sulle meccaniche ben oliate di GWENT. Negli studi di CD Projekt in quel di Varsavia abbiamo avuto modo di provarlo con mano e ciò che ne abbiamo carpito ci ha davvero sorpresi.

La carta del destino

Thronebreaker: The Witcher Tales è quindi un tentativo coraggioso e deciso di dare un seguito alle avventure di Geralt, pur prendendone le dovute distanze (dopotutto, parliamo pur sempre di uno spon-off in tutto e per tutto). Meve è infatti una protagonista atipica, ben innestata nell’universo narrativo di Andrzej Sapkowski e proprio per questo coerente e credibile nelle sue azioni, siano essere pacifiche o inaspettatamente violente.

Avendo avuto modo di esplorare solo la prima delle cinque, gigantesche regioni presenti (Lyria, a cui faranno seguito Rivia, Aedirn, Mahakam e Angren), la sensazione è che tutti coloro che hanno amato in precedenza le affascinanti location visitate dallo Strigo si sentiranno in un certo qual modo a casa.

La prima cosa che colpisce è la natura open world del titolo, tanto che sin dal primo minuto – e dopo aver superato un breve tutorial delle meccaniche base da usare nella mappa principale – Meve potrà muoversi ed esplorare liberamente le varie ambientazioni, le quali ci sono parse sin da subito ricche di personaggi (e di conseguenza, missioni secondarie), oggetti e sentieri segreti.

Il personaggio è indirizzabile verso un determinato punto della mappa tramite un semplice clic del mouse, così come l’interazione con gli ambienti sarà alla stregua di un punta & clicca piuttosto che quella di un tradizizonale RPG alla Baldur’s Gate. Questo perché Thronebreaker ha molto dei vecchi giochi di ruolo all’europea vecchia scuola (l’infuenza del classico Might & Magic è palese), ma non dimentica di essere anche e soprattutto un card game profondo e dotato di meccaniche realmente complesse.

Gli scontri con le carte sono a conti fatti il vero e proprio sistema di combattimento, riprenedendo (non che sia un problema) le meccaniche basilari del precedente GWENT. Lo scopo è, nuovamente, quello di accumulare un maggior numero di punti rispetto a quelli dell’avversario, impostando le proprie carte in varie “corsie” presenti sul campo di gioco, in base alla nostra mano scelta casualmente (o no) poco prima dell’inizio di un match.

Vincendo due round su tre ci porteremo a casa la vittoria, sebbene spesso e volentieri alcune condizioni impongano la risoluzione immediata della partita, magari nel giro di un singolo turno.

Gli uomini amano inventare mostri e mostruosità

Thronebreaker: The Witcher Tales offre oltre 250 carte da utilizzare (animate e disegnate in maniera impeccabile) e considerando che il loro utilizzo sarà spesso condizionato da una serie di effetti attivabili “in combo” tra una carta e l’altra, sappiate che le combinazioni di attacco e difesa diventeranno pressoché infinite.

Va detto in ogni caso che il livello di difficoltà dei vari duelli ci è parso seriamente tarato verso l’alto, cosa questa piuttosto straniante considerando che si trattava a conti fatti delle prime fasi di gioco, inclusa la particolarità che molte delle partite che abbiamo avuto modo di giocare avevano regole speciali e potevano infatti essere completate solo ed esclusivamente avendo ben chiaro in mente i poteri e e le abilità del nostro mazzo (o meglio, del mazzo della regina Meve).

Ergo, la pratica rende perfetti. Nonostante ciò, un’IA avversaria fin troppo puntuale nel compiere la mossa giusta al momento giusto ci ha spesso e volentieri messo in gran difficoltà, costringendoci a ripetere più volte un singolo scontro. Alcuni duelli, infine, ci sono parsi come dei veri e propri puzzle da risolvere in un certo tempo limite: impossibile non citare quello che ci ha visti nella condizione di dover eliminare quattro carte raffiguranti dei massi in caduta libera. Un solo turno per trovare il modo di evitarli, prima che questi ci cadessero inevitabilmente in testa, uccidendo il nostro capitano.

Insomma, nelle due ore trascorse in compagnia di Thronebreaker si è in ogni caso percepito a chiare lettere che la varietà è il punto di forza del titolo CD Projekt RED. La possibilità di costruire e migliorare le risorse date in dotazione alla regina Meve, oltre a poter organizzare il proprio mazzo nella Tenda del Comando e gestire i NPC (e le missioni che ne derivano) nella Tenda del Messo, rendono il gioco un The Witcher a tutti gli effetti (nonostante Meve non sia Geralt, da molteplici punti di vista), senza contare che sul nostro cammino ci aspettano volti ben noti a chi ha avuto la fortuna di giocare la trilogia fantasy dedicata allo Strigo. Anche solo per questo, molti si sentiranno nuovamente a casa, tra una partita a carte e l’altra.

Atmosfera fantasy palpabile

Mappe esplorabili realmente enormi

Meccaniche di gioco impegnative...

... forse anche troppo

Thronebreaker: The Witcher Tales promette di far fare un passo in avanti deciso e inaspettato alle meccaniche ormai ampiamente rodate del precedente GWENT, specie per quanto riguarda la varietà e la complessità delle varie situazioni di gioco. Il mix tra l’esplorazione di un RPG vecchia scuola e la tipica struttura da card game, ben si sposano con le atmosfere del mondo fantasy ideato da Andrzej Sapkowski, noto ormai a tutti coloro che hanno giocato (e ovviamente amato) il precedente The Witcher 3. Thronebreaker sarà in ogni caso disponibile dal prossimo 23 ottobre su GOG e dal 4 dicembre su Xbox One e PlayStation 4.

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