Striscia la Notizia su Fortnite: un videogioco che crea dipendenza

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non ci sono dubbi che Fortnite sia il videogioco più popolare di quest’epoca, anche e soprattutto tra i giovanissimi. Il fenomeno di Epic Games è così diffuso che nelle scorse ore il notiziario satirico Striscia la Notizia, su Canale 5, ha voluto dedicargli un servizio, a firma di Marco Camisani Calzolari – che di solito si occupa di rischi della Rete, truffe online e tecnologia.

Il servizio di Striscia la Notizia su Fortnite

Il servizio sta però facendo molto discutere, poiché viene presentato con il titolo “un videogioco che crea dipendenza”, che non lascia molto spazio a dubbi o repliche. Secondo quanto spiegato nel video, che potete vedere voi stessi a questo link su Mediaset PlayFortnite sarebbe reo di generare dipendenza nei minori. Inoltre, si parla di cyber-bullismo, poiché alcuni giocatori si coalizzerebbero contro gli altri per “escluderli” dall’esperienza di gioco. Nel calderone di quattro minuti del servizio finisce anche il caso del pedofilo che si serviva della chat del titolo per adescare dei minori – anche se appare chiaro a chiunque che il problema, in questo caso, sia il tentativo del pedofilo di avvicinare minorenni, non il gioco in sé.

fortnite roster

Nel corso del servizio c’è anche l’intervento della dottoressa Viola Nicolucci, esperti in psicologia dei videogiochi (da notare il volume Superbetter di Jane McGonigal alle sue spalle, ndr), che ha provato a fare un po’ di chiarezza tra gli allarmismi che colpiscono i genitori di giovani videogiocatori:

Ci sono ben più di venticinque anni di ricerca svolta da varie università americane, che dimostrano che la violenza presente nei videogiochi sparatutto non aumenta il rischio di comportamenti violenti nei videogiocatori. Altre ricerche dimostrano che sono proprio i videogiochi sparatutto ad avere la capacità di migliorare alcune capacità cognitive – quali l’attenzione divisa e la memoria di lavoro a breve termine, nei videogiocatori.

Entra nella questione, quindi, anche il videogioco che rende violenti, smentito a più riprese da tutti gli studi del settore. Diversa la questione per la dipendenza da videogiochi, ufficialmente riconosciuta come malattia e come reale dipendenza, che deve essere assolutamente presa sul serio, quando il videogiocatore sente necessità fisica di videogiocare e sta male se non lo fa.

fortnite

Il servizio di Striscia la Notizia si conclude con alcuni consigli ai genitori dei giovanissimi, come disattivare la chat per evitare approcci di sconosciuti, provare a giocare una partita per capire le dinamiche e l’ambiente di gioco, servirsi del parental control sui dispositivi o, eventualmente, cancellare il videogioco – ma solo dopo aver fatto finire la partita in corso.

Il quadro che emerge è insomma abbastanza pasticciato, poiché mette in evidenza tutta una serie di problematiche che interessano la Rete in generale, più che il mero videogioco – con la differenza che, in questo caso, c’è una grande affluenza di giovanissimi. Il titolo “un videogioco che crea dipendenza” fa, in qualsiasi modo la pensiate, molto discutere e somiglia solo al nuovo capitolo di “demonizzazione” di un medium che deve essere utilizzato con senso della misura, ancora di più quando si tratta di utenti minorenni sotto la tutela di un adulto (perché sono sotto tutela di un adulto, vero?).

Non è il primo caso recente: ricorderete sicuramente le parole dell’ex ministro Carlo Calenda sull’universo videoludico, oltre a quelle di alcuni genitori che avevano accusato Fortnite di essere la rovina della loro famiglia. Mentre, insomma, sembra che sia sempre tutta colpa dei videogiochi, da testata giornalistica del settore noi ricorriamo sempre al vecchio e antico consiglio: usate il senso della misura – nel videogiocare, nell’educare, nell’eventuale e non raro demonizzare.