"In casa mia non ci entrano", l'ex ministro Calenda contro i videogiochi

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a cura di Paolo Sirio

L’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha attaccato i videogiochi sul proprio profilo Twitter, spiegando che “in casa mia non entrano”.

La posizione di Calenda è alquanto curiosa visto che proprio dal suo ministero sarebbero dovuti arrivare (e lo saranno anche) fondi per lo sviluppo, appunto, dell’industria dei “giochi elettronici” in Italia.

Pur riconoscendo che la sua posizione “sarà forte”, uno dei possibili candidati alla poltrona di segretario del Partito Democratico non si è trattenuto in merito alla questione videogiochi.

“Io considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento”, ha spiegato.

“Il problema è la passività rispetto alla lettura e al gioco. Reagisci non agisci. Inoltre abituano la mente a una velocità che rende ogni altra attività lenta e noiosa”, si legge in un altro suo cinguettio sul tema.

Articolando ulteriormente il suo pensiero sull’argomento – “un po’ indietro”, secondo alcuni suoi follower -, Calenda ha invitato alla “calma”.

“Non ho detto che chi usa i giochi elettronici è un imbecille. Ho parlato di una mia scelta di genitore spiegandone le ragioni”, ha chiarito infine.

Come la pensate voi circa la posizione espressa dall’ex ministro, è opportuna visto il ruolo che ha ricoperto? E la riflessione sulla “scelta di genitore” la valutate in maniera positiva? Diteci la vostra nei commenti.