Immagine di Starfield, o “Skyrim nelle stelle”: cosa sappiamo su storia e gameplay
E3 2021

Starfield, o “Skyrim nelle stelle”: cosa sappiamo su storia e gameplay

Starfield sarà esclusiva Xbox: scopriamo i dettagli del nuovo Skyrim nelle stelle di Bethesda Game Studios.

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Starfield
Starfield
  • Sviluppatore: Bethesda Game Studios
  • Produttore: Bethesda Softworks
  • Distributore: Microsoft
  • Piattaforme: PC , XSX
  • Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
  • Data di uscita: 6 settembre 2023
«Dicono che la meraviglia non è che il campo delle stelle sia così vasto, ma che noi l’abbiamo misurato. Sei parte di Constellation ora, parte della nostra famiglia. Quello che hai trovato è la chiave per sbloccare tutto. Questo è tutto quello per cui abbiamo lavorato. Siamo arrivati all’inizio del viaggio finale dell’umanità. Questo è il motivo per cui siamo qui. Per scoprire cosa ci sia là fuori.»

Con queste parole inizia l’epopea di Starfield, la prima nuova IP di Bethesda Game Studios in 25 anni, che è stata annunciata nell’ormai lontano 2018 ed è adesso finalmente stata approfondita da un gameplay teaser che ne ha rivelato la data d’uscita durante l’Xbox & Bethesda Games Showcase all’E3 2021.

Parole che vogliono dire tanto della visione dello studio agli ordini di Todd Howard, e molto del gameplay con cui ci ritroveremo a confrontarci il prossimo anno.

L’analisi del trailer

Il trailer di Starfield, un prodotto che dallo stile retro-futuristico con quei deliziosi colori pastello ricorda Fallout e pure l’imminente Deathloop di Arkane Studios, è stato montato con footage in-game proveniente da una fase di alpha. Se i dettagli saranno soggetti a cambiamenti, un particolare resterà impresso nella pietra: BGS sta usando il motore grafico Creation Engine 2, un’evoluzione delle tecnologie che hanno dato i natali agli ultimi (e diciamocelo, un po’ problematici) titoli della software house battente bandiera americana.

Dalla Terra, si può ascoltare una comunicazione radio, uno scambio tra l’astronauta/giocatore e la base in cui si dice che “ci” hanno sugli scanner e stanno eseguendo dei controlli dei sistemi per un atterraggio con la nostra astronave marcata Nova Galactic. Questo sembrerebbe indicare che l’immediato inizio del trailer potrebbe essere ambientato durante l’atterraggio su un pianeta alieno e sconosciuto, diventato poi quello che abbiamo visto alla fine durante la ripartenza.

Avvicinandoci a questa ripartenza, per andare evidentemente ad esplorare altri angoli oscuri della galassia (quale, di preciso, non si sa), entriamo nell’astronave “dal basso” di un hangar con la tuta ancora addosso. Il fatto che gli interni siano arredati con oggetti di gioco fa presupporre che si tratti di ambienti giocabili – vedi il kit medico appena si alza la serranda tramite cui accediamo al mezzo.

La tuta dell’astronauta è la stessa dei leak che si sono susseguiti negli ultimi tempi, per cui sembrerebbero confermati; vediamo un “tavolo” in stile Surface Hub su cui sono appuntate coordinate e quella che parrebbe una mappa. Siamo oltre trecento anni nel futuro ma questo è «il nostro» futuro, per cui si tratta di una fantasia coi piedi molto saldamente piantati al terreno: sul tavolo ci sono carta e penna, e una tazza da caffè americano.

Su un altro tavolo, la protagonista appoggia la sua arma (con 24 proiettili, come svela l’interfaccia), per cui l’esplorazione embrionale dello spazio prevede che siamo muniti di equipaggiamento bellico perché non sappiamo cosa ci stia aspettando nell’ignoto; ci sono una lattina, un manuale di volo marcato Nova Galactic, un sandwich morso, un curioso dispositivo che sembra l’elsa di una spada laser, e che se fosse davvero quello sarebbe un po’ in contrasto col tema del gioco.

Su uno scaffale vediamo un casco con un post-it “non usare”, dei libri di testo (“Omega” e “Sailing Alone Around the World, una memoria pubblicata nel 1900 da Joshua Slocum, la prima persona a circumnavigare la Terra da solo e che sparì in mare nel 1909), una guida per gli esploratori di Constellation e una scatola d’emergenza che “contains chronomark lifepack” con istruzioni per aprirlo.

Il chronomark è un dispositivo a forma di orologio da polso che ci pare strano sia soltanto un orologio – non è da escludere a priori un qualche tipo di manipolazione del tempo, nonostante il titolo suoni così attento a non fare voli pindarici (potrebbe magari essere una meccanica di gioco collegata al game over?). Su uno specchio abbiamo delle note segnate, tra cui “Vasco, abbiamo finito il tranquillitea. Non diventare sordo!” – segno che non si esplora da soli; ci sono anche dei calcoli, appuntati come una formula per potenziare il reattore (presumibilmente siamo degli ingegneri).

Al muro c’è il poster di una musicista, Alyssa Demi… nome incompleto, che suona il violino, e quando la voce narrante pronuncia «quello che hai trovato» l’inquadratura stringe su uno schizzo appeso alla parete: sembrerebbe forma simile a quella del Millennium Falcon, che potrebbe essere la «chiave» menzionata nel discorso perché potrebbe garantire la capacità di effettuare viaggi tanto lunghi, che sia un'astronave nel senso di Star Wars (pure lui molto menzionato nelle interviste post-reveal) o un autentico portale per collegare mondi - forse una giustificazione in-game dei viaggi rapidi?

Dalla plancia vediamo il pianeta roccioso su cui siamo atterrati, sul quale è già presente una base probabilmente scientifica e funzionale all’estrazione con quella che sembrerebbe un’antenna per la comunicazione. Nella cabina di pilotaggio dell’astronave notiamo che è soltanto per una persona, anche se facciamo salire a bordo un robot che fungerà da companion probabilmente per l’estrazione di risorse, vista la corporatura.

Mentre la camera si sposta sull’esterno, apprendiamo che l’astronave si chiama Frontier NG1350; la tecnologia che fa avviare il motore sembrerebbe piuttosto rudimentale, una semplice combustione, il che restituirebbe l’idea di come a livello di carburanti non si sarebbero fatti progressi neppure in trecento anni da oggi – non una notizia particolarmente sorprendente.

Le risposte alle nostre domande

Al di là di questi particolari immediati, filtrati attraverso uno sguardo rapido al trailer di Starfield, le domande sul gioco vero e proprio sono tante, e Todd Howard e i suoi hanno risposto in giro ad alcune di queste. L’impressione molto “meccanica” fornita dalla clip potrebbe essere soltanto una parte del quadro perché, afferma Howard, il titolo avrà una componente esistenziale piuttosto spiccata.

Al Washington Post, il game director ha spiegato:

«Suonerà come un cliché, ma dico davvero. Quando guardi su nel cielo, c’è questa spinta a sapere, cosa c’è là fuori? Siamo soli? Quali sono le origini dello spazio e del tempo e di tutte queste cose? Quale ruolo gioca la religione?

Quindi, entriamo in alcune grandi domande. Penso che un gioco come questo sia un buon posto per farlo. Ci sono anche film e libri che l’hanno fatto, ma non abbiamo visto un gioco farlo in questo modo. E vedremo quanto riusciremo a farlo».

Probabilmente questa è la componente più eccitante del progetto, e il fatto che non sia stata inclusa – almeno non oltre la prima e l’ultima riga del discorso della protagonista (a proposito, potremo creare liberamente il nostro personaggio, di qualunque sesso vorremo che sia) – nel trailer rende bene l’idea di quante siano le sfaccettature che Bethesda vuole coprirci.

Oltre la pura filosofia, ci sono degli interrogativi anche per quanto riguarda il funzionamento stesso del gioco. Il director non ha lesinato a fornire delle indicazioni su cosa dovremmo aspettarci, affermando sempre al WaPo che potremmo pensarlo come uno «Skyrim nello spazio». Sarà un’epica, in sintesi, ma non aspettiamoci dei binari di alcun genere: è un «simulatore di Han Solo», per la managing director Ashley Chang, in cui il giocatore «entra in un’astronave, esplora la galassia, fa cose divertenti».

Per capire quest’ultima affermazione, dobbiamo capire però cosa sia la Constellation di cui tanto si sente parlare nel trailer: Howard ha svelato che questo è il nome di una fazione nota come «l’ultimo gruppo di esploratori dello spazio».

“L’ultimo” è un termine che è pure piuttosto ricorrente nel trailer. «L’ultimo gruppo di esploratori dello spazio»; «l’ultimo viaggio dell’umanità».

Al Telegraph, il padre di Fallout 3 e 4 ha commentato che «Constellation (…) è come NASA + Indiana Jones + La Lega degli Straordinari Gentlemen, un gruppo di persone che sta ancora cercando risposte. Ci sono fazioni in questo gioco ma loro sono la principale di cui diventerai parte. È come Skyrim come struttura di gioco, in cui sarai chi vorrai essere, e poi ci saranno diverse fazioni cui potrai unirti e costruire davvero il tuo percorso».

Ciò vuol dire che la clip cui abbiamo assistito non descrive l’intera narrazione del gioco, ma soltanto quella di una fazione che ha una sua personale visione dell’universo e del suo rapporto con l’essere umano; potrebbero esserci altri gruppi con un’idea diametralmente opposta dell’esplorazione spaziale, ad esempio, e sarà interessante vedere quali potrebbero essere gli impatti delle loro diverse interpretazioni (per quanto questa ci ispiri non poco).

«L’ultimo viaggio dell’umanità» come definizione non lascia presagire niente di buono per le sorti della Terra, con qualche grosso problema (ambientale?) che potrebbe aver spinto a cercare delle alternative a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti nel bel mezzo di una situazione disperata.

Il fatto che sia rimasto un «ultimo gruppo di esploratori dello spazio» fa immaginare che sia stato trovato un modo per viaggiare liberamente nello spazio da così poco che siamo ancora agli albori dell’esplorazione intergalattica, e che magari siamo uno degli ultimi gruppi ad averla intrapresa perché gli altri hanno rinunciato non trovando mai la maniera di spiccare il volo in questo campo; in questo senso, potrebbe essere toccata, anche solo marginalmente, una sorta di corsa allo spazio che riguardi i privati, che è quanto sta iniziando a capitare al mondo reale di oggi.

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Un’esplorazione spaziale realistica

  • Una mitologia già molto profonda

  • Una veste grafica nextgen…

Contro

  • … Ma servirà un gameplay per valutare l’entità dell’evoluzione tecnica

Commento

In conclusione, scherzosamente ma non troppo, Starfield potrebbe pure essere stato davvero pronto per il 2021 – ma vuoi mettere l’occasione imperdibile di 1) uscire l’11 novembre esattamente come Skyrim, a cui il progetto sembra rifarsi in più di un aspetto; 2) giocare con l’11/11/22 per far sì che il giorno e il mese, sommati, restituissero l’anno di lancio? Quei buontemponi in Bethesda Game Studios ci faranno aspettare un pochino più del previsto ma, da quello che ci è stato mostrato, le premesse per qualcosa per cui valga la pena di attendere ci sono tutte.
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