Spider-Man - Il salone degli eroi

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a cura di SirFran Snee

Aracnofobici, parliamo proprio a voi che non potete vedere quelle zampe terribili che saltellano ovunque e tessono la loro tela negli angoli più remoti della vostra mente, mandandovi in subbuglio l’anima. Niente paura, non c’è niente di horror in questo pezzo, asciugatevi pure il sudore che stava già imperlando la vostra fronte e rilassatevi perchè stiamo parlando di un ragno che dobbiamo solo ringraziare: quello che anni e anni fa ha morso un tale in giovane età, semplice e non troppo disinvolto, con la passione per le foto da vendere al mondo del giornalismo. “La storia della mia vita non è per i deboli di cuore. Se qualcuno ha detto che era una bella favoletta, se qualcuno vi ha raccontato che ero solo un tizio normale senza una preoccupazione al mondo, quel qualcuno ha mentito“: così si presenta agli spettatori Peter Parker, nell’incipit del primo di una fortunata serie di film dedicati a your friendly neighborhood Spider-Man. Un ragazzo come tanti, in cerca della sua strada tra le tante e immense che si snodano nella Grande Mela statunitense, esattamente nella centrale Forest Hills, rivelando ancora una volta un passato non troppo facile come è d’uopo per i supereroi: orfano di genitori, vive con una dolcissima coppia di zii, della quale conosceremo meglio la signora May Reilly. Come spesso ci insegna la storia di cinema e comics, ma anche quella vera, i più deboli talvolta riescono a rivendicare se stessi, passando da “sfigati e perdenti” a coloro che cambieranno la vita di tanti, anche di coloro che vivranno le sue gesta tra le pagine di un fumetto, i fotogrammi cinematografici o tra pad e console.
Non riesce però ad elevare troppo il suo status quo rispetto a forzuti Thor, velocissimi Flash o massicci Super-Man (nonostante l’assonanza con il nome), non fa nemmeno il paio con un compare di avventure à la Batman e Robin o altri ancora, ma si salva dall’esonero di anti super-eroe come DeadPool. Una carrellata di eroi Marvel e non, tra i quali il ragnetto si sta ormai calcificando nel ruolo di giovane ragazzo spigliato, agile e scattante, senza particolari svolte nella sua vita privata e “professionale”. Calato il sipario, tolta la maschera rossa, Peter rimane un giovane acqua e sapone, un pochino più indietro con gli anni rispetto agli altri super-compari, costruendo un identikit in parte diverso rispetto a quanto previsto dal fumetto originale. Qui la penna di Stan Lee e Jack Kirby aveva creato una storia piena di tumulti, anche sentimentali, facendo cadere nella tela del ragno diverse donne, più o meno importanti, che hanno accompagnato il ragazzo in varie vicissitudini. Parliamo chiaramente di Mary Jane Watson, l’unica donna che Parker abbia sposato e che sia rimasta al suo fianco davvero per lungo tempo. Una coppia che ben si accostava e che altrettanto bene sposava in ogni senso la personalità semplice e del tutto umana del ragazzo, vivendo una storia un po’ turbolenta e drammaticamente sentimentale con l’attrice e modella, al limite delle pene d’amore shakespeariane. Non è mancata una liason con una super-eroina, ma solo per un breve momento: la Gatta Nera, alias Felicia Hardy, è spesso entrata con passo felino nel cuore di Parker, talvolta persino incurante delle relazioni che aveva stretto nel frattempo. Scaltra ed egocentrica, un po’ come ogni gatto, Felicia è stata un’amante bizzosa e voltagabbana, a differenza di altre donne “meno eroiche” a cui Peter ha donato il suo cuore (senza però arrivare davvero al “vissero per sempre felici e contenti”).
Sempre diviso tra famiglia, amori e nemici, Spider-man è riuscito ad abbracciare diverse generazioni di numerosi fan, grazie alla transmedialità convergente con cui l’industria ha proposto l’eroe, rinnovandolo da un lato, dall’altro offrendo delle variazioni sul tema, mantenendo però sempre come denominatore comune l’aspetto fisico e le sue abilità di aracnide, che lo vedono sparare ragnatele da un palazzo all’altro, volteggiando e salvando in volo civili innocenti. Che dire dunque della presenza videoludica di questo eroe? Sin dagli anni Ottanta, lo spara ragnatele a tradimento ha debuttato su Sega, Commodore 64 e Atari, ha seguito l’evoluzione tecnologica tra portatili e console, in un turbinio di combattimenti in stile picchiaduro con gli altri della banda Marvel, oppure erigendosi a unico protagonista della storia. Adattamenti dei film usciti sul grande schermo, puzzle game, action game per telefono e persino qualche mattoncino LEGO tra cui destreggiarsi: questi e tanti altri sono stati i generi e gli stili in cui Spider-Man è stato dipinto e rappresentato, sciorinando così titoli più o meno noti, giochi più o meno fortunati, fino a essere inglobato nel buco nero insaziabile di Marvel e diventare uno dei tanti della combriccola eroica dei fumetti.
Giusto così che ora torni in un episodio tutto suo, dal titolo semplice ma che non gli toglie nemmeno stavolta l’etichetta comics: Marvel’s Spider-Man, per ribadire che sì, sta in piedi da solo, Parker ce la fa ad affrontare nemici senza altri superpoteri che lo difendano o gli facciano da spalla per dare man bassa, ma rimane legato al guinzaglio dell’intrattenimento made in USA, ultimamente di casa Disney. Un ragno finito dunque in un’altra tela, senza soffocarlo o magari diventando a sua volta una casa migliore in cui vivere e nutrirsi di nemici ancora più succulenti. No, nemmeno stavolta hanno ucciso l’Uomo Ragno, o almeno fino al 7 settembre prossimo.

Avrà ragione di esistere questa volta la frase che Green Goblin aveva pronunciato a Spiderman: “Hai tessuto la tua ultima ragnatela, Spider-Man”? Sarà davvero l’ultima tela del ragno, quella che avvolgerà le nostre console? Ammettiamolo, essere preda di questo ragno e rimanerci avviluppati non è poi così tremendo. Nemmeno per un aracnofobico.