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SpellForce 3: Fallen God | Recensione - Le espansioni di una volta

Falle God è l'ultimo DLC di SpellForce III e aggiunge un'inedita e corposa campagna dedicata ai troll

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

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SpellForce 3
  • Sviluppatore: Grimlore Games
  • Produttore: THQ Nordic
  • Distributore: THQ Nordic
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 7 dicembre 2017

Fallen God è l’ultimo DLC per SpellForce 3, anzi è proprio una di quelle espansioni standalone di una volta, corpose e con tante ore di gioco aggiuntive. Purtroppo la dizione “di una volta” è anche la migliore descrizione per il titolo sviluppato da Grimlore Games e pubblicato da THQ Nordic, un peculiare ibrido fra strategia in tempo reale e gioco di ruolo e una ricetta che ritorna senza troppe sorprese anche quest’ultima volta.

Troll chiacchieroni

Con SpellForce 3: Fallen God ci troviamo dentro i confini del fantasy medievaleggiante più classico, quella cornucopia di attori già visti altre infinite volte e che conosciamo già un po’ tutti: orchi, umani, elfi e, soprattutto, troll. Questi ultimi sono infatti i protagonisti della campagna principale, una lunga sequela di missioni primarie e secondarie alla guida del Akrog e degli altri eroi del clan Moonkin. La scena si apre immediatamente sull’orlo del precipizio, con la tribù prossima all’estinzione, braccata da tutti i lati da nemici di ogni genere, che siano i perfidi elfi o gli schiavisti orchi, e piagata da una malattia, giusto per non farci mancare nulla.

L’ultima speranza per Akrog e soci è richiamare in vita un’antica divinità sepolta nella leggenda, quel Fial Darg che dovrebbe aiutare i troll nella loro eterna lotta contro gli atavici pericoli e contro il morbo che sta distruggendo la loro specie. Il viaggio si rivela però più complicato del previsto e della divinità non restano che delle spoglie sparse nei più reconditi anfratti di un misterioso tempio.

Inutile dire che l’impresa è delle più disperate, l’estremo tentativo subisce un colpo inaspettato praticamente in ogni missione e, soprattutto, Fallen God cade nella più classica bulimia di nomi, personaggi che vanno e vengono e richiami ad universo e ad un passato mai spiegato fino in fondo. Al menù si aggiunge un po’ di tutto: finestre temporali, echi di precedenti eroi, faide fra tribù che si risolvono in mezzo dialogo e precipitano poi chissà perché in tradimenti spietati all’improvviso e, ovviamente, l’immancabile colpo di scena finale. Da un lato è encomiabile la cura riposta nella creazione della cultura e delle tradizione dei troll, ma d’altro canto ci si ritrova spesso invischiati in concetti dagli appigli piuttosto scivolosi.

Nonostante alle volte si faccia fatica a tenere il passo con la trama e con dei dialoghi inutilmente prolissi e poco utili al prosieguo della storia, la campagna di Fallen God, con la sua struttura non lineare e la molteplicità di scelte, riesce a mantenere alto l’interesse sulle sfortunate vicende dei Moonkin, una tribù a cui un elfo partenopeo deve aver fatto qualche tipo di malocchio visto il continuo aggiungersi di sventure.

Poche novità sul fronte del gameplay

Come da tradizione per la serie, anche questo DLC è una commistione di più generi e nelle sue meccaniche di gioco pesca a piene mani sia dal mondo degli RPG che da quello degli RTS. Non a caso l’apertura della campagna è dedicata alla creazione dei propri eroi che, predefiniti nei loro nomi e nei loro ruoli, possono essere modificati a piacere per quel che riguarda abilità e statistiche. Ecco, non aspettatevi quella profondità senza fine che abbiamo recentemente visto ad esempio in Baldur’s Gate III, perché qui la progressione è decisamente più lineare e classica.

L’accumulo di esperienza permette di allocare punti ulteriori sulla forza, sulla destrezza o, ancora, sull’intelligenza, tutti parametri che vanno ad intrecciarsi con gli equipaggiamenti e anche con alcuni possibili bivi narrativi.

Non mancano poi ovviamente gli alberi delle abilità, da attraversare per creare degli eroi fatti su misuri, con poteri che vanno ad integrarsi e a completarsi vicendevolmente. Il risultato finale è più che buono, a patto di non voler strutturare build complesse e stratificate in stile Diablo III.

La fazione dei troll è inoltre un inedito per il mondo di SpellForce e ha alcune caratteristiche uniche in termini di gameplay. Ad esempio, al posto di arruolare truppe specifiche nei vari edifici, bisogna letteralmente allenare le unità base nei capanni della lotta e dei tiratori, con la possibilità di rimodellare il proprio esercito a seconda delle proprie esigenze, aumentando così la flessibilità della tribù. Il vero problema per questa fazione sono le dimensioni delle sue pedine, talmente ingombranti da incastrarsi fra alberi e portoni e difficili da gestire quando si indica un bersaglio da attaccare, che spesso sparisce dietro i corpulenti troll.

La campagna alterna senza soluzione di continuità momenti classici da cRPG isometrico a quelle fasi dedicate alla strategia in tempo reale e, al di là di qualche breve incertezza, entrambe le componenti riescono a convivere in modo pacifico grazie ad una UI che evita fastidiosi sgambetti tra le due anime del titolo. L’esempio più lampante in questo senso è la barra delle abilità poste nel menù in alto, che raccoglie tutte le skill dei vari eroi e a ciascuna associa una scorciatoia da tastiera. Tra tooltip, avvisi, shortcut e indicatori, Fallen God è un titolo accessibile anche per i neofiti e, cosa non di poco conto visto i numerosi dialoghi, è anche interamente tradotto in italiano.

Atavici errori

Fallen God, come detto in apertura, ricade però senza troppa fantasia negli stessi errori del suo fratello maggiore. Senza sbavature evidenti, manca infatti quel guizzo di fantasia e, sia come gioco di ruolo che come RTS, il titolo è penalizzato da evidenti semplificazioni, a cui si aggiungono inutili farraginosità che rallentano eccessivamente il ritmo.

Della componente ruolistica abbiamo già parlato: più che sufficiente, ma siamo sempre nella zona del tradizionalismo. Prendendo in considerazione solo la parte strategica, la situazione si fa più spinosa e i dubbi sono esattamente gli stessi segnalati nella recensione di SpellForce 3. Senza perdersi in ulteriori dettagli, le maggiori perplessità toccano la suddivisione della mappa in settori predefiniti, ciascuna con la sua quantità di risorse e operai da impiegare.

Questa è un'evidente limitazione al base building e tutt’ora ci domandiamo il perché della distinzione fra operai e trasportatori per le unità civili, un dettaglio che abbassa drasticamente la velocità delle partite.

Inoltre, al di là delle differenze fra le varie civiltà, il numero di risorse da raccogliere è decisamente alto, fra legno, pietra, cibo, ferro e materiali unici, un’abbondanza che rallenta la crescita della propria potenza, sia in termini di edifici che di unità da reclutare.

Non aspettatevi quindi un esercito di silenziosi elfi o maree di pelleverde, perché le unità militari spesso e volentieri sono solo un supporto per gli eroi e, a causa dei costi alti e delle risorse richieste, è difficile schierare più di una manciata di truppe. Questa scelta di design limita dunque alcuni momenti classici degli RTS, come gli assalti improvvisi alla base nemica mentre si sta già reclutando una seconda ondata, e ha evidenti ricadute in termini di effetto valanga, con uno scontro finito male che spesso porta a disastrose conseguenze senza appello. Forse sarebbe stata una richiesta eccessiva per una espansione, ma Fallen God, in conclusione, non fa molto per tamponare i deficit strutturali del terzo capitolo.

Fantasy online

In termini di contenuti, oltre alla lunga e positiva campagna - che può essere giocata in singleplayer e in cooperativa - questa espansione è accompagnata dalle classiche battaglie casuali e da una rinnovata modalità online che strizza l’occhiolino ai giocatori che amano darsi battaglia in sfide competitive.

Non a caso sono state integrate leaderboard, la modalità spettatore e quella replay e soprattutto, contemporaneamente al lancio di Fallen God, è arrivato su Steam anche SpellForce 3: Versus Edition, una versione free-to-play del titolo dedicata interamente al multiplayer.

Se volete avvicinarvi al mondo di Spellforce 3, tenete d'occhio i prodotti a tema su Amazon.

Voto Recensione di SpellForce 3 - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Una lunga ed interessante campagna

  • Un'espansione vecchio stile, con tanta carne al fuoco

  • I troll sono una piacevole aggiunta...

Contro

  • ... Anche se hanno qualche problema con le loro dimensioni

  • Qualche incertezza a livello narrativo

  • Il gioco è sempre quello: o lo si ama o lo si odia

Commento

Il giudizio per Fallen God è quanto mai semplice. Se avete amato SpellForce 3, quest'ultima espansione aggiunge numerose ore di gioco, una campagna più che valida e la novità dei troll. Insomma, è la scusa perfetta per ritornare a destreggiarsi fra gioco di ruolo e strategia in tempo reale. Al contrario, se non avete mai digerito fino in fondo la convivenza di questi due generi e le peculiarità della serie, non c'è nulla che vi farà cambiare idea in questo DLC.