A un certo punto del ciclo vitale di Nintendo Switch si è cominciato a diffondere un pensiero nella community: «aspetto la prossima console».
Le prime avvisaglie le ho notate dopo qualche anno, sebbene qualche provocatorio guascone avesse cominciato anche al day one di The Legend of Zelda: Breath of the Wild nel 2017. Trenta fotogrammi al secondo a quanto pare non erano abbastanza per poter capire il valore di un videogioco seminale.
Ma lo capisco, davvero. Questo è ciò che l’industria dei videogiochi ha voluto comunicare negli ultimi 10 anni con più insistenza che mai.
Dal famigerato 8K sulla confezione di PS5 fino alla narrazione della console più potente del mondo di Xbox, con presentazioni di giochi che sono sempre più degli showcase tecnici – da The Witcher 4 agli eventi generali e/o dei publisher – che dimostrazioni effettive di idee e funzionalità ludiche.
In questo ecosistema vive anche Nintendo con l’enorme svantaggio, e lo dico senza nessun tipo di ironia, di produrre videogiochi il cui valore più importante risiede in un elemento che non emerge dai trailer promozionali: il gameplay.
Dicevo della narrazione, quella dell’attendere una console più performante, che si è fatta comprensibilmente più dominante con il trascorrere del tempo.
Fino a oggi, o per meglio dire a qualche giorno fa, quando Nintendo Switch 2 è finalmente arrivata sul mercato e adesso quell’attesa verso la “prossima console” è finita.
Zelda Notes, un gioco nel gioco
Insieme al secondo slot di salvataggio fondamentale se volete ricominciare le avventure per l’occasione, ho sperimentato le novità dell’applicazione companion Zelda Notes da installare su dispositivi mobili.
Di tutte le sue funzionalità, carine ma di cui dimenticherete presto l’esistenza, quelle più interessanti sono indubbiamente i ricordi vocali di Zelda e la naviguida.
Quest’ultima è una vera e propria guida strategica multimediale. Immaginate di aver comprato il classico librone della guida, oppure di avere una wiki interattiva a portata di app. Potete selezionare ogni tipo di segreto all’interno del gioco, dalle armi ai Korogu fino ai boss segreti, e visualizzarlo sulla mappa per avere un supporto fondamentale al completismo.
Inoltre, come suggerisce il nome, potete attivare anche un vero e proprio navigatore che vi porterà in uno dei segreti selezionati. Letteralmente un navigatore, non c’è modo più facile per descriverlo.
Vi guiderà con indicazioni vocali verso l’obiettivo selezionato, funziona molto bene ed è un modo divertente per poter interagire con il gioco in compagnia di qualcun altro, magari.
Oppure, per scoprire dove diavolo è posizionato il più maledetto dei Korogu. C’è da dire che, per un giocatore esperto, la guida vocale insieme alle indicazioni sulla mappa può risultare ridondante, ma è uno strumento ben fatto e qualche giocatore meno esperto potrebbe trovarlo oggettivamente utile.
La vera sorpresa dell'aggiornamento sono le note vocali. Si tratta di brevissimi audioracconti che Zelda, ma non solo, hanno lasciato in prossimità di alcuni luoghi. Ci sono più di 100 note da scoprire sia per Breath of the Wild che Tears of the Kingdom, completamente doppiate e legate anche ai luoghi più impensabili.
Un nuovo collezionabile con tanto di radar di prossimità che viene attivato dall’applicazione, che diventa un modo interessantissimo per scoprire dettagli inediti dell’ambientazione e/o informazioni su passaggi narrativi che si sono svolti “dietro le quinte”.
Questo, con un bel power bank per il vostro telefono/tablet, potrebbe essere un grande motivo per rigiocare The Legend of Zelda: Breath of the Wild e The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom.
The Legend of Zelda Nintendo Switch 2 Edition: togliere la polvere che non c’era
Ma voi stavate aspettando il vero day one dei due The Legend of Zelda su Switch 2, quindi passiamo all’aspetto tecnico – che è quello che conta davvero.
La miglioria più importante è quella relativa ai tanto amati frame per secondo. Ora diventano 60, in entrambi i giochi in tutte le loro parti, anche quelle più problematiche come la Foresta dei Korogu o il Villaggio Calabrico dove la console era messa a durissima prova.
Al di là del piacere della resa a schermo, le sequenze di azione ne giovano parecchio. Soprattutto all’interno di Tears of the Kingdom, dove queste possono comprendere anche la fusione di armi e oggetti con il Compositor o la creazione di marchingegni con lo Schematrix.
Qui non posso che dare ragione ai terafloppisti di turno perché, è evidente, giocare ai due The Legend of Zelda con una tale fluidità è la proverbiale cosa da cui non si torna più indietro.
Notevole anche la differenza nei tempi di caricamento che si nota con il viaggio rapido e con la transizione che porta Link all’interno dei sacrari scoperti nella mappa. In questo caso la differenza non è trascendentale, ma comunque evidente in termini di secondi risparmiati.
Ma tutto questo non è il meglio di ciò che ho sperimentato nel rigiocare i due The Legend of Zelda.
Sia Tears of the Kingdom che Breath of the Wild sono sensibilmente più belli da vedere, ma quest’ultimo giova maggiormente dell’upgrade tecnico per via degli anni sulle spalle e della sua natura cross-gen, visto che è formalmente un gioco il cui sviluppo iniziò per Wii U.
E, allo stesso tempo, ci dimostra quanto fosse un videogioco straordinario già nel 2017 con la sua fenomenale visione artistica.
Viene incrementata notevolmente la draw distance, così che ogni prospettiva di vista su Hyrule restituisca un paesaggio mozzafiato. Insieme alle texture dei materiali e degli ambienti, ora sempre definite grazie a una risoluzione che arriva fino a 1440p in modalità docked e non va sotto i 1080p in portabilità.
Un altro incremento notevole riguarda gli effetti particellari e l’illuminazione ora molto più evidenti e luminosi (anche grazie all’HDR che fa la sua parte nella messa in scena).
Ed è strano ritrovarsi a fare analisi tecniche dei videogiochi Nintendo, ma se serve a fare in modo che un videogioco come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom smetta di sembrare sparito nel nulla, meglio così.
Anche perché con il lavoro fatto sia lui che Breath of the Wild hanno la possibilità di vivere una seconda vita su Nintendo Switch 2, esprimendo il loro massimo potenziale possibile. Anche per chi era rimasto stordito dai trenta frame per secondo e aspettava il momento migliore per giocare questi due capolavori, coccolato da un comparto tecnico d’eccezione.
Quel nuovo day-one è arrivato e adesso sono curioso di vedere le reazioni del pubblico.