Balatro ci insegna (di nuovo) l'importanza dell'immediatezza nel gameplay

Balatro è un roguelike basato sul poker che nasconde insegnamenti di buon game design che altri esponenti del genere farebbero bene a seguire.

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a cura di Salvatore Pilò

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Questo non vuole essere un pezzo che celebra il grande successo di un titolo come Balatroperché basta semplicemente avviarlo per due minuti per essere completamente catturati e catapultati in una dimensione senza tempo all’interno della quale ogni partita tira l’altra.

E non vuole essere nemmeno una recensione, un po’ perché siamo “fuori tempo massimo” e un po’ perché fra le tante cose belle che Balatro mette in scena c’è anche questa forma di apprendimento incrementale che si sposa decisamente male con l’analisi asettica di una recensione in cui, certi aspetti, vanno per forza di cose sviscerati ed esposti al pubblico.

Questo vuole semplicemente essere un pezzo in cui si cerca di capire perché Balatro ha avuto successo, perché continuerà ad averne soprattutto quando uscirà su mobile, e perché rappresenta un nuovo punto di inizio per quanto riguarda il genere dei “roguelike con le carte” (anche se su Steam fanno capolino già quelli che l’utenza chiama scherzosamente “balatro-like”).

Giusto per non lasciare completamente all’oscuro dell’argomento i lettori che non conoscono minimamente il gioco due parole, ma giusto due, su cos’è Balatro vanno ovviamente spese. Quindi ecco, Balatro è un roguelike con le carte francesi in cui ci è richiesto di fare un certo numero di punti per battere il boss di turno giocando delle mani di poker. Dopo otto boss la partita è vinta e si passa alla modalità infinita.

L'idea alla base

Il “twist” sta nel poter manipolare il proprio mazzo iniziale aggiungendo, rimuovendo o “alterando” le proprie carte per poter generare punteggi sempre più alti, e nel poter acquisire dei Joker (fino ad un massimo "dichiarato" di cinque) che manipolano un po’ il punteggio aggiungendo moltiplicatori e affini.

Non scendo nei dettagli del gameplay per i motivi di cui sopra, ma vi basti sapere che su questo scheletro è stato costruito un sistema di gioco di una profondità che ha lasciato piacevolmente basiti tutti coloro che hanno deciso di imparare il gioco – e, quindi, di padroneggiare ogni suo più piccolo aspetto.

Perché, dunque, spendere del tempo per parlare di un titolo come Balatro in questo momento e perché analizzare il suo successo? Perché proprio in queste settimane su Steam sta spopolando un altro gioco, un altro roguelike, che per la mole di giocatori attivi che ha è riuscito a far slittare di qualche giorno anche la data d’uscita della nuova iterazione di Prince of Persia.

Giochi come Balatro ed Hades II costruiscono tanto sulla facilità di comprensione: anche un utente inesperto avvia il gioco e sa esattamente come giocare.
Sì, stiamo parlando di Hades II (qui la nostra anteprima), anch’esso un roguelike (per i più puristi un roguelite, così non linciate nessuno) che si sta fregiando di un enorme successo nella community di appassionati (e non).

No, nessuno vuole paragonare Balatro ad Hades II. Ma Hades II ha molti più punti di incontro con Balatro di quel che si possa immaginare: entrambi devono il loro successo alla semplicità di comprensione. Un giocatore, anche e soprattutto, inesperto avvia il gioco e sa esattamente come giocare: non sono necessari tutorial macchinosi e non è necessaria una noiosissima run iniziale in cui vengono spiegate tutte le sfaccettature del gameplay.

Avvii il gioco per la prima volta, leggi due righe di numero, e sei in partita con le stesse possibilità di farcela di un giocatore che ha centinaia di ore sul titolo.

Ora, se in Hades II è richiesta comunque una certa manualità con il controller e una qualche forma di esperienza pregressa nel mondo videoludico, Balatro mette chiunque, e sottolineo chiunque, nelle condizioni di poter giocare senza aver mai toccato prima d’ora un videogioco – offrendo un’esperienza tanto unica e particolare che difficilmente sarà mai replicabile all’interno del genere.

Che sì, è esattamente quanto fece il primo capitolo di Hades (che potete acquistare su Amazon se vi è rimasto arretrato) e quanto sta facendo in queste settimane il secondo. E non a caso fra i feedback più importanti della community c’è proprio la volontà a limare tutte quelle costruzioni di gameplay che complicano la semplicità alla base del sistema di gioco di Hades II (feedback che gli sviluppatori hanno accolto positivamente, fin dall'annuncio di una prima patch per andare incontro proprio a queste esigenze).

Possiamo, dunque, senza troppa sorpresa, constatare quanto un roguelike di successo, capace di catturare completamente un gruppo importante di giocatori, non abbia bisogno di nessun tipo di struttura complessa sul suo gameplay quanto di qualcosa di immediato, veloce – semplice, per l’appunto.

E non serviva di certo Hades II e tutto quello che ne sta conseguendo ad arrivare ad una conclusione del genere, certo. Torniamo per un momento a Balatro e a quel suo gameplay tanto immediato da sembrare un gioco che abbiamo sempre giocato nella nostra vita.

Se vieni "clonato" allora hai vinto

Come detto in apertura, su Steam sono apparsi i primi “balatro-like”, ovvero titoli che hanno creduto che il successo di Balatro fosse legato alla sua formula “innovativa” di piegare il “gioco d’azzardo” alle regole dei roguelike per creare qualcosa di completamente nuovo.

Che poi, di «completamente nuovo» Balatro non ha assolutamente nulla per quanto concerne l’idea alla base: già l’anno prima, infatti, faceva capolino su Steam Luck be a Landlord, un altro roguelike deckbuilding basato sulle slot machine. Eppure dopo Balatro arriva su Steam Bingle Bingle, che è essenzialmente lo stesso gioco ma con una roulette.

Ma, ecco, avete mai sentito parlare di questi altri due titoli? No? E il motivo è piuttosto ovvio: Balatro non ha avuto successo perché stava presentando al genere una sua nuova forma di declinazione, quanto per il fatto che ha offerto al pubblico qualcosa di completamente “nuovo” nella sua impostazione: la possibilità di essere giocato senza alcuna esperienza in merito, di poter essere goduto da chi decide di imparare per bene le sue meccaniche più profonde e di avere a disposizione una modalità infinita con un reale senso di essere giocata offrendo al giocatore; quindi, un’esperienza a tutto tondo senza precedenti.

Non solo: se provate a pensarci, a sforzarvi anche tanto, non troverete possibilità di espandere il suo gameplay senza doverlo privare proprio della semplicità che lo rende unico, un po’, analogamente, a quando successe tempo fa con Vampire Survivors: questo titolo, nel corso del tempo, ha più perso che guadagnato, con tutte le aggiunte derivanti dalle varie espansioni che non hanno fatto altro che rendere più complesso un titolo che doveva il suo grandissimo successo proprio alla sua assenza di complessità e alla sua interfaccia così intrigante.

Lo sta capendo anche Hades II, dicevamo, che si propone di iniziare a pulire e semplificare di più proprio quelle strutture più complesse che sono state costruite sul suo seguito, andando incontro ad un community che ha sempre più bisogno di titoli come Balatro rispetto ad esperienze troppo ripiene e gonfie di contenuti che non fanno altro che rendere più ripida la curva di apprendimento (e di digestione) dell’esperienza.

E in un mercato così competitivo e veloce nel susseguirsi delle uscite, un Balatro qualunque capace di essere addentato, masticato e digerito nel giro di qualche ora, per poter passare immediatamente alla portata successiva ha un appeal decisamente più importante  di un videogioco pesante, ricco e farcito che mini la possibilità di assaggiare il piatto in uscita la settimana successiva.

 

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