Indie a tutta forza!

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a cura di Forla

Milano 14/10/2016 
Come di consueto, anche quest’anno ci siamo recati alla Games Week, la fiera tutta italiana dedicata al nostro passatempo preferito. Vicino ai titanici stand dei produttori più importanti faceva bella mostra di sé anche l’area indie, una zona riservata ai progetti indipendenti più interessanti della scena nostrana. Abbiamo avuto il piacere di constatare che, anche in un paese un po’ indietro come il nostro, le acque stanno iniziando a smuoversi, con prodotti che mostrano sempre di più grandi potenzialità. Di seguito potete trovare le nostre impressioni su quattro titoli che ci hanno particolarmente colpito e che vi consigliamo di tenere d’occhio.
Voodoo – Brain in the Box
Il primo gioco su cui abbiamo messo le mani è Voodoo, un titolo ambientato nelle torride lande africane. Il gioco si configura come un survival game, facendo quindi della cooperazione (e competizione) tra giocatori e del crafting i suoi punti cardine. La produzione, in buona parte ispirata alle meccaniche di Shadow of the Colossus, prevede anche epiche battaglie contro titanici mostri, da affrontare preferibilmente in compagnia di qualche amico. Una volta accomodati alla postazione e messe le mani sulla tastiera ci siamo trovati a poter scegliere tra varie pitture per il corpo, alcune maschere e tre loadout di combattimento, selezionabili attraverso i tasti numerici. Il primo comprendeva ascia e scudo, il secondo lancia e scudo e il terzo l’arco. La nostra prova è stata effettuata al fianco di un altro giocatore, subito abbiamo deciso di non massacrarci a vicenda e di unire le forze per fronteggiare la gargantuesca creatura che si stagliava all’orizzonte. Dopo aver attraversato una pianura piena di sterpaglie siamo giunti al cospetto del titano, il quale non ha esitato ad attaccarci. Vicino alla miniatura della sua faccia, sotto alla quale campeggiava la barra della vita, è apparso anche un cerchietto che dava indicazioni sul punto debole su cui focalizzarsi per abbatterlo. In realtà l’indicazione era piuttosto semplice e ci abbiamo messo veramente poco ad individuare il bersaglio assicurato al ginocchio del gigante, prima di cominciare a tempestarlo di frecce. Una volta ridotta l’articolazione ad un puntaspilli l’enorme creatura è caduta prona, permettendoci di spostare la nostra attenzione sui punti vulnerabili posizionati a fianco della testa. Ripetuta la procedura alcune volte, siamo riusciti ad avere la meglio, guardando con soddisfazione il colosso rovinare senza vita nella polvere. La build testata era chiaramente acerba, non presentava nessuna delle meccaniche di crafting che saranno presenti nella versione definitiva, ed era priva della possibilità di arrampicarsi sul corpo del titano, una feature che gli sviluppatori hanno promesso sarà accessibile nella versione finale. Nel gioco si potranno giocare partite da sedici (forse trentadue) giocatori, uno di essi potrà essere eletto “capovillaggio” ed avrà poteri speciali per quanto concerne la creazione di infrastrutture, nonchè più elevato potere decisionale all’interno della tribù. Attendiamo la data di release dell’alpha, che sarà indicativamente ad aprile del prossimo anno, per potervi dire di più su questo interessante survival incentrato su titaniche boss battle.
Dry Drowning – Studio Oneiros
Tra le tante piccole postazioni dell’area indie siamo rimasti affascinati da Dry Drowning, inizialmente più per la resa dei bei modelli bidimensionali che altro. Una volta seduti e cominciata la storia però la faccenda è cambiata radicalmente. Quella che abbiamo per le mani è una visual novel investigativa ambientata in un futuro distopico non troppo distante da ora, in cui vestiremo i panni del detective Mordred Foley. Durante la nostra breve sessione di prova abbiamo potuto apprendere varie informazioni sul protagonista e sulla sua bella socia. Egli è recentemente uscito di galera per il rotto della cuffia, a causa di insufficienza di prove, ma il suo curriculum di investigatore è ormai indelebilmente macchiato da questa infamante esperienza; la sua pare essere una carriera destinata a colare a picco. Questo fino a quando il campanello non suona, e alla porta si presenta una cliente che potrà cambiare per sempre il modo di vivere del detective. L’avventura si divide tra parti investigative, in cui siamo chiamati ad analizzare l’ambiente in cerca di prove, e i dialoghi con vari personaggi. Già dalle prime battute il titolo mette il giocatore davanti ad alcune scelte che gli sviluppatori ci hanno assicurato avere un forte impatto sullo svolgimento della trama. Il gioco infatti conterà quattro capitoli, di cui l’ultimo sarà pesantemente influenzato dalle decisioni prese nei precedenti, risultando molto differente e conducendo a tre finali ben distinti. I ragazzi di Studio Oneiros hanno voluto sottolineare come il sistema di scelte morali non sarà banale, con la classica scelta tra bene e male, buono o cattivo, ma metterà il giocatore davanti a difficili decisioni, molte delle quali riguardanti la situazione socio/politica in cui versa Nova Polemos, la città in cui si svolge la vicenda. La narrazione sarà snella e scorrevole,  per chi fosse affamato di approfondimenti sulla lore il titolo mette a disposizione tutta una serie di documenti informativi da scovare in giro per le ambientazioni, che garantiranno un soddisfacente approfondimento di background per storia e personaggi. Il titolo sarà rilasciato a fine 2017 su Steam e forse mobile, se vi piacciono i trhiller investigativi fareste bene a tenerlo d’occhio.
Daymare 1998 – Invader Studios
Se siete fan del terrore e ripensate con nostalgia ai vecchi classici anni 90′ in cui l’aberrazione di turno poteva spuntare da dietro ogni angolo e i proiettili nel caricatore si potevano contare sulle dita di una mano, fareste bene a dare uno sguardo a Daymare 1998. I ragazzi di Invader Studios, sono quelli che non molto tempo fa si erano fatti notare per il coraggioso e invitante remake di Resident Evil 2. Quel progetto purtroppo gli è stato tolto di mano, ma il loro talento e la voglia di tornare a soddisfare palati old school li ha fatti presto tornare in pista alle redini di un nuovo progetto intitolato Daymare 1998. Noi lo abbiamo provato e possiamo dirvi che è tanto bello da vedere quanto tosto da affrontare. Si tratta di un horror in singolo giocatore che si muove sulla strada già battuta nei vecchi tempi da giochi come Resident Evil (uno e due) e più recentemente dall’ottimo Dead Space. Un’esperienza disturbante, in cui gli spaventosi nemici rappresentano ognuno una grave minaccia da affrontare con cervello e preparazione, qui non ci sono loadout da decine di armi e i proiettili son sempre agli sgoccioli. La nostra run è cominciata all’interno di un edifico, dopo aver ripristinato la corrente e alzato una saracinesca ci siamo fiondati all’esterno, un po’ troppo spavaldi, ma il gioco ci ha subito messi in riga. Il mostro deforme che ha sfondato una porta laterale ci è balzato contro, a nulla è servito svuotargli il caricatore addosso, ci ha fatto a pezzi senza pietà. Il secondo giro è andato un po’ meglio, prima di uscire dalla saracinesca abbiamo perlustrato un po’ l’ambiente e su un pezzo di carta un’annotazione ci suggeriva che i mostri che si aggirano per la struttura non apprezzano molto l’acqua. Una volta giunti allo scontro abbiamo quindi sfruttato alcuni barili trovati in giro, bersagliandoli con la pistola e tentando di bagnare l’orrenda creatura che si dirigeva famelica verso di noi. Un paio di mordi e fuggi, qualche giro improvviso di 180°, qualche colpo andato a segno ma alla fine non siamo riusciti nel nostro intento, finendo nuovamente preda dell’essere deforme. Purtroppo c’era una fila di gente che scalpitava per mettere le mani sul pad e abbiamo dovuto farci da parte, ma la voglia di ritentare era tanta quanto l’esaltazione per un prodotto così vicino agli standard dei cari e vecchi survival horror. L’unico difetto tangibile che abbiamo riscontrato è stato qualche piccolo problema con la telecamera, già noto agli sviluppatori e in via di risoluzione. Chiacchierando un po’ con loro siamo stati informati che nella versione finale sarà possibile giocare con più di un personaggio e che alcuni di essi non sono molto a loro agio con le armi e prediligeranno un approccio stealth. Inoltre il titolo avrà due modalità: una normale e l’altra ancor più proibitiva che metterà veramente alle strette anche i giocatori più navigati. Abbiamo particolarmente apprezzato la resa grafica della produzione (realizzata con Unreal engine 4) che mostra i muscoli con un comparto tecnico difficilmente riscontrabile in produzioni indipendenti, soprattutto italiane. Se avete amato i vecchi Resident e vi manca quella suspance mista a terrore tipica di due decadi fa vi consigliamo di non perdere di vista Daymare 1998,  potrebbe rivelarsi una vera perla per gli appassionati del genere.
Downward – Caracal Games
Ultimo titolo di questa carrellata è Downward, un gioco free roaming bastato sul parkour. Detto così potrebbe sembrare un mero clone di Mirror’s Edge ma le cose stanno diversamente. La lore vede alcuni misteriosi pianeti apparire vicino all’orbita terrestre ed è proprio a causa di questi corpi celesti che le cose sul nostro mondo non vanno troppo bene. Disastri climatici pongono fine a gran parte dell’umanità sulla Terra e i pochi superstiti si ritrovano su un pianeta selvaggio e inospitale. Il gioco sarà suddiviso in quattro aree ben distinte, una principale e tre secondarie, ognuna delle quali avrà un proprio bioma. Quella che abbiamo avuto modo di testare era brulla e desertica, costellata da strutture simili a rovine di antiche civiltà. Il giocato a cui abbiamo preso parte era essenzialmente un tutorial che ci ha messo a nostro agio con le meccaniche del parkour: salti, scivolate, rotolamenti,corse sui muri e altre mirabolanti acrobazie tipiche di questo sport urbano. Durante gli spostamenti è consigliabile raccogliere alcuni token luninosi, che faranno poi da valuta per l’acquisto di abilità suddivise nel classico albero tanto caro agli amanti dei GDR. Durante la prova abbiamo anche affrontato un golem; dopo averne schivato gli attacchi per un po’ siamo riusciti a rubargli la pietra che aveva assicurata sul dorso, ponendo fine alla minaccia. Un combattimento che di sicuro non rappresenta il cuore pulsante del gioco ma che è risultato utile per spezzare la routine di corsa e acrobazie tipica del metodo di spostamento adottato dal protagonista. Terminato il tutorial abbiamo avuto accesso ad un’area speciale, in cui tutte le abilità del personaggio sono illimitate, perfetta per dare sfogo alla mostra brama di adrenalina. Si tratta sostanzialmente di una zona libera che dà accesso a varie sfide, i cui risultati saranno poi condivisibili con il resto della community. Anche questo gioco, come il precendete, è realizzato con motore Unreal 4 e dobbiamo ammettere che l’impatto grafico ci ha pienamente soddisfatto, soprattutto considerando che la produzione è tenuta in piedi da sole tre persone. Le prime quattro ore di gameplay verranno rilasciate in early access verso la fine di quest’anno, se vi piace scorrazzare liberi per suggestive ambientazioni naturali balzando agili da una sporgenza all’altra vi consigliamo di dargli una possibilità, il gioco  sembra avere grande potenziale.

Oltre i titoli qui indicati, c’è da segnalare anche la presenza di Adventure Productions, oramai votata al publishing all’interno del panorama videoludico, presente in Games Week con l’irriverente Detective Gallo, un’avventura grafica che mette in mostra uno dei personaggi più buffi che si potessero creare. Un gallo incosapevolmente imbranato, accompagnato nelle sue investigazioni da un cactus: immaginate voi il resto! Non mancavano poi Lantern di Storm in a Teacup, già presentato nel corso della scorsa Gamescom con la realtà virtuale, o 5 Minutes Rage di Indomitus Game, già presenti all’ultimo Drago d’Oro; All-Star Fruit Racing di 3DClouds; Asgard Rift di Mangatar, già adesso in soft launch su iOS e Android; Boss Defiance di Tiny Pixel; Capriders: Euro Soccer di 3GoGames, pronti a rendere finalmente digitale il Subbuteo e renderlo alla portata di tutti, aggirando in maniera ironica le licenze calcistiche; Detective Gallo di Footprints Games, arrivati direttamente da Macerata e proponendoci un protagonista pennuto e scontroso; Downward di Caracal Games; Feel Me, Hear Me di Stelex Software, Fur Fight di Team Red Panda, Fury Roads Survivor di Megalomania, Gridd: Retroenhanced di AntabStudio, Lost Paradise di StigmaStudios, Milanoir di Italo Games, Oh! I’m Gettin’ Taller di Elf Games Works, Pocket Rush di redBit Games, Quadri & Ladri di StupidiPixel, Runes: The Forgotten Path di Stormborn Studio, SIHEYU4N di We Are Muesli, un action puzzle cooperativo per quattro giocatori, Space Outlaws di Redooll, The Wardrobe di C.I.N.I.C., The Way of Life di Cybercoconut, per affrontare la vita con tre personaggi diversi in tre età differenti, Yon Paradox di Digital Mantis e Woodle Tree 2: Worlds di Chubby Pixel. Da non perdere però nemmeno l’appuntamento con GangPad di Big Bang Pixel, che dalla sua ha anche la forza di un’idea basata sulle onde cerebrali, presentata col nome di Neuro Ski: uno sciatore che si muoverà esclusivamente se vi troverà mentalmente concentrati.