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Il 2017 di Xbox Game Pass, e uno sguardo all’anno che verrà

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Avatar di Paolo Sirio

a cura di Paolo Sirio

Pubblicato il 30/12/2017 alle 00:00

Dall’1 giugno ad oggi, Xbox Game Pass ne ha fatta di strada: il volume dei giochi disponibili sul Netflix download-based di Microsoft non aveva bisogno di crescere in maniera esponenziale, forte degli oltre cento esemplari con cui si è presentato al day one, ma lo ha fatto con cadenza regolare e stabile sia per quantità che per qualità. Ogni mese, il colosso di Redmond ha aggiunto sette titoli a quella prima nidiata, e ora che l’anno volge al termine possiamo chiederci: com’è stato il 2017 del nuovo servizio?  In questi sei (sette, se contiamo gennaio 2018 già annunciato) mesi, il colosso di Redmond ha fatto intendere di aver colto la principale critica che è stato possibile muovere alla lineup del lancio: dei cento giochi circa inclusi sulla piattaforma a giugno, 74 erano per Xbox 360, utilizzabili anche sulla console current-gen grazie alla retrocompatibilità, e 38 per Xbox One. La disparità andava bilanciata, insomma, e le new entry hanno testimoniato la volontà da parte di Microsoft di farlo nei tempi più brevi possibili. Con dicembre incluso, nei primi sei mesi di attività Xbox Game Pass ha accolto 35 nuovi giochi nativi Xbox One a fronte di appena 7 pubblicati in origine sull’hardware della passata generazione.  Quello che abbiamo apprezzato di più in questi mesi è la visione d’insieme del team Xbox nello stilare ciascuna infornata di new entry, e spesso i giochi introdotti acquisiscono valore nell’ottica della “collana”, o per meglio dire del completamento di una serie: Gears of War 4 arrivato a dicembre, ad esempio, ha ancora più senso se valutato insieme alla trilogia originale già disponibile dai mesi precedenti; lo stesso dicasi del Metal Gear Solid V: Ground Zeroes in arrivo a gennaio, che va ad abbinarsi col The Phantom Pain ora in catalogo. Utilizzare questo tipo di occhio critico, passateci il termine, permette di guardare sotto un’altra prospettiva arrivi come Halo Wars Definitive Edition e Mass Effect, che potrebbero essere solo il preludio al completamento dei rispettivi franchise.

Il (potenziale) cambio di marcia

Gennaio 2018 potrà rappresentare un mese molto significativo per il servizio, dal momento che segna alcuni elementi di discontinuità rispetto all’operato dell’anno corrente. In primis, abbiamo l’inclusione di un gioco della prima Xbox dopo il caso isolato di Ninja Gaiden Black. Com’è noto, la backwards compatibility è estesa dallo scorso ottobre al “botolo” originale, e sebbene siano stati coperti sinora soltanto 13 pezzi di software è possibile che il produttore americano abbia deciso di proporne uno al mese agli abbonati. Una mossa che sa di recupero storico, oltre che – curiosamente – un’opportunità per Microsoft di finalmente rifarsi da un punto di vista economico su un debutto videoludico dalle cifre (e siamo generosi) fallimentari.

In secondo luogo, ma di certo non per importanza, gennaio è il primo mese in cui gli ingressi sono dieci e non sette. Un cambio di marcia che all’atto pratico vuol dire che l’aumento sarà più orizzontale rispetto a quanto fatto finora in termini di famiglia di console Xbox: tutte e tre le gen potrebbero essere sempre della partita, con lo schema 6+3+1 che garantirebbe a One il primato e la possibilità di continuare a colmare il divide di cui sopra in tempi relativamente ristretti.Se quantitativamente ci siamo (in sei mesi il portfolio è cresciuto di un terzo se rapportato all’esordio), sulla qualità possiamo essere benevoli allo stesso modo? Dei “fantastici 35” nativi Xbox One, da giugno a dicembre sono state proposte 8 rimasterizzazioni, comprese le versioni current-gen di titoli già proposti illo tempore su Xbox 360 come Limbo e Guacamelee. Una percentuale tutto sommato contenuta, per quello che potrebbe essere un piccolo escamotage per introdurre produzioni più datate sotto la maschera di current-gen. Ma trattandosi di riproposizioni di triple-A come Metro: Last Light, Dead Island, Resident Evil e Darksiders difficilmente troveremo qualcuno pronto a lamentarsene.

Un modello per il futuro

I big scesi in campo non sono più di tre o quattro, fino ad oggi, con Gears of War 4 e Metal Gear Solid V: The Phantom Pain a guidarne la carica. Diversamente da Games With Gold, che possiamo valutare come un plus (consentiteci la battuta) a Xbox Live Gold, Xbox Game Pass è un servizio che paghiamo esplicitamente per avere titoli di qualità; non una tombola, per restare in tema con le feste natalizie, e non una loot box che determini in modo casuale quello che pescheremo. È pertanto fondamentale in chiave futura che gli abbonati possano avere la sicurezza che almeno un gigante della libreria complessiva del gaming su console sbarchi ogni mese sulla piattaforma, e in sostanza che lo stampo sia quello di novembre/dicembre e non di settembre/ottobre.

Microsoft ha poche caselle da riempire alla voce “esclusive”, sia perché fino alla prima metà del 2018 non ci saranno particolari evoluzioni, sia perché si è premurata di aggiungere molto materiale dalle sue stesse fucine. E in un clima di generale soddisfazione forse è stato proprio ottobre a non esaltare particolarmente per il piede schiacciato con troppa veemenza sugli indipendenti, così come per aver scelto come portata principale un picchiaduro sì apprezzato, ma ormai old gen. Novembre e dicembre hanno invece testimoniato un innalzamento qualitativo notevole che speriamo possa essere mantenuto per tutto l’anno venturo – e se gennaio significa qualcosa, beh, le possibilità che questo desiderio si realizzi sono molto alte. Se dovessimo tracciare il nostro profilo di mese ideale, probabilmente ci rifaremmo proprio a dicembre: un tripla-A, non necessariamente first-party visti i tempi che corrono, accompagnato da qualche riproposizione di livello medio o alto, un manipolo di ID@Xbox e un paio di vecchie glorie per Xbox 360. Siamo persone molto, molto semplici.

Questi primi sei mesi sono stati perfettibili ma nel complesso positivi e per certi versi sorprendenti: quando ancora ci si chiedeva quante sarebbero state le aggiunte mese per mese, difficilmente qualcuno avrebbe puntato così in alto, con sette (potenzialmente dieci) new entry in sostanza ogni trenta giorni. Se il nuovo modello comprensivo di Xbox originale, Xbox 360 e Xbox One diventerà davvero la norma, questo potrà dircelo solo il tempo; almeno fino all’uscita dei prossimi first-party Microsoft, però, possiamo confermare che Xbox Game Pass ha reso superfluo comprare una copia fisica da accompagnare alla nuova console il giorno dell’acquisto. È diventato a pieno titolo, insomma, la killer app di Xbox One.

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