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Avengers: Age of Ultron

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Avatar di gocciadiruggine85

a cura di gocciadiruggine85

Pubblicato il 29/04/2015 alle 00:00
Un film di: Joss Whedon 
Sceneggiatura: Joss Whedon  
Cast: Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Evans, Chris Hemsworth, Aaron Taylor-Johnson, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Elizabeth Olsen, Samuel L. Jackson, Stellan Skarsgård 
Genere:Durata: 150min. 
Produzione: Marvel Studios Distribuzione: Walt Disney Pictures
Valutazione:  

Liberato dallo scettro di Loki in cui era intrappolato, Ultron è deciso a scatenare la sua portentosa malvagità sul Pianeta Terra. Sarà compito degli Avengers impedirgli di mettere in atto il suo folle terrificante piano.

E’ un vero peccato che Joss Whedon non sarà il regista dei prossimi due film dedicati agli Avengers. Dopo un primo capitolo ben riuscito e volto sostanzialmente a raccontarci la nascita di questo fenomenale team di eroi, con Avengers: Age of Ultron l’autore newyorkese compie un sostanziale passo avanti, dimostrando ancora una volta di saper “masticare” alla perfezione il mondo del fumetto americano, da cui egli stesso proviene e di cui egli stesso fa parte, e tenendo perfettamente testa ad un colosso del settore come la Marvel, a cui tuttavia aggiunge il suo tocco originalissimo.

La naturalezza con cui Whedon confeziona il secondo episodio dedicato agli Avengers è quasi disarmante: n’è un esempio la pirotecnica sequenza d’apertura, volta a rafforzare non solo l’idea secondo cui la squadra dei Vendicatori sia oramai un unicum indissolubile – una macchina da guerra solida e compatta formata da sei eroi che lavorano tra loro in modo sinergico – ma anche il modo in cui il regista punteggia il ritmo dell’azione, alternando momenti di eccezionale concitazione (e qui non ne mancano di certo) a battute sarcastiche, spesso sconfinanti nel no-sense, tra i vari componenti degli Avengers, volti a smorzare l’eccessiva frenesia tipica dei super-heroe movies. Un aspetto, quello dell’auto-referenzialità, che Whedon raccoglie a piene mani dallo stesso mondo del fumetto americano, un escamotage utile non solo per permettere allo spettatore di prendere un attimo di respiro tra un calcio ben piazzato della Vedova Nera e una martellata di Thor, ma anche per ricordare a quest’ultimo di essere di fronte ad un’eccezionale opera di finzione, in cui l’assurdità delle situazioni è la norma e burlarsi di sé è anche un modo per non prendersi troppo sul serio, e forse anche per restituire un certo barlume di normalità all’eroe.

Normalizzare l’eroe, umanizzare l’eroe: è questa la scelta che Whedon opta per il suo secondo film degli Avengers, ossia rintracciare il lato umano e caduco insito in ciascun personaggio. Un’operazione, quest’ultima, che i più “vecchi” di noi ricorderanno già dai tempi della serie TV anni ’90 Buffy – L’ammazza-vampiri, in cui il regista racconta le avventure di Buffy, un’adolescente di Los Angeles, alle prese con i suoi affanni quotidiani da liceale e i primi (sanguinosi) amori, a cui è stato affidato l’arduo compito di diventare una novella Van Helsing, ammazzando vampiri, demoni e forze del male, supportata però dal suo fedele gruppo di amici, la Scooby Gang. Un’alternanza tra normalità e straordinarietà, missioni a prova di morte e puro “cazzeggio”, che il regista/sceneggiatore newyorkese applica perfettamente anche in Avengers: Age of Ultron, in cui ci permette di sbirciare i segreti e le paure più reconditi che attanagliano ciascun eroe, e offrendoci così una visione di insieme di ciascun personaggio, il cui lato umano è ancora profondamente radicato e preponderante, seppur seppellito sotto tonnellate di super poteri. Vi è una costante necessità, da parte degli Avengers, di ritrovare una quotidianità, ritagliarsi un momento di normalità (come accade durante il party nella Stark Tower, in cui Natasha flirta assiduamente con il dottor Banner e in cui Thor sfida goliardicamente gli altri compagni a sollevare il suo poderoso martello), prima di dover tornare al dovere di uomini e donne dotati di ”grandi poteri, da cui derivano grandi responsabilità”.

E’ interessante anche il modo in cui, neanche troppo sottovoce, Whedon ironizzi sull’oramai indiscussa acquisizione di alcuni franchise di casa Marvel da parte della Disney (a cui tuttavia restano ancora negati quelli degli X-Men e dei Fantastici 4, con una piccola apertura nei confronti di Spiderman). La scelta di utilizzare con grande frequenza la frase tratta dalla versione disneyana di Pinocchio “fili avevo ed or non più eppur non cado giù” con continuo rimando all’”essere marionetta” di un’entità superiore, sembra, in realtà, avere una duplice funzione. Ad un’occhiata superficiale, la scelta della frase sembra semplicemente rimandare al fatto che Ultron – in quanto Intelligenza artificiale superiore – si sia liberata dai metaforici fili di una mano altrettanto superiore (nel suo caso lo stesso Tony Stark, di fatto suo creatore), ribellandosi ad un “padrone” incapace di vedere il male insito nella razza umana. Un discorso che certamente fila e funziona, alla luce della trama e degli eventi che successivamente si susseguono nel corso del film. Eppure, a nostro parere, la scelta di citare proprio la frase del Pinocchio disneyano nasconde in realtà un messaggio più sottile, forse rivolto ai tanti fans della Marvel che hanno visto con preoccupazione l’acquisizione di alcuni marchi da parte della casa di Topolino. Gli Avengers (ma in generale i franchise Marvel) vengono infatti definiti “marionette aggrovigliate nei fili”, in quanto in mano ad un colosso che forse proverà, da qui ai prossimi anni, a tirare i metaforici fili dei suoi burattini, magari modificandone l’intento iniziale. Una presa di coscienza che, detto da un “fumettaro” come Whedon, fa da un lato sorridere e dall’altro anche riflettere.

E’ indubbio il fatto che abbiamo apprezzato tantissimo il nuovo Avengers: Age of Ultron. Intriso di sequenze mozzafiato e al cardiopalma, a cui si alternano necessari momenti distensivi per riprendere fiato, la nuova mirabolante opera di Joss Whedon convince, diverte ed appassiona dal primo all’ultimo fotogramma. Recuperando parte del precedente operato dello stesso Whedon e omaggiando con devozione il fumetto americano più classico, Avengers: Age of Ultron è un continuo rollercoster ricco di esplosioni, bello, intenso ed entusiasmante, che tutti i fans di casa Marvel non dovrebbero assolutamente perdersi.

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