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Immagine di Space Tail: Every Journey Leads Home | Recensione - Ricordando Laika
Recensione

Space Tail: Every Journey Leads Home | Recensione - Ricordando Laika

Un tenero omaggio a Laika e a tutti gli eroi a quattro zampe che hanno permesso all'uomo di muoversi nello spazio.

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 25/11/2022 alle 16:56
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  • Pro
    • Storia semplice ma efficace
    • Buona direzione artistica
    • Alcune idee interessanti...
  • Contro
    • ... ma non sviluppate al meglio
    • La conversione per Switch non è esente da difetti

Il Verdetto di SpazioGames

7
Space Tail: Every Journey Leads Home è un platform-adventure senza troppe pretese, che mette gli enigmi ambientali al centro dell'esperienza. La storia è semplice ma efficace, e riesce a rendere omaggio a tutti i cani coinvolti, loro malgrado, nell'esplorazione spaziale, dando alle loro storie un finale diverso rispetto a quello reale. Sotto il profilo di gameplay si sarebbe potuto fare qualcosa di più sfruttando alcune buone idee accennate ma non ben sviluppate, ma il gioco rimane comunque un'esperienza godibile.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Space Tail: Every Journey Leads Home
Space Tail: Every Journey Leads Home
  • Sviluppatore: Longterm Games, Enjoy Studio
  • Produttore: Longterm Games
  • Distributore: Longterm Games
  • Piattaforme: PC , SWITCH
  • Generi: Avventura , Platform
  • Data di uscita: 3 novembre 2022

Come ogni mese, abbiamo cercato di sondare le uscite di titoli indipendenti per questo novembre. Tra i titoli che più ci hanno colpito e che abbiamo voluto portare sulle nostre pagine c’è quello di cui vi andremo a parlare oggi, Space Tail: Every Journey Leads Home.

Sviluppato da Longterm Games e Enjoy Studio,  il gioco è un platform-puzzle che intende omaggiare gli eroi a quattro zampe che per primi sono stati lanciati verso lo spazio, sondando territori inesplorati per conto dell’uomo, che li ha usati in modo ingrato per i suoi scopo.

Quest’avventura, dunque, disponibile su PC e Nintendo Switch, nasce con l’intento di onorare la loro memoria, con un racconto di fantasia che ci dice come potrebbero essere andate le cose, in queste galassie lontane lontane.

Bea parte per un viaggio

La storia di Space Tail (chiameremo così il gioco d’ora in poi) si apre con Bea, una cagnolina che, nei suoi pochi mesi di vita, ha conosciuto soltanto il freddo delle strade. Dopo essere stata ospitata in un canile, sembra che Bea abbia finalmente trovato un umano in grado di darle l’amore che merita, portandola via dalle mura in cui era rinchiusa.

Purtroppo, la storia di Bea non ha un lieto fine, almeno non immediatamente. Perché Bea viene selezionata per l’esplorazione spaziale e, dopo un breve addestramento (che funziona da tutorial per il giocatore), viene finalmente lanciata in orbita, dicendo addio al suo nuovo amico umano.

Guarda su

Sappiamo che la storia reale dei cani spediti nello spazio non è finita bene: gli animali non sono sopravvissuti al loro viaggio e sono morti nella desolazione delle navicelle su cui gli uomini li avevano rinchiusi. Gli sviluppatori hanno voluto che per Bea le cose andassero diversamente: non solo arriverà su pianeti lontani, ma grazie alle sue capacità cognitive la cagnolina sarà in grado di comunicare con altre civiltà, di esplorare galassie e di continuare il suo viaggio.

La storia di Space Tail non è certamente una delle più memorabili mai raccontate, ma nella sua semplicità si dimostra estremamente efficace, soprattutto per chi ama gli animali. È impossibile non essere coinvolti dalla storia di Bea, proprio perché affonda le radici in storie reali, in cui l’uomo ha giocato una parte molto negativa. A questo proposito, il gioco è solamente in inglese, ma è sufficiente un livello base di conoscenza della lingua per comprendere le saltuarie scene testuali.

Bea trova finalmente l'amore che merita, ma l'idillio non è destinato a durare.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Space Tail non sarà uno dei migliori titoli presenti nel panorama indipendente, ma la direzione artistica è piuttosto ispirata – e i pianeti visitati da Bea rimarranno impressi nella vostra mente, grazie alle loro peculiari caratteristiche estetiche.

Abbiamo svolto la nostra prova su Nintendo Switch e, purtroppo, dobbiamo dire che la conversione per l’ibrida Nintendo non è tra le migliori. Il gioco soffre non solo di una risoluzione molto inferiore rispetto alla controparte PC, ma presenta anche qualche saltuario calo di frame rate. Niente di eclatante, sia chiaro, ma è evidente quale delle due versioni sia stata quella principale nel corso dello sviluppo.

Se potete scegliere, dunque, vi consigliamo di optare per la versione PC; qualora invece aveste a disposizione solamente l’ibrida Nintendo, non fatevene un cruccio: il gioco è tranquillamente godibile anche in questa sua conversione, pur con i difetti segnalati (soprattutto sulla splendida versione Oled della console, che trovate su Amazon).

Per quanto riguarda il comparto audio, il gioco si compone perlopiù di tracce audio ambientali. Non si tratterà di brani memorabili, ma fanno il loro lavoro ed aiutano ad immergersi nelle avventure spaziali di Bea.

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Avventure nello spazio

Veniamo quindi al gameplay di Space Tail. Il gioco potrebbe essere definito come un platform-adventure in 2.5D: per la maggior parte del tempo, il vostro obiettivo sarà quello di proseguire lungo livelli lineari, passando da una schermata a quella successiva.

A dire il vero, però, le fasi di platform puro sono piuttosto rade e, quando ci sono, abbastanza semplici; a farla da padrone sono piuttosto gli enigmi ambientali, che percorrono tutta l’avventura.

Bea può infatti contare sui suoi sensi per muoversi su questi pianeti alieni, oltre che su mosse classiche come il salto o l’abbassamento: la vista le permette di vedere lo stato d’animo delle creature che incontra, così come il loro campo visivo; l’olfatto, invece, le permette di seguire gli odori, mentre il fiuto le permette di individuare pericoli o tracce.

Utilizzando questi tre sensi dovremo farci largo tra i molteplici ostacoli che la natura aliena ha frapposto fra Bea e la salvezza. Ad esempio, troveremo delle piante velenose, e per capire come metterle fuori gioco dovremo scovare la loro radice utilizzando il fiuto; o ancora, troveremo dei robot aggressivi, e per muoverci senza essere visti dovremo utilizzare la vista di Bea per assicurarci di essere fuori dal suo campo visivo.

Contando sui suoi sensi, Bea potrà sfuggire ai pericoli dei mondi alieni.

Gli enigmi proposti sono abbastanza semplici nella maggior parte dei casi; difficilmente vi rimarrà impresso qualche puzzle specifico, ma nel complesso le sfide sono piacevoli e presentano il giusto tasso di complessità.

Una meccanica potenzialmente interessante è quella che riguarda lo stato d’animo delle creature aliene. Bea può comprendere come si sentono i personaggi che incontra, ma non solo: può comunicare con loro utilizzando una serie di azioni, come abbaiare, rotolarsi o dare la zampa, nel tentativo di ottenere la reazione sperata.

In altre parole, quando ci avvicineremo ad un personaggio potremo iniziare una sorta di dialogo: in base all’azione che faremo, il suo stato d’animo si sposterà in quattro direzioni, ciascuna delle quali rappresenta una reazione (gioia, rabbia, paura, indifferenza). Il nostro scopo sarà quasi sempre quello di ottenere gioia, anche se ci sono delle eccezioni nel corso dell’avventura.

Grazie ai collezionabili potremo sbloccare elementi della lore.

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Il problema di questa meccanica è che è tutto troppo casuale. Il gioco ci avvisa durante il primo tutorial: le specie aliene tenderanno ad interpretare i nostri gesti allo stesso modo, ma i singoli individui di una stessa specie potrebbero reagire in modo diverso allo stesso gesto.

L’impressione è che quasi tutti gli alieni reagiscano in modo diverso; perciò, pur avendo già avuto a che fare con un individuo di una determinata specie, niente ci assicura che un suo simile reagirà allo stesso modo ai nostri tentativi di comunicare.

Quello che succede, quindi, è che si cominciano questi “dialoghi” brancolando nel buio, nella speranza di azzeccare al primo colpo la mossa che indurrà la risposta che cerchiamo. Se così non fosse (e succederà la maggior parte delle volte) dovremo abbandonare la schermata, aspettando che lo stato d’animo del personaggio venga resettato dal gioco. Un peccato, perché la meccanica di base avrebbe anche potuto essere interessante se le fosse stata data una maggiore coerenza; così, invece, finisce per essere un trial and error più frustrante che divertente.

E Space Tail è tutto qui: il gioco dura circa quattro ore, dunque la formula, pur semplice, non riesce ad annoiare visto che i titoli di coda arrivano abbastanza in fretta. Ci sono dei collezionabili che potrebbero aumentare leggermente la durata della vostra avventura – e che vi consentiranno di sbloccare piccoli pezzi della lore dei pianeti e bozzetti del gioco.

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Nel complesso, si tratta di un'avventura senza troppe pretese, che si fa apprezzare per il concept di base, molto interessante sia a livello narrativo che a livello di gameplay.

Purtroppo, i limiti strutturali di cui vi abbiamo parlato si fanno sentire ed impediscono al gioco di raggiungere vette qualitative più alte. Ciò nonostante, si tratta di un’avventura che ha qualcosa da dire nel panorama dei platform-adventure, e in particolare per quelli che apprezzano le storie semplici ma al contempo emozionanti anche per la loro semplicità.

Versione recensita: Nintendo Switch

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