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Rocket League, l’amore e la violenza

I videogiochi ci uccideranno. O ci insegneranno ad amare. O entrambe. O nessuna delle due.

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a cura di Francesco Ursino

Informazioni sul prodotto

Immagine di Rocket League
Rocket League
  • Sviluppatore: Psyonix
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 7 luglio 2015 - 17 Febbraio 2016 (Xbox One) - 14 novembre 2017 (Switch)

Partiamo dal fatto che i videogiochi non hanno alcun bisogno di essere difesi, soprattutto in questa sede. Spiegare qui, in un sito di appassionati, che non sono Fortnite e Call of Duty a spingere automaticamente a effettuare stragi a colpi di AK-47, sarebbe come cantarsela e suonarsela un po’ da soli. Perché è tutto molto più complicato di così, e cercare di dire “è colpa solo di” è il solito goffo tentativo di chiudere la faccenda in maniera veloce. Una maniera che è immediatamente vecchia, sorpassata, fuori dal mondo.

Così spiegava Stefania Sperandio in un articolo di poche ore fa, il sangue versato nelle recenti sparatorie a El Paso e Dayton ha ben poco di virtuale. Così come hanno ben poco di virtuale tutte le altre cose belle che succedono nel mondo dei videogiochi. Il Dettaglio, questa settimana, ve ne racconta una. E non per spiegare che i videogiochi sono bellissimi invece che bruttissimi: ancora una volta, sarebbe troppo semplice, e poco veritiero. È solo un modo per ricordare che per amare davvero i videogiochi è necessario saperli usare. E saperli usare vuol dire trasportare nel mondo reale tutto quello che ci possono insegnare. Come è successo ad Aaron e Sara, con Rocket League.

How I met your Rocketeer

Di Rocket League ho già parlato nel luglio scorso fa in una delle prime edizioni de Il Dettaglio (rubrica che, permettete il momento autocelebrativo, ormai ha compiuto più di un anno). È uno dei miei giochi preferiti e ne seguo con sufficiente attenzione tutte le dinamiche, comprese quelle competitive. Seguire un gioco del genere vuol dire anche bazzicare su Reddit, e quando bazzichi su Reddit la sorpresa è sempre dietro l’angolo. Circa un mese fa, allora, mi sono imbattuto in questo thread che, tradotto, dice: “Ho sposato una ragazza che ho incontrato su Rocket League (e dovete vedere la torta!)”

Scrivo in breve le tappe più importanti della storia, perché i suoi protagonisti sono stati così gentili da autorizzarmi a farlo ed è così carina che merita di essere raccontata. C’è questo ragazzo, Aaron, che gioca a Rocket League con risultati più o meno scadenti. Un giorno, dopo l’ennesima sconfitta, frustrato e incavolato come solo un giocatore di Rocket League può essere, decide di giocare una partita in modalità Solo. 1 vs 1, per i meno avvezzi alle dinamiche del titolo Psyonix.

Finisce col giocare con un avversario che si chiama onomatopoeia1337, che inizia a massacrarlo di legnate e di gol. Col morale sotto i piedi, Aaron poteva scegliere benissimo di andarsene, buttare via il pad e rimandare tutto al giorno dopo. Ma sceglie di fare una cosa che molti di noi giocatori di Rocket League, nel punto più basso della nostra esperienza, abbiamo fatto, ovvero comportarsi da cretini. Inizia a segnare autogol, inseguire l’avversario per farlo esplodere, e girare per il campo senza meta.

Con sua sorpresa, anche il suo sfidante, dopo un po’, inizia a fare la stessa cosa, e alla fine della partita Aaron viene invitato dal suo avversario a unirsi al suo party, per giocare insieme. I due iniziano a giocare e vincere, fino a che Aaron non sente, nella chat vocale del gioco, la voce del suo compagno, una voce piuttosto acuta. Pensa: “o è una ragazza, o un ragazzino.” E mentre nel 99% dei casi la risposta giusta sarebbe stata la seconda, in quell’occasione era l’altra. Così Aaron inizia a parlare con Sara, e continua a giocare insieme a lei.

Nella gioia e nel dolore

Succede che Aaron e Sara iniziano a “frequentarsi” sempre di più, sentendosi ogni giorno. Il destino, però, mette i bastoni tra le ruote. Aaron, di ritorno da un party di Capodanno, ha un brutto incidente d’auto che lo fa finire in coma. In questo periodo drammatico, i genitori del ragazzo vengono a sapere di Sara, che abitava a chilometri di distanza.

Dopo due settimane di coma, Aaron si risveglia circondato dall’amore dei suoi cari. Passa poco tempo prima di poter tornare a parlare con Sara, che sarà (virtualmente) a fianco del ragazzo per tutta la lunga riabilitazione. Nell’aprile 2017, finalmente, i due ragazzi si incontrano e, poco dopo, Aaron chiede ufficialmente la mano della ragazza, che accetta. Alla cerimonia non manca un piccolo dettaglio videoludico, la torta, ispirata alle auto di Rocket League e con una base a forma di PlayStation 4.

Si arriva così al presente. Sara e Aaron sono felicemente sposati e, come spiega il ragazzo su Reddit, devono il loro amore al gioco Psyonix:

“Sentiamo davvero che è stato il destino a unirci, ed è tutto merito del gioco. Sara ha trasformato quelli che sarebbero stati i peggiori anni della mia vita in qualcosa di perfetto. Non possiamo ringraziare abbastanza Psyonix per averci fatto incontrare, e per averci aiutato a rimanere vicini nonostante fossimo così lontani geograficamente.”

Psyonix, (don’t) fix your servers!

È evidente che questa sia una storia incredibile. Se qualcuno prova a fare quello che ha fatto Aaron mentre gioca contro di me a Rocket League non vado certo a fargli i complimenti, piuttosto lo insulto pesantemente in dialetto catanzarese (e lo shock culturale che questa mia pratica crea nell’avversario di turno è sempre piuttosto spassoso). Quello che è certo, però, è che questa storia non costituisce un caso isolato nel mondo videoludico, con i videogiochi che sempre di più entrano a far parte di matrimoni e cerimonie, come in questo caso e in quest’altro.

Ed è questo il dettaglio che mi pare importante sottolineare questa settimana. I videogiochi non fanno bene o male. I videogiochi “fanno”. E siamo noi, soprattutto noi appassionati, a dover scegliere se usarli in modo giusto o sbagliato. E a dover portare nella realtà tutto il bello dei mondi virtuali che ci piace esplorare ogni giorno.

La storia di Aaron e Sara è veramente una di quelle cose che scalda il cuore e fa pensare che il mondo non sia solo un posto brutto, perfido e irrimediabilmente senza speranza. Voi avete mai conosciuto un amico, o magari la vostra ragazza o ragazzo, grazie a un videogioco? E soprattutto, anche voi iniziate a segnare autogol a raffica quando perdete clamorosamente a Rocket League, o a qualsiasi altro gioco simile?

Voto Recensione di Rocket League - Recensione


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Commento

La storia di Aaron e Sara è veramente una di quelle cose che scalda il cuore e fa pensare che il mondo non sia solo un posto brutto, perfido e irrimediabilmente senza speranza. Voi avete mai conosciuto un amico, o magari la vostra ragazza o ragazzo, grazie a un videogioco? E soprattutto, anche voi iniziate a segnare autogol a raffica quando perdete clamorosamente a Rocket League, o a qualsiasi altro gioco simile?