Immagine di Warhammer 40,000: Rogue Trader | Recensione - Come si fa un gioco di ruolo
Recensione

Warhammer 40,000: Rogue Trader | Recensione - Come si fa un gioco di ruolo

Rogue Trader è un vastissimo RPG vecchio stampo di Owlcat Games e pensato per i fan più duri e puri di Warhammer 40,000. Scopriamolo nella recensione.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

In sintesi

  • Se amate il mondo di Warhammer 40.000 non resterete di certo delusi...
  • ... E lo stesso vale se siete degli appassionati di RPG profondi e complessi.
  • Purtroppo Owlcat Games ricade sempre più o meno negli stessi errori.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Warhammer 40,000: Rogue Trader
Warhammer 40,000: Rogue Trader
  • Sviluppatore: Owlcat Games
  • Produttore: Owlcat Games
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Gioco di Ruolo , Strategico
  • Data di uscita: 7 dicembre 2023

Prima di Warhammer 40.000 per come lo conosciamo oggi c’era Rogue Trader. La prima edizione del gioco da tavola targato Games Workshop – o per meglio dire, la sua proto-edizione – era ben differente dal sistema di regole attuale. Anzi, era molto più simile ad un gioco di ruolo classico, con tanto di master e con una conta di miniature decisamente più ridotta.

In oltre dieci edizioni è cambiato quasi tutto, sono arrivate un’infinità di nuove fazioni, la lore si espansa sia nel futuro che nel passato e quell’universo sci-fi pensato da Rick Priestly nel 1987 ha preso una piega decisamente più cupa.

Gli Zoat sono spariti, solo di recente gli Squat sono tornati a farsi vivi e Abbadon crediamo abbia fallito la sua ennesima black crusade, ma il passare dei millenni non ha cancellato del tutto il nome Rogue Trader.

Nel 2009 ha dato vita ad un'edizione specifica di Warhammer 40,000 Roleplay e ora questa etichetta – che poi è un “mestiere” nel quarantunesimo millennio come vedremo più avanti – è stata sfruttata da Owlcat Games per creare l’omonimo Warhammer 40.000: Rogue Trader, ovviamente un RPG decisamente classico e pensato proprio per i fan di questo universo.   

Non i soliti Space Marines

Rogue Trader racconta la parte più interessante di Warhammer 40.000. Nonostante le decine e decine di libri, nonostante un numero infinito di miniature che si sono accumulate in tre decenni e nonostante l’opera di Games Workshop sia innanzitutto una satira provocatoria, spesso e volentieri si finisce solo a parlare di Space Marines, ad esaltare le truppe dell’Impero come se ci fossero dei buoni in questa fiction e a mandare al macello qualche razza Xeno malcapitata, che siano orchi o eldari. 

Per fortuna il titolo di Owlcat Games è un ritorno alle radici e di guerrieri corazzati alti tre metri che parlano di onore e sacrificio ce ne sono davvero pochi.

Il viaggio è decisamente più "grigio" e in questa zona dalla dubbia morale vestiamo i panni per l’appunto di un Rogue Trader, una sorta di colonizzatore di nuovi pianeti che ha letteralmente carta bianca sulla gestione delle nuove frontiere.

Senza scendere troppo nei dettagli di trama, i primi minuti giustificano l’ascesa del nostro alter-ego virtuale, suo malgrado investito del nuovo ruolo dopo che il leader della sua casata è stato eliminato da una incursione delle forze del caos.

Un mondo ermetico

Questo tradimento iniziale è la spinta iniziale che dà il via ad un'avventura dalla notevole longevità, un vero e proprio excursus a bordo di una Void Ship attraverso i meandri più profondi del quarantunesimo millennio e anche un trattato approfondito di come dovrebbe essere strutturato un gioco di ruolo degno di questo nome.

Come detto in apertura, Rogue Trader è dedicato in maniera esplicita ai fan di Warhammer e il titolo è una vera e propria enciclopedia dedicata a questo mondo. Ogni stanza, ogni oggetto e ogni dialogo contengono infatti un’infinità di riferimenti, ci sono citazioni e rimandi in ogni dove e anche gli stessi NPC incontrati lungo i pianeti sono caratterizzati alla perfezione, agiscono e parlano proprio ricalcando i loro ruoli volutamente stereotipati ed esagerati.

Ad esempio, uno skitarii dell’Adeptus Mechanicus sprecherà righe su righe per esaltare la purezza dei suoi ingranaggi e la potenza di Omnissiah, uno Space Wolf si comporterà da barbaro spaziale quale è, mentre una Sister of Battle non smetterà mai di essere quella fanatica religiosa dedita al culto del dio imperatore.

Nei panni di un Rogue Trader, vivremo un'avventura che è paradigma di come dovrebbe essere strutturato un gioco di ruolo degno di questo nome.
Grazie al ruolo di colonizzatore spaziale si dispone di molta più libertà e questo permesso speciale ha dato carta bianca al team di sviluppo per creare un cast di personaggi decisamente variegato, in cui c’è un costante scontro di opinioni e dove sta a noi creare il giusto bilanciamento tra chi vuole bruciare chiunque sia un possibile eretico e chi, come una Psyker, ama scherzare con le turbolenze del Warp.

Rogue Trader non è un gioco che si vergogna di essere prolisso, tutt’altro. Come nei precedenti lavori di Owlcat Games – la serie Pathfinder per intenderci – anche qua c’è tanto, tantissimo da leggere.

Il paragone con un titolo dal budget decisamente maggiore quale Baldur’s Gate 3 è ingiusto e se vi aspettate lo stesso taglio cinematografico, lo stesso livello registico, la medesima qualità grafica e il doppiaggio per ogni battuta resterete delusi.

Per godersi a pieno la qualità della scrittura occorre dunque armarsi di una buona dose di pazienza e, data la mole dei testi, ci spiace almeno in questo caso constatare l’assenza di una traduzione in italiano, che avrebbe alleggerito molte delle ore passate nella galassia.    

Anche nello spazio le scelte contano

Rogue Trader è anche un’eccezione alla regola ed è capace di catturare la vera essenza satirica dell’ambientazione dark sci-fi. Ad esempio, in una delle nostre prime missioni, ci siamo imbattuti in un gruppo di prigionieri che, a seguito di un miglioramento delle condizioni di lavoro dopo l’arrivo di un nuovo “direttore”, ha bollato come eretici comportamenti quali pause, premi e turni meno massacranti.

A nostra volta abbiamo deciso che quel gruppetto di galeotti meritava una punizione per l’insubordinazione e, un po’ per pura crudeltà, abbiamo aperto il fuoco. Naturalmente questa azione è stata approvata dall’imperatore e abbiamo aumentato la nostra affinità verso l’allineamento dogmatico. 

Naturalmente avremmo potuto scegliere di risparmiare quei superstiti ed è proprio in questa totale libertà che emerge tutta la player agency di cui dispone Rogue Trader, un RPG dove ogni singola decisione può avere un impatto nel lungo periodo, anche a caro prezzo.

Giusto per citare qualche altro piccolo inconveniente, un companion è stato definitivamente cancellato dal party dopo una nostra avventata risposta, mentre un altro potenziale alleato non si è mai unito al gruppo di esploratori perché abbiamo incautamente valutato il suo comportamento come ostile e lo abbiamo eliminato prima che potesse davvero dire qualcosa. 

Un gioco per veri master

Sono dunque le scelte del giocatore a creare questa storia in continuo divenire, scelte che chiaramente dipendono anche dal personaggio che si è fin lì creato e dagli alleati che si dispone.

Tutto ha inizio dalla classica creazione del proprio alter-ego virtuale, con la scelta della classe, della nave spaziale e anche del suo passato, il tutto ovviamente in salsa Warhammer 40.000. Già da questi primi momenti si inizia però ad intravvedere uno degli atavici difetti di tutti i titoli creati da Owlcat Games. 

La progressione è legata a uno sviluppo dei personaggi davvero complesso e in cui si fa fatica a mettere in ordine le decine e decine di abilità sloccabili, a collegare skill e abilità e in cui i tooltip non fanno altro che aumentare la confusione mentre si cerca semplicemente di creare un party ben variegato, con uno Space Wolf capace di abbattere gli adepti del caos in corpo a corpo e un elfo spaziale decisamente più abile con la pistola in pugno. 

Senza troppi giri di parole, Rogue Trader è un’opera decisamente complessa e in cui è facile commettere degli errori, principalmente per una bulimia di contenuti. Questo ha una diretta ricaduta sulle numerose battaglie che accompagnano pressoché ogni missione. 

Gli scontri seguono le regole di un tattico a turni abbastanza standard, con coperture intere e a metà, caselle in cui spendere i punti movimento, infinite abilità da attivare e attacchi di ogni genere. Ecco, il modo più veloce per morire è eseguire in maniera mnemonica sempre gli stessi colpi.

Le scelte hanno delle vere conseguenze e bisogna ponderarle.
Al contrario, spesso per via di una costante inferiorità numerica, occorre creare delle attente sinergie fra le tante abilità in possesso delle proprie unità, leggere con attenzione le peculiarità delle armature, capire le differenze tra schivata e parata, indebolire il boss di turno e magari anche scrutare l’ambiente alla ricerca di qualche trucchetto.

A sua volta l’equipaggiamento ha delle dirette conseguenze su quali attacchi è possibile effettuare e già dopo poche ore di gioco si è alle prese con un elenco interminabile di armi, mantelli e oggetti di ogni tipo.

Purtroppo non è tutto così semplice e non sono state poche le battaglie in cui, a causa di una lettura errata ad inizio scontro, abbiamo da subito avuto la sensazione che il nostro destino fosse ormai già scritto. Come se non bastasse, il sistema di gioco si basa su dei lanci D100, in cui anche le percentuali sono faticose da interpretare e dove c’è sempre spazio per una certa aleatorietà.

Per fortuna c'è sempre la possibilità di fare un "respec" e con l'accumulo di punti esperienza e lo sblocco di numerosi archetipi – varianti per le classi – c'è davvero un mare di contenuti con cui sbizzarrirsi, tentare, fallire e riprovare.

Ti prego Omnissiah, non distruggermi il file di salvataggio

Owlcat Games si trascina dunque alcune delle problematiche storiche della software house e di questo elenco fanno anche parte tutte quelle aggiunte ludiche di cui, francamente, avremmo forse anche fatto a meno.

Il nostro incarico da Rogue Trader ci obbliga infatti a gestire intere colonie, a sfruttare le loro risorse, a lavorare di diplomazia con i nostri colleghi e a riempire di continuo le stive della nave con loot di qualsiasi genere per commerciare e ottenere così risorse aggiuntive.

Ogni tanto si ha l’impressione di trovarsi al cospetto di un’opera fin troppo estesa. Ad esempio, pur comprendendo la giustificazione derivante dai viaggi nell’Immaterium, abbiamo trovato davvero fastidiosi tutti quei duelli contro i membri della ciurma trasformati in qualche mutante del caos, così come avremmo preferito evitare di duellare fra le stelle gestendo direttamente la nostra Void Ship, in sezioni che ricordano una copia sbiadita di Battlefleet Gothic.

Infine, sempre proseguendo la lista degli errori oramai storici del team di sviluppo, anche Rogue Trader non è esente da pecche tecniche al lancio.

Per fortuna non ci siamo mai imbattuti in file di salvataggio corrotti come nei precedenti Pathfinder, ma anche in questo caso sono stati numerosi i bug di ogni genere, come click a vuoto, attacchi misteriosamente finiti nel vuoto, animazioni chiaramente sballate e tooltip bloccati sullo schermo.        

Voto Recensione di Warhammer 40,000: Rogue Trader | Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Uno dei pochi giochi capaci di catturare la vera essenza di Warhammer 40.000

  • È una enciclopedia dell'opera di Games Workshop

  • Un RPG dove ogni scelta ha il suo peso

  • Tantissime possibilità per la gestione del party

Contro

  • Qualche bug e glitch di troppo

  • In alcune fasi è fin troppo esteso

  • Non fa molto per aiutare il giocatore

Commento

Warhammer 40.000: Rogue Trader è uno dei migliori titoli dedicati all'universo di Games Workshop. È stato fatto un lavoro maniacale per ricreare con cura le atmosfere dark sci-fi, senza però scendere nelle banalità a cui spesso va incontro questa ambientazione. Ottimo anche il lavoro dal punto di vista prettamente ludico: Rogue Trader è un RPG davvero ricco di sfaccettature e di bivi, in cui però capita di trovarsi spaesati al cospetto dei tantissimi contenuti e di una marea di possibilità non sempre ben inquadrate.
***

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