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Recensione

The Ninja Saviors: Return of the Warriors - Recensione

Cyborg ninja assassini alla riscossa!

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 25/09/2019 alle 11:30
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  • Pro
    • Terribilmente divertente
    • Cinque personaggi giocabili molto diversi tra loro
    • Esteticamente incantevole
    • Coop locale grandiosa...
  • Contro
    • Non dei più longevi
    • ...ma avremmo gradito anche quella online

Il Verdetto di SpazioGames

8
Non vediamo l'ora di (ri)giocare al prossimo classico made in Natsume sugli schermi della nostra console moderna: dopo Wild Guns Evolution, la software house giapponese confeziona un'altra perla di raro valore, colpendo al cuore i giocatori di vecchia data ed offrendo, nel contempo, qualcosa di diverso anche alle nuove leve. The Ninja Saviors Return of the Warriors è un atto d'amore alla storia di un genere, quello dei beat'em up a scorrimento, che ha dapprima dominato le scene, per poi ritirarsi man mano fino a rischiare di scomparire. Natsume dimostra che è invece attuale, fresco e terribilmente divertente, e, nel farlo, ci ricorda come effettuare un'operazione nostalgica senza sembrare degli avvoltoi. Se poi disponeste anche di un amico pronto a spalleggiarvi in sessioni di coop locale con tanto di birra e patatine, allora l'acquisto sarebbe non solo caldamente consigliato, ma praticamente imprescindibile.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Ninja Saviors: Return of the Warriors
The Ninja Saviors: Return of the Warriors
  • Produttore: Taito
  • Piattaforme: PS4 , SWITCH
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 30 agosto 2019

La potenza della nostalgia non va mai sottovalutata: dopo il cinema, medium più anziano e maturo, anche i videogiochi, all’appropinquarsi dei cinquant’anni di età, si scoprono tremendamente nostalgici, e si beano in rimasterizzazioni, remake e raccolte volte ad autocelebrarsi. The Ninja Saviors Return of the Warriors, in uscita per PS4 e Switch (versione analizzata) è la quintessenza di quanto appena scritto, e, a certe condizioni, va benissimo così: andiamo a scoprire di più nella nostra recensione.

Correva il 1987…

Tutto iniziò con una felice intuizione, quella di Taito (sì, quelli di Bubble Bobble), che, alla ricerca di un modo per differenziare la sua ultima fatica, intitolata The Ninja Warriors, dalla pletora di action game a scorrimento laterale che affollavano tanto il mercato arcade quanto quello, nascente, casalingo, si giocò la carta della meraviglia.

E allora quello di The Ninja Warriors divenne uno dei primi (se non il primo in assoluto, se la memoria non ci inganna) coin-op a tre schermi, con il display su cui aveva luogo l’azione al centro di altri due, sui quali veniva proiettata la medesima immagine, creando un’illusione di tridimensionalità e di maggiore profondità.

Aldilà delle trovate avveniristiche, il prodotto si rivelò da subito assai godibile, grazie ad un’ispiratissima cooperativa locale, in cui ognuno dei due giocatori impersonava i panni di un ninja con caratteristiche differenti, aggiungendo strategia alle botte da orbi. Il successo straripante, tanto in patria quanto in occidente, portò The Ninja Warriors a essere convertito su numerose piattaforme casalinghe, dall’Amiga al PC Engine, passando per il Commodore 64, ma nessuna di queste versioni, pur competenti, riuscì a catturare la magia dell’originale, probabilmente a causa delle stringenti limitazioni hardware delle macchine ospiti.

Avvolgendo il nastro della storia del franchise si arriva al 1994, quando su Super Nintendo fece capolino una nuova versione di The Ninja Warriors, potenziata sotto tutti i punti di vista ed adattata alle potenzialità e ai più performanti controller della generazione di console a 16 bit. Ecco allora l’aggiunta di un terzo ninja selezionabile, di un maggior numero di mosse, prese e salti, a variegare l’azione di gioco e consentire strategie differenti, e, soprattutto, un notevole overhaul in termini grafici, che avvicinava le performance della macchina Nintendo a quelle, inarrivabili, del Neo Geo di SNK, con la scelta di ampliare la palette di colori e aumentare le dimensioni degli sprite. Il gioco seppe presto guadagnarsi un seguito consistente tra i possessori dell’ammiraglia Nintendo, e complice lo scarso numero di copie pubblicate in occidente (dove fu distribuito da Titus e non da Taito come nel resto del mondo), finì con il diventare una sorta di Santo Graal per molti collezionisti, con cifre da capogiro per una copia completa. Forse anche a causa di questo, a moltissimi fu preclusa la possibilità di cimentarsi con uno dei migliori picchiaduro a scorrimento dell’ultima parte del ciclo vitale del Super Nintendo.

Almeno fino ad oggi.

Inno alla semplicità

Lungo otto livelli zeppi di nemici, al termine di ognuno dei quali ci sarà da confrontarsi con boss uno più fuori di testa dell’altro, The Ninja Saviors illustra ai meno giovani l’essenza dei picchiaduro a scorrimento degli anni ’90, i cui ingredienti base erano l’immediatezza, la quantità di avversari a schermo e il senso di soddisfazione nel picchiarli selvaggiamente utilizzando qualsiasi cosa capitasse a tiro.

Le ondate di mob provengono indistintamente dalla sinistra e dalla destra, e, a differenza di altri congeneri, il titolo Taito non consente di muoversi su tre piani di profondità, rimanendo ancorato alla scuola più tradizionalista del genere, che puntava piuttosto l’attenzione sulla varietà di mosse disponibili e sulla qualità delle hitbox, assai meno grossolane rispetto a molti congeneri. La frequenza con cui ci si imbatte in oggetti contundenti è pari solo a quella dei nemici, arricchendo le possibilità di distruzione: pugnali, mattoni, taniche di benzina sono solo alcuni degli strumenti di pestaggio improvvisati in cui ci siamo imbattuti, con la possibilità di lanciarli ai nemici e, nel caso si scelga per uno dei due personaggi più potenti, di lanciare anche questi ultimi gli uni addosso agli altri.

Ad aggiungere un pizzico di strategia ci sono le batterie che alimentano i robot assassini ninja (sì, sulla trama abbiamo sorvolato non a caso…), il cui livello di costante ricarica può essere interrotto subendo danni dai nemici: ad un alto livello di batteria corrispondono attacchi a distanza (consumando mezza barra circa) o devastanti attacchi ad area, capaci di ripulire lo schermo ed infliggere notevoli danni anche ai boss (consumando tutta la barra). Evitare di prendere danni prima di un boss o conservare per un passaggio particolarmente ostico un frammento della barra diviene fondamentale, e quindi, piuttosto che concentrarsi sul solo button mashing, il giocatore dovrà anche schivare gli attacchi in arrivo e organizzare una difesa intelligente. La varietà nemica, complice la breve durata di una singola run, si mantiene sempre sufficientemente alta, con mini boss e boss in particolare dotati di pattern d’attacco maggiormente elaborati, da studiare attentamente per evitare di soccombere.

Rispetto ai classici del genere e alla versione originale per Super Nintendo, The Ninja Saviors è meno crudele dal punto di vista della difficoltà,quantomeno alla prima un alla difficoltà di default, perchè, a partire dalla seconda, sbloccabile al termine della campagna, le cose cominceranno a farsi decisamente complicate, con sommo gusto dei veterani del genere. Questa furba scelta di design rende il prodotto ideale anche per i neofiti, sebbene appaia evidente che il target principale rimanga quello degli ultratrentenni che ebbero modo di consumarsi i polpastrelli con i grandi titoli del genere degli anni ’90.

Spettacolo per gli occhi dei meno giovani

Tanto in modalità portatile (la nostra preferita) quanto in docked, The Ninja Saviors è, semplicemente, bellissimo.

La pixel art è di eccellente fattura, e richiama quella delle migliori produzioni per Super Nintendo, adeguata agli standard e alla risoluzione odierni, restituendo un look retro-futuristico estremamente piacevole, condito da esplosioni, effetti vari, cambi di sfondo improvvisi e tanto altro ancora. La grande quantità di sprite a schermo e le numerose interazioni tra esse non hanno mai causato cali di framerate durante la nostra prova, sanando, a venticinque anni di distanza, l’unico, vero problema del titolo pubblicato su Super Nes (eccetto, come già detto, il prezzo della cartuccia originale oggigiorno). La durata complessiva, che avrebbe potuto rappresentare un cruccio pensando alla brevità dei due progenitori (e degli esponenti di questo genere videoludico nel complesso) non rappresenta affatto un problema: se è vero che una prima run può essere completata in poco più di due ore, la prima schermata conclusiva non è che l’inizio dell’avventura, quasi come la fine di un tutorial.

Oltre a sbloccare uno dei due personaggi extra, infatti, completare il livello di difficoltà normale sblocca quello difficile, dove i giochi si fanno decisamente più duri, e, in aggiunta, i ragazzi di Natsume hanno incluso delle leaderboard online per confrontare i propri tempi con i giocatori di tutto il mondo e un time attack mode che vi sfiderà ad essere rapidi, oltre che letali. Considerando che il prezzo richiesto è di poco inferiore ai venti euro per una copia digitale del gioco, tanto per la versione Switch da noi provata quanto per quella Playstation 4, ci sembra che l’offerta ludica sia più che commisurata all’esborso. E questo al netto del fatto che per coloro i quali spesero decine di monetine sul capostipite in sala giochi il fattore nostalgia potrebbe non avere prezzo. Molto bene anche tutto il versante sonoro, tanto da spingerci a consigliarvi un buon paio di auricolari durante il vostro playthrough: motivi rock si alternano a sintetizzatori come se gli anni ’90 non fossero mai finiti.

+ Terribilmente divertente

+ Cinque personaggi giocabili molto diversi tra loro

+ Esteticamente incantevole

+ Coop locale grandiosa...

- Non dei più longevi

- ...ma avremmo gradito anche quella online

8.0

Non vediamo l’ora di (ri)giocare al prossimo classico made in Natsume sugli schermi della nostra console moderna: dopo Wild Guns Evolution, la software house giapponese confeziona un’altra perla di raro valore, colpendo al cuore i giocatori di vecchia data ed offrendo, nel contempo, qualcosa di diverso anche alle nuove leve. The Ninja Saviors Return of the Warriors è un atto d’amore alla storia di un genere, quello dei beat’em up a scorrimento, che ha dapprima dominato le scene, per poi ritirarsi man mano fino a rischiare di scomparire.

Natsume dimostra che è invece attuale, fresco e terribilmente divertente, e, nel farlo, ci ricorda come effettuare un’operazione nostalgica senza sembrare degli avvoltoi.

Se poi disponeste anche di un amico pronto a spalleggiarvi in sessioni di coop locale con tanto di birra e patatine, allora l’acquisto sarebbe non solo caldamente consigliato, ma praticamente imprescindibile.

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