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Recensione

The Legend of Heroes Trails of Cold Steel III + IV | Come girano su PS5?

Vediamo come se la cava questa riproposizione in 4K e 60 fps di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel nella recensione completa

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Il terzo e il quarto capitolo rivisitati per PS5.
  • Due giochi di ruolo in tutto e per tutto.
  • Ottima l'idea di riproporli, ma può un principiante partire dal terzo capitolo?

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Legend Of Heroes: Trails of Cold Steel III
The Legend Of Heroes: Trails of Cold Steel III
  • Produttore: Falcom
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 22 ottobre 2019 (PS4), 19 marzo 2020 (Switch), 23 marzo 2020 (PC)

Iniziata nel lontano 2013 su PS3 e PSVita in Giappone, la sotto-serie di The Legend of Heroes Trails of Cold Steel, parte di un disegno più grande che include anche gli archi narrativi di Liberl e Crossbell, è una delle più amate e riverite tra quelle prodotte da Falcom, una software house nipponica piccola e con un modo ancora molto "artigianale" di fare videogiochi.

Abbiamo abbondantemente recensito su queste pagine tutti e quattro gli episodi della tetralogia (qui la recensione del III, qui del IV), nonché Trails into Reverie, il capitolo conclusivo; ma, proprio mentre un nuovo arco narrativo è sul punto di essere localizzato per l'Occidente, quasi a sorpresa il terzo e quarto capitolo giungono su PS5, acquistabili singolarmente o in bundle, persino in edizione fisica.

Vediamo allora come girano sull'ammiraglia Sony questi due epici JRPG.

Worldbuilding fatto bene

Gli sconvolgimenti del continente di Zemuria dal punto di vista dell'Impero Ereboniano, nel terzo ed ultimo arco narrativo fin qui pubblicato, sono raccontati magistralmente: similmente al recente Persona 3, pur essendo alla terza o quarta run del gioco non abbiamo accusato stanchezza né per i dialoghi né per la narrativa, elemento che acquista ancora più valore se si considera che, nel frattempo, avendo visto la conclusione delle vicende, sapevamo dove ogni personaggio ed organizzazione volessero andare a parare.

I titoli sono verbosi, beninteso, com'era forse inevitabile per la creazione di un mondo di tale portata, ma la narrativa riesce a tenere sempre il giocatore sul filo e favorisce un notevole attaccamento al cast di personaggi principali, composto tanto dalle nuove reclute della Class VII quanto dai membri storici, protagonisti dei primi due episodi.

Certo, come già sottolineato al tempo in sede di recensione, iniziare una tetralogia dal terzo episodio, per quanto questo segni una sorta di nuovo inizio per il protagonista principale, non è l'ideale, e difatti ci siamo sorpresi a chiederci più volte come mai questa riedizione per PS5 non contenga tutti e quattro i Trails of Cold Steel invece che solo gli ultimi due.

La risposta che ci siamo dati è che Falcom e NIS non abbiano voluto includere i primi due titoli, pubblicati inizialmente su PS3 ed in un secondo momento portati su Vita, perché gli anni sono stati maggiormente inclementi con essi, soprattutto dal punto di vista tecnico, con una grafica piuttosto spartana e tante linee di dialogo solamente testuali.

Nondimeno, una collezione onnicomprensiva dell'arco narrativo di Erebonia avrebbe avuto molto più senso e siamo sicuri che avrebbe portato nuove schiere di appassionati ad abbeverarsi alla fonte di Falcom, in attesa del promettente Trails into Daybreak, previsto per la seconda metà dell'anno in corso anche qui da noi.

Il nostro consiglio, allora, per chi fosse disposto a chiudere un occhio sull'aspetto visivo e volesse davvero dedicarsi ad una saga meritevole e decisamente ben fatta, è di recuperare le versioni digitali dei primi due episodi, in saldo molto di frequente sullo store Sony per pochi euro.

Mai come in questo caso, rispettare l'ordine cronologico degli eventi e conoscere retroscena e personaggi può davvero aiutare a godersi una trama stratificata e piena di ramificazioni, che soddisferà anche i più esigenti tra i nostri lettori.

Ma è il terzo o il primo?!?

Come i nostri lettori più affezionati avranno già letto sulle nostre pagine, il terzo episodio marca una sostanziale discontinuità con i primi due, con il protagonista Rean che passa dal ruolo di imberbe studente a quello di insegnante del Branch Campus dell'Accademia Militare di Thors: le responsabilità e le difficoltà cambiano, e non in meglio, mentre i tumulti politici e militari che percuotono il continente si fanno sempre più marcati.

Meglio recuperare le versioni digitali dei primi due episodi, prima di tuffarsi sul terzo su PS5.
Al netto di una narrativa che affonda le radici nei primi due episodi e che faticherà ad essere compresa nella sua interezza da tutti coloro che non li avessero giocati, i punti di forza della produzione rimangono i medesimi della sua prima pubblicazione: un sistema di combattimento tanto tradizionale quanto profondo, un livello di personalizzazione notevole ed un mondo abbastanza vasto da esplorare, con una nutrita quantità di missioni opzionali ed attività secondarie alle quali dedicarsi in aggiunta alla sostanziosa campagna principale.

Trails of Cold Steel III rappresenta la seconda parte della tetralogia, con un taglio più moderno ed un set di animazioni maggiormente fluido, ma elementi come l'estensivo utilizzo del motion blur e dei modelli poligonali decisamente appartenenti ad un paio di generazioni fa tradiscono le "umili" origini del gioco e ne frenano l'appeal per le masse a livello estetico.

Per questa riedizione, d'altronde, Falcom e NIS hanno optato per il minimo sindacale a livello tecnico: a parte aumentare il frame rate – adesso ancorato ai 60 fps – e la risoluzione, e ad accorciare considerevolmente i tempi di caricamento – adesso praticamente istantanei – il terzo capitolo è identico a come ce lo ricordavamo, ed è quindi invecchiato maluccio da un punto di vista visivo, sebbene il gameplay regga ancora alla grande.

Non c'è tre senza quattro...o no?

Il quarto episodio portava sulle spalle una grossa responsabilità, ovvero quella di chiudere al meglio l'arco narrativo nella sua interezza e di non deludere i fan dopo un climax lentamente costruito lungo i tre capitoli precedenti, della durata media di più di cinquanta ore ciascuno.

Come avrete scoperto nella nostra recensione, gli obiettivi vengono centrati praticamente in toto, grazie alla grande esperienza di Falcom e ad un cast che riunisce praticamente tutte le facce più amate del franchise, mandando così in brodo di giuggiole i fan più accaniti.

L'accresciuto numero di membri del party selezionabili amplia notevolmente il ventaglio di scelte a disposizione del giocatore e ravviva anche le fasi di combattimento, in una sinergia importante tra sezioni ludiche e tessuto narrativo.

Sotto diversi punti di vista questo episodio rappresenta (o meglio rappresentava alla sua uscita, vista l'eccezionale qualità di Trails into Reverie, pubblicato in seguito) il meglio che il franchise ha da offrire, tanto in termini contenutistici (vi sfidiamo a diventare campioni di Vantage Masters!) quanto di sfida, con un paio di boss opzionali finalmente capaci di offrire pane per i denti dei giocatori più navigati.

Il discorso fatto pochi paragrafi più sopra per il trattamento riservato all'aspetto tecnico del titolo potrebbe essere tranquillamente copiato ed incollato qui: Trails of Cold Steel IV è, dopo il più recente Trails into Reverie, il più moderno ed evoluto graficamente dei titoli della quadrilogia di Erebonia, con animazioni, modelli poligonali ed effetti visivi migliorati, ma il motore di gioco è il medesimo, e quindi le migliorie sono comunque limitate dalle restrizioni ad esso dovute.

In più rispetto al terzo episodio NIS e Falcom hanno incluso la marea di DLC cosmetici originariamente lanciati su PlayStation Store come contenuti acquistabili a parte, con costi variabili da un euro finanche a venti (!?!?).

Per il resto, il frame rate è stato raddoppiato, la risoluzione portata a 4K (il che evidenzia però ancora di più certe storture dell'impianto grafico) ed i caricamenti virtualmente eliminati, con la schermata che sfuma al nero per mezzo secondo prima di restituire il controllo al giocatore: siamo nell'ambito di quello che oggi viene considerato il minimo sindacale per le rimasterizzazioni su PS5, insomma.

Una nota di merito, prima del commento finale, non può che andare alle due colonne sonore, e in particolare a quella del terzo episodio: Falcom si è sempre distinta, anche in altri suoi franchise (Ys, stiamo guardando te) per la qualità delle sue musiche, e questi due JRPG non costituiscono assolutamente eccezione a questa regola aurea.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Giochi ancora di grande valore

  • Trails of Cold Steel IV, in particolare, è di altissimo livello

  • Buoni i 60 fps e i caricamenti brevissimi su PS5

Contro

  • Difficile per un neofita iniziare dal terzo

  • Minimo sforzo dal punto di vista tecnico, che sente comunque il peso dei suoi anni

Commento

Se per un'analisi approfondita della struttura ludica e narrativa dei due titoli non possiamo che rimandarvi alle recensioni pubblicate al tempo, in questa sede abbiamo cercato di dare una panoramica di cosa possono offrire oggi Trails of Cold Steel III e IV, due giochi di ruolo duri e puri che non hanno paura di prendersi il loro tempo, introdurre decine e decine di nomi e luoghi e costringere l'appassionato a sorbirsi diverse ore di dialoghi e scene di intermezzo.
Queste riedizioni per PS5 non valgono sicuramente la candela se foste già in possesso delle versioni originali, ma potrebbero d'altro canto rappresentare un buon punto d'ingresso per i neofiti, a patto di recuperare contestualmente anche i primi due episodi, inspiegabilmente lasciati fuori dal pacchetto da Falcom e NIS.
Qualora foste alla ricerca di JRPG longevi, ben scritti e dotati di un buonissimo sistema di combattimento, avreste trovato pane per i vostri denti, a patto di chiudere un occhio sull'arretratezza tecnica e sull'estrema verbosità del pacchetto. 
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