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Terminator: Dark Fate – Defiance | Recensione - Strategia old school

Il team di Slitherine riesce a portare in alto l'immaginario di Terminator con un RTS sorprendentemente ricco di personalità: vediamo la recensione.

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

In sintesi

  • Un RTS dall'anima pura e dal buon livello di sfida.
  • La campagna single player rende giustizia all'universo di Terminator.
  • Rischia di risultare troppo complesso e frustrante per i meno avvezzi alla pianificazione continua.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Terminator: Dark Fate - Defiance
Terminator: Dark Fate - Defiance
  • Sviluppatore: Slitherine
  • Produttore: Slitherine
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 21 febbraio 2024

Se pensiamo alle pellicole cinematografiche di Terminator, il risultato altalenante viene in parte compensato da quei primi film che hanno segnato una generazione di appassionati e lasciato dietro di sé un immaginario tutto sommato positivo per il brand. Rivolgendosi allo stesso nome sul piano videoludico, invece, fatichiamo a trovare un titolo capace davvero di accontentare critica o pubblico, se non solo per sporadici progetti finiti più o meno velocemente nel dimenticatoio.

Terminator: Dark Fate - Defiance, però, può essere quella piacevole sorpresa in grado di unire l’intero immaginario di riferimento in un lavoro certosino oltre ogni aspettativa. Sicuramente non perfetto, ma comunque confezionato con cura e rispettoso del materiale originario: un compito per nulla semplice, soprattutto se parliamo di uno strategico, genere in cui è difficile concentrarsi  per equilibrare narrazione e gameplay.

Dopo aver giocato per numerose ore a Terminator: Dark Fate - Defiance vogliamo fin da questo momento rassicurarvi sul risultato finale raggiunto dal team britannico di Slitherine, che accontenta un po’ tutti sul piano del gameplay e non solo.

Sopravvivere a tutti i costi

Come già anticipato, Terminator: Dark Fate – Defiance è a tutti gli effetti un titolo che propone la classica esperienza degli strategici in tempo reale, gettando il giocatore nell’universo cinematografico del più recente Terminator: Dark Fate, a sua volta – per ovvi motivi – collegato ai primissimi film di James Cameron.

L’apocalisse tecnologica ha portato la Terra a soccombere sotto i colpi di eserciti senzienti comandanti dall’entità di nome “Legion”, la stessa che nell’omonimo film prende il ruolo dello storico e temibile “Skynet”, per darvi un contesto maggiore.

L’umanità, o ciò che ne rimane, è mal organizzata e sopravvive nella più totale anarchia, organizzandosi in gruppi militari indipendenti spesso anche in guerra tra loro per le poche risorse rimaste.

In questo contesto altamente instabile, chiarito fin dai primi minuti di gioco di Terminator: Dark Fate – Defiance, interpretiamo alcuni generali alla guida di uno di questi gruppi di nome Founders. Ci ritroveremo, quindi, a sopravvivere in un ambiente totalmente ostile, pressati dall’avanzata inesorabile delle macchine e con fazioni di umani non sempre così amichevoli nei nostri confronti, a seconda della situazione.

Proprio il confine tra bene e male, alleato e nemico, con le varie fazioni che incontriamo nel gioco, è ciò che più ci ha sorpreso in positivo in Terminator: Dark Fate – Defiance, dove la campagna per giocatore singolo obbliga a compiere numerose scelte influenzando proprio i giochi di potere tra i gruppi incontrati nelle varie aree.

Criminali, gruppi paramilitari più e meno preparati, semplici civili volenterosi di fare la loro parte in un conflitto più grande per i più disparati motivi: saranno numerose le personalità che potremo incontrare sul nostro cammino e che possono decretare la fine delle nostre partite, se non gestite con un minimo di attenzione.

Le possibilità di scelta premono l'acceleratore sul fattore rigiocabilità.
La campagna principale si dilunga per circa 17 ore a difficoltà normale, ma considerando le varie attività secondarie il contatore può aumentare sensibilmente. Le scelte menzionate che influenzano il percorso e le varie ramificazioni della narrazione, inoltre, premono l’acceleratore sul fattore rigiocabilità, proprio a seconda di come le varie fazioni possono reagire alle nostre decisioni, anche a distanza di alcune missioni.

La narrazione di per sé non è di certo un tripudio di emozioni, ma attraverso diversi dialoghi su schermo riesce comunque a catturare sia i novizi del franchise sia i più attenti e appassionati, presentando numerosi personaggi dignitosamente caratterizzati.

Il tutto mette in evidenza un minuzioso e attento lavoro degli sviluppatori, considerando quanto è difficile trovare questo tipo di profondità per un prodotto che ricalca in tutto e per tutto il genere degli strategici in tempo reale.

Tattica mordi e fuggi

Terminator: Dark Fate – Defiance è un RTS a un primo sguardo molto classico nella sua formula. Senza funzioni specifiche dedicate alle costruzioni o creazioni di eserciti particolarmente numerosi, bensì più focalizzati su pochi gruppi selezionati, sorprendentemente variegati nelle abilità che vanno a definire l’approccio durante lo scontro.

Nello specifico, abbiamo unità di terra suddivise a seconda delle armi a media o lunga gittata, con skill specifiche per poter guidare i veicoli, rispetto al concentrarsi sul supporto con granate o fumogeni. Questione analoga, in termini di varietà, anche per blindati e mezzi aerei, più rari a seconda dell’eventuale letalità sul campo di battaglia, che si rivelano in grado di ribaltare le sorti di uno scontro se utilizzati al momento giusto.

Ovviamente durante le missioni non mancheranno i momenti dove poter richiedere truppe di supporto ulteriore, ma saranno legati ad eventi opzionali o missioni che rischiano di farci deviare dal nostro obiettivo principale – il che rimarca l’importanza delle decisioni da prendere di missione in missione, per perdere il minor numero di commilitoni.

A maggior ragione, diventa fondamentale studiare il terreno circostante per sfruttare alture o ripari, essenziali per compensare l'asfissiante superiorità numerica dei nemici che si frappongono ai nostri obiettivi.

Non mancano, ovviamente, numerosi elementi da seguire su schermo durante lo spostamento delle truppe (per giocare, vi consigliamo un mouse come questo Logitech disponibile su Amazon), ma monitorare i vari indicatori non è particolarmente complesso. Merito di un'interfaccia di gioco ricca, ma mai confusionaria, intuitiva anche nelle situazioni più concitate o delicate.

Guerra di nervi

La complessità di Terminator: Dark Fate – Defiance, però, risiede nella presenza di ulteriori parametri per le varie unità, come il numero di munizioni e il carburante; risorse tutt’altro che infinite e che necessitano di specifiche aree dove poter essere ricaricate.

Si tratta di elementi da considerare adeguatamente per evitare di tuffarsi alla cieca verso ogni pericolo, e che contribuiscono al valore di un’esperienza che non sempre premia la semplice risoluzione dello scontro in campo aperto.

Come se non bastasse, avremo quasi sempre la sensazione opprimente di essere braccati dalle orde di senzienti, il che ci spingerà verso tattiche di assalti più mordi e fuggi, oppure a improvvisare imboscate sfruttando posizioni sopraelevate o ripari di fortuna.

Tutti elementi che premiano i giocatori più avvezzi alle pianificazioni, con lo studio del territorio e delle varie opzioni disponibili in ogni missione, tra rischi e opportunità, ma che potrebbero scoraggiare anche una buona fetta di utenti più votati alla pura adrenalina dello scontro diretto.

Il rischio è quello di incorrere in sessioni repentine di trial and error che, lo ammettiamo, se non ben gestite possono portare non poca frustrazione; il gioco di Slitherine, d’altronde, è tutt’altro che permissivo anche alle difficoltà più basse e ogni pericolo non va sottovalutato.

Ultimo, ma non per importanza, il comparto tecnico di Terminator: Dark Fate – Defiance presenta numerosi punti di forza e alcuni dubbi sui quali è, comunque, difficile soprassedere. Da un lato, è impossibile non apprezzare il numero di dettagli che caratterizza le ambientazioni con le varie costruzioni (suddivise per grado di resistenza) che possono ospitare i nostri soldati. Così come, in egual misura, elogiamo  i mezzi blindati e soprattutto la mole poligonale che caratterizza le esplosioni, estremamente soddisfacenti in ogni colpo andato a segno.

Dall’altro, però, le unità di terra non riescono a convincerci totalmente sul piano estetico e bisogna sottolineare diversi problemi di pathfinding che obbligano spesso a monitorare compulsivamente gli spostamenti delle truppe selezionate. Niente di drastico ovviamente, ma ci siamo ritrovati a riprendere soldati che non seguono sempre le traiettorie più logiche verso la destinazione indicata: non proprio il massimo, per ambientazioni così ricche di pericoli.

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Voto Recensione di Terminator: Dark Fate – Defiance | Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Campagna single player corposa e ricca di scelte che ne influenzano la direzione

  • Numerose opzioni per personalizzare il proprio esercito di missione in missione

  • Tecnicamente si difende egregiamente

  • Il gameplay da RTS puro dà molte soddisfazioni...

Contro

  • ... ma la troppa complessità rischia di tagliare fuori diversi tipi di giocatori

  • Qualche problema di pathfinding di troppo

Commento

Se, fino a qualche anno addietro, ci avessero detto che avremmo dovuto aspettare un RTS per godere di un valido capitolo videoludico ambientato nell’universo di Terminator, avremmo fatto un’immensa fatica a crederci. Terminator: Dark Fate – Defiance, però, riesce a fare bene tantissime cose tanto sul piano del gameplay quanto della narrazione, realizzando un mondo di gioco sorprendentemente sfaccettato e coinvolgente. Non parliamo comunque di un progetto esente dai difetti, e anzi alcuni compromessi sono evidenti ma erano comunque necessari, ma il lavoro di Slitherine merita i giusti elogi.
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