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Recensione

Tainted Grail: The Fall of Avalon | Recensione

Ci siamo tuffati nelle leggende arturiane con la versione 1.0 di Tainted Grail: The Fall of Avalon: nella recensione vi raccontiamo com'è andata.

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a cura di Roberto Buonanno

Titolare e fondatore 3Labs

In sintesi

  • Un gioco di ruolo open world che impara, benissimo, dai maestri del genere.
  • Comparto narrativo intrigante e con grigi morali interessanti.
  • Il combattimento è molto soddisfacente, soprattutto con le magie.
  • Pro
    • Ambientazione dark fantasy ispirata alle leggende arturiane.
    • Combattimenti fluidi e reattivi, impreziositi dalla dinamicità delle magie.
    • Design delle mappe intelligente.
    • Colonna sonora e doppiaggio top.
    • Crafting e inventario semplificati e funzionali.
  • Contro
    • Comparto tecnico non all'altezza degli AAA, sia per texture che per animazioni.
    • NPC nelle città poco credibili e limitati nei comportamenti e nelle interazioni.
    • UI da affinare.
    • Si poteva osare con qualche meccanica in più (come i borseggi...).

Il Verdetto di SpazioGames

8.5
Se è vero che Tainted Grail: The Fall of Avalon non brilla nel suo comparto tecnico ed è un po' un insieme di idee di successo cucite in un modo nuovo, lo è anche che riuscire in quest'operazione era tutt'altro che banale. Gli sviluppatori non hanno mai nascosto le loro (illustri) fonti di ispirazione, e hanno così dato vita a una lettera d'amore per i giochi di ruolo open world, declinata in un'atmosfera dark fantasy riuscita e coinvolgente – capace di rubare il cuore agli amanti del genere e, perché no, di avvicinarne di nuovi. È servito un po' di tempo in early access per arrivare a questo risultato, ma ne è valsa senz'altro la pena.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Tainted Grail: The Fall of Avalon
Tainted Grail: The Fall of Avalon
  • Sviluppatore: Questline
  • Produttore: Awaken Realms
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 23 maggio 2025

Non giriamoci intorno: Tainted Grail: The Fall of Avalon è un gioco di ruolo dark fantasy open world che saprà stupirvi. Ha senso, considerando che nasce come una «lettera d'amore» (così lo hanno definito gli sviluppatori) ai grandi capostipiti degli RPG aperti e in soggettiva, con riferimenti chiari a The Elder ScrollsRisen e all'amato The Witcher 3.

Rispetto ai giochi citati, però, The Fall of Avalon ha una atmosfera più oscura o cupa, che ha qualcosa di Dark Souls. Ma non commettete l'errore di pensare che sia un semplice clone: il team di Quest Line, composto da poco più di cinquanta persone, è riuscito ha dare i natali a qualcosa di eccezionale, che si pone come una chicca per gli appassionati – dal momento che prende il meglio possibili dai suoi maestri, limandone storture e difetti.

Il risultato, che poteva rischiare di diventare una sorta di mostro di Frankenstein, si fa apprezzare tantissimo: ci si ritrova davanti a un un fantasy a tratti violento, gore e decisamente maturo, come a fare intendere che si tratta di un titolo per gamer della vecchia guardia e non per giovanissimi.

L'universo di Tainted Grail

Tainted Grail è ambientato in un universo ispirato alla leggenda di Re Artù, reinterpretato in chiave dark fantasy. La trama è complessa e intrigante, con diverse scelte etiche che portano a bivi narrativi significativi. Il protagonista, un po' come anche in alcuni episodi di The Elder Scrolls, non è un eroe predestinato per nascita, ma uno sventurato inciampato in una tremenda maledizione.

Si parte come prigionieri (a proposito di TES...) in un manicomio gestito da chierici sadici e torturatori.: da lì, si dipana una storia complessa e mai banale, narrata tramite dialoghi fitti ma godibili e con una scrittura di alto livello.

E il raggiungimento di queste soglie di qualità narrativa non è casuale: Tainted Grail nasce infatti come lo spin-off dei giochi da tavolo di Awaken Realms, compagnia polacca che sforna eccellenti giochi in scatola facendo sembrare la cosa perfino facile. Per intenderci, i due board game dai quali è tratto questo gioco hanno incassato quasi 20 milioni di euro solo con le campagne di crowfunding, quindi l'amore che aleggia intorno al franchise è concreto e vivissimo.

Il coinvolgimento nel mondo di gioco è affinato da piccole grandi accortezze che aumentano il senso di trovarsi davvero lì: ad esempio, un po' come in Minecraft, il mondo è diverso dal giorno alla notte, con mostri che invadono gli scenari al calare del sole – per volontà di una misteriosa e oscura forza conosciuta come il Wyrd, che aggiunge ulteriori risvolti a una trama ispirata e ben scritta.

Come gli amanti dei giochi di ruolo sanno, allora, c'è tanto da leggere, ci sono anche momenti di ironia che si alternano a quelli più oscuri della lore, ma il tutto fluisce a mio avviso in modo più naturale (e interessante) di quanto non accada nei The Elder Scrolls.

A proposito di tanti testi, i giocatori italiani qui potranno godere di una eccellente traduzione di tutti i testi. Niente da fare per il doppiaggio, solo in inglese, ma possiamo consolarci con il fatto che sia realizzato in modo eccellente.

Vivere l'open world

Tainted Grail è strutturato in tre macro aree di gioco, che si sbloccano via via che si procede a giocare. All’interno di ciascuna macro regione è possibile esplorare liberamente – anche se con la consapevolezza che i nemici sono sempre dietro l'angolo.

Proprio l'esplorazione è il fiore all'occhiello della produzione, e l'ho trovata anche più soddisfacente di quanto visto negli Elder Scrolls. Certo, è vero che qui le mappe sono molto ridotte rispetto a quanto si vive in Oblivion o in Skyrim, ma sono dense, farcite di quest (oltre duecento), di personaggi e oggetti nascosti, con attività che sbucano praticamente da ogni dove.

È evidente che gli sviluppatori si siano divertiti a piazzare "a manina" tesori, citazioni, riferimenti e curiosità da scoprire: ne viene fuori un risultato che, a memoria, è uno dei migliori open world da esplorare che mi vengano in mente. Anche perché forzieri e oggetti celati sono spesso rilevanti, danno la sensazione di essere ripagati per lo sforzo di procurarseli. In OblivionSkyrim, invece, mi è capitato spesso di aprire qualche forziere con serratura impossibile e magari trovarci dentro solo 90 monete – rimanendoci malissimo, come immagino sia successo anche a voi.

Anche la progressione dei nemici, che fanno costante respawn, è ben calcolata e avviene in proporzione all'avanzamento di livello del giocatore. E la sfida non sarà delle più brevi: si parla di una cinquantina di ore, che possono diventare anche una settantina per i completisti.

Crescita e sviluppo del personaggio

Per lo sviluppo del vostro personaggio, Tainted Grail si basa su un sistema fondato su punti esperienza, livelli e alberi delle abilità. Il progresso è un ibrido tra Gothic, Oblivion e Skyrim: ottieni una piccola quantità di XP allenando le abilità, ma il grosso dei punti d’esperienza lo guadagni sconfiggendo i nemici e terminando le quest. 

Quando si passa di livello, è possibile potenziare di un punto gli attributi base, come Forza, Destrezza, Resistenza e via dicendo. È anche possibile assegnare un altro punto ai tanti alberi di abilità, che permettono sia di incrementare le statistiche che di ottenere nuovi talenti. E credeteci quando diciamo che gli alberi sono tanti: oltre venti, con oltre 300 possibilità di assegnazione, che permettono di sbizzarrirsi alla grande nella definizione della build del proprio personaggio.

Paradossalmente, però, forse questa enormità di scelta è anche uno dei difetti del gioco, poiché vi lascerà addosso la sensazione di finire per ignorare diverse possibilità, magari finendo per concentrarsi sul combattimento – per un motivo molto semplice: in questo gioco si combatte in continuazione e la difficoltà, anche a livello medio, può essere molto elevata anche per un veterano.  

È interessante anche la scelta di spargere per il mondo armi ed equipaggiamenti incantati e con abilità particolari, che richiedono però una certa padronanza di determinate abilità o caratteristiche, per poter essere usate. Anche in questo senso, insomma, Tainted Grail costruisce bene il suo sistema di gioco, facendomi in modo che si senta il peso strategico di non sottovalutare determinati attributi, che potrebbero consentire di padroneggiare set di armi e armature altrimenti fuori dalla vostra portata.

Tecnicamente parlando

Quello che Tainted Grail investe nell'esperienza di gioco, purtroppo lo perde un po' nel supporto della componente tecnica, affidata a Unity. Se i modelli di personaggi e mostro sono più o meno di buona qualità, è evidente come lo sviluppatore abbia lesinato invece nel livello di dettaglio degli ambienti naturali, dove le texture non sono all'altezza. Peccato, perché edifici, templi, miniere e rovine in genere sono invece caratterizzati in modo superlativo.

A tal proposito, anche il level design dei dungeon è apprezzabile, perché evita di incappare nelle ripetizioni scolastiche del genere, offrendo più varietà di quanto ci siamo abituati ad avere: qui ogni location è diversa e le ambientazioni sono realizzate a mano con cura certosina.

Il lavoro svolto per i caricamenti, invece, è positivo: sia su console che su PC (abbiamo testato il gioco anche su Xbox Series S) sono molto meno frequenti di quanto non si presentino nel recente Oblivion Remastered, e anche molto più rapidi. Purtroppo, però, non ci sono mancati i crash, con inciampi tecnici che capitavano almeno ogni due ore.

Il gioco è anche verificato per Steam Deck, dove lo abbiamo testato: effettivamente, è giocabile a 30 fps, ma sappiate che l'UI non si adatta proprio agilmente a uno schermo così piccolo.

È solo sufficiente, invece, l'intelligenza artificiale di nemici e alleati. Si comporta piuttosto bene quando si tratta dei combattimenti, ma le interazioni con gli NPC di tanto in tanto metteranno a rischio il vostro livello di coinvolgimento, perché mineranno un po' la credibilità del mondo di gioco. Gli abitanti delle città, infatti, di solito se ne stanno semplicemente fermi al loro posto, parlano poco o pochissimo, non hanno niente da dire al passaggio del giocatore – e anche la loro vita sociale non è granché, considerando che solo qualcuno alterna quantomeno una location per la notte e una per il giorno, mentre altri stanno (letteralmente) sempre impalati nello stesso punto.

Queste interazioni con gli NPC, e la "leggerezza" delle loro reazioni, si riversano anche nella possibilità di commettere azioni illegali: in Tainted Grail non è possibile borseggiare gli altri personaggi e, in generale, l'idea di violare una proprietà privata o di rubare qualcosa è ancora più semplificata che nei The Elder Scrolls. Non immaginatevi un sistema deduttivo e intelligente come quello del recente Kingdom Come Deliverance II, insomma.

Un super lavoro di interfaccia

Un elemento molto riuscito dell'esperienza di gioco di Tainted Grail è la gestione dell'inventario: avendo centinaia di oggetti a disposizione potrebbe sembrare macchinosa, ma è funzionale e intelligente. Per ovviare a questa mole quasi infinita di equipaggiamenti, gli sviluppatori hanno implementato un sistema cromatico che restituisce già al colpo d'occhio la funzionalità dell'oggetto.

testi in grassetto, ad esempio, indicando un oggetto utile o di valore. Quelli in grigio chiaro sono oggetti di scarso valore, quelli con lo sfondo blu sono oggetti rari, quelli con sfondo giallo sono unici o leggendari, con a volte anche della lore alle spalle.

Se è vero che la codifica visiva è un classico nei giochi di ruolo, qui è implementata con intelligenza e rende la raccolta del loot non solo rapida, ma perfino piacevole. E c'è anche la cosa più importante: funziona sempre. Permette di concentrarsi solo sull'esplorare e sul combattere, senza perdere tempo a rovistare per scovare un pugnale arrugginito che nemmeno vale la pena di essere raccolto.

Sono anche presenti, per gli accumulatori di loot, degli speciali scrigni sparsi per il mondo, che permettono di conservare tutto ciò che vorrete – soprattutto materiali per il crafting. In questo modo, ogni stazione per il crafting può attingere agli scrigni-deposito, permettendovi di sbizzarrirvi senza dovervi davvero portare dietro tutti i materiali, che appesantirebbero il menù e la sua navigabilità.

Insomma, il gioco è pieno di finezze che dimostrano come il team di sviluppo conosca le esigenze di chi gioca ai giochi di ruolo da una vita.

Sfida ed esperienza di gioco

Già dall'avvio è possibile selezionare diversi livelli di difficoltà (Storia, facile, medio e difficile – ma sappiate che quello medio è già impegnativo). È quindi possibile scalare l'esperienza in base a ciò che si cerca.

Inoltre, la gestione delle armi è affidata alle mani del protagonista: ad esempio, le abilità di magia o le armi si assegnano a ciascuna mano e si usano in modo indipendente – a meno che non si equipaggino, chiaramente, armi che richiedono da sole l'impegno di entrambe le mani.

È anche possibile avere, fin dall'inizio, delle combinazione di armi e incantesimi a due mani, da richiamare con un menù radiale da cui si accede rapidamente anche a posizioni e oggetti curativi.

Come abbiamo accennato, i combattimenti sono molto frequenti e richiedono un approccio strategico: non pensate di menare alla cieca, ma bisogna conoscere resistenze e debolezze degli avversari, oltre alla capacità di mirare i loro punti deboli.

Il feedback che si ha dalle magie, dai colpi delle armi e dai tiri con l'arco è molto fisico e gradevole: è come se le botte date (e subite, purtroppo) si sentissero, e anche la schivata è strutturata con un tempismo soddisfacente e ben fatto.

Se il combattimento all'arma bianca è apprezzabile, dove Tainted Grail dà il meglio di sé in quello basato sulle magie
Ma, se il combattimento all'arma bianca è apprezzabile, dove Tainted Grail dà il meglio di sé in quello basato sulle magie. È possibile assegnare un incantesimo per mano – con effetti diversi a seconda della vostra pressione (breve o prolungata). Per fare un esempio giocando su PC, con un click prolungato evochi i servitori e, in seguito, con un click rapido indichi un obiettivo da attaccare ai tuoi summon.

La formula funziona e lo fa sorprendentemente bene: anche dopo le prime 20 o 30 ore si rimane coinvolgi nel gioco, perché il livello di difficoltà scala sensatamente con la crescita del nostro personaggio, permettendo di avere una sfida anche a chi da subito imparerà a padroneggiare le caratteristiche di armi e nemici.

Le attività secondarie fanno il resto e permettono di intervallare quelle principali: ci si dedica così a cucina, alchimia, fabbricazione di armi e armature, l'acquisto e gestione della propria casa. E, sì, sappiamo che stavate aspettando di saperlo: c'è anche l'immancabile pesca.

Buono anche il replay value: fin da subito sono disponibili pozioni che permettono di ridistribuire i punti della vostra build, per provare a sperimentare con approcci diversi. Ma non è solo questo: c'è anche la possibilità di scegliere alleati e percorsi diversi, nei momenti chiave della narrazione. E, una volta prese le vostre decisioni, la scrittura è stimolante ed è probabile che avrete voglia di tornarci, con una run successiva, per provare ad agire in modo diverso e scoprire le differenze.

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