Immagine di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival | Recensione - Tamburi e leggerezza
Recensione

Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival | Recensione - Tamburi e leggerezza

Taiko no Tatsujin torna su Nintendo Switch con un nuovo episodio, per la gioia degli appassionati.

Avatar

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival
Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival
  • Sviluppatore: Bandai Namco Amusement Lab
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Rhythm Game
  • Data di uscita: 14 ottobre 2022

I rhythm game rappresentano un genere che, dalle nostre parti, ha conosciuto una fortuna altalenante: a periodi intensi, fatti di uscite estremamente ravvicinate tra di loro, si sono alternati altri di magra per gli appassionati del genere.

Le cose vanno diversamente in Giappone: nella terra del sol levante, i rhythm game sono estremamente popolari sempre e comunque, e tantissimi giochi non sono mai stati importati in Occidente. Una delle serie più popolari in Giappone è Taiko no Tatsujin, che a partire dal 2002 ha praticamente raggiunto qualsiasi console immaginabile. Nel Vecchio Continente la serie è rimasta inedita praticamente fino al 2018, anno in cui abbiamo finalmente ricevuto ben due episodi della serie, Taiko no Tatsujin: Drum Session! su PlayStation 4 e Taiko no Tatsujin: Drum’n’Fun! su Nintendo Switch.

Il buon riscontro di pubblico e critica ha convinto Bandai Namco a portare finalmente la serie in pianta stabile in Occidente e proprio per questo oggi siamo qui a parlarvi di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival, l’ultimo episodio disponibile in esclusiva su Nintendo Switch.

Siete pronti a suonare i tamburi ancora una volta?

La strada per diventare il maestro della batteria

Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival (solo Rhythm Festival d’ora in poi) ci accoglie con un accenno di modalità storia. In dei brevi filmati statici, ci vengono raccontate le avventure di DON-chan e Kumo-kyun, che hanno raggiunto Omiko City con il chiaro scopo di guadagnarsi l’ambito.

Ovviamente, si tratta di una storiella volta perlopiù a fare da collante all’esperienza di gioco, senza alcuna pretesa di costituire l’intrattenimento principale per il giocatore; abbiamo comunque apprezzato il tentativo di dare una personalità alle mascotte del gioco e siamo sicuri che la storia centrerà il suo obiettivo di far divertire i fruitori della serie più giovani.

Detto questo, non esiste una vera e propria modalità storia. Per sbloccare il proseguio delle avventure di DON-chan e Kumo-kyun occorre salire di livello, e per salire di livello dovremo cimentarci nelle diverse attività disponibili nel gioco, completando sfide ed obiettivi.

La modalità principale è la modalità Taiko, denominata in questo capitolo “Tempio del tuono”. Si tratta semplicemente della classica modalità che ci permette di accedere a tutti i brani disponibili nel gioco (ben 76) e di scegliere quale affrontare.

Il gameplay di base è rimasto sempre lo stesso: a seconda della configurazione da noi scelta (vi ricordiamo che potete recuperare l'esclusiva edizione del gioco completa di batteria su Amazon), dovremo premere i pulsanti o eseguire i movimenti corrispondenti alle note che vediamo scorrere sullo schermo, seguendo le succinte istruzioni che vengono fornite al primo accesso e che possono essere riviste in qualsiasi momento dal menù di pausa.

Ogni traccia possiede quattro livelli di difficoltà ed è anche possibile smanettare con le impostazioni qualora fossimo in cerca di sfide personalizzate: ad esempio, potremo regolare la velocità della canzone, oppure potremo anche scegliere di non ammettere errori, obbligando il riavvio della canzone alla prima nota sbagliata o mancata.

Insomma, se avete avuto già esperienze con un Taiko no Tatsujin (ma anche con un qualsiasi rhythm game) vi troverete molto presto a casa con Rhythm Festival, che sicuramente non è qui per rivoluzionare i canoni della serie o del genere.

La formula di gioco funziona, le canzoni sono divertenti da suonare e la selezione soddisferà molti palati, a patto di apprezzare la musica nipponica (ma diamo per scontato che sia così se state leggendo questa recensione).

I generi disponibili sono gli stessi dell’ultimo capitolo: pop, anime, videogiochi, vocaloid e classica. In queste categorie troveremo brani sconosciuti per noi occidentali (a meno di non essere appassionati del genere) ma anche brani che hanno avuto fortuna pure dalle nostre parti, come la opening di Attack on Titan, giusto per fare un esempio.

Avremmo apprezzato l’inclusione di qualche altro genere, soprattutto considerando che il Giappone è una terra particolarmente prolifica per sfumature come il metal, ma ammettiamo che la questione non sia esattamente così semplice a livello di diritti, e probabilmente per Bandai Namco non vale la pena imbarcarsi in questa impresa per generi che commercialmente parlando riscuotono meno successo (dopotutto, Taiko no Tatsujin è una serie che vuole essere adatta a tutti, dunque è sensato proporre canzoni che in Giappone sono popolari in ogni fascia d’età).

Ciò detto, non ci aspettavamo ovviamente grosse novità per quanto riguarda la formula di base, che è praticamente sempre la stessa (e sarebbe difficile immaginare grossi cambiamenti). A differenziare un capitolo dall’altro ci sono le modalità secondarie e la quantità/qualità dei brani scelti.

Sfide tra maestri

A fare da sfondo alla modalità principale, abbiamo diverse altre location sulla mappa iniziale di Rhythm Festival. Innanzitutto, troviamo Taikolandia, vale a dire la modalità party.Qui troveremo due modalità: Grande guerra dei tamburini e La band di DON-chan.

La prima è quella più particolare: potremo scegliere la nostra armata di giocattoli e sfidare un avversario controllato dalla CPU. Ciascun giocattolo ha le sue abilità, e può lanciare dei malus all’avversario, ad esempio fargli vedere delle false note o velocizzare l’arrivo delle note successive.

Dopo aver azzeccato un certo numero di note, riceveremo un giocattolo nella nostra squadra, ed il vincitore sarà colui che, alla fine del brano, avrà accumulato più giocattoli.Nella band di DON-chan, invece, fino a quattro giocatori potranno giocare insieme per completare in cooperativa lo stesso brano. In questo caso, ciascun giocatore è chiamato ad eseguire soltanto la sua parte, ed è fondamentale la coordinazione con i propri amici (o con la CPU).

Entrambe le modalità ci hanno divertiti, e la presenza di missioni da completare per entrambe le rende un buon passatempo anche per chi gioca da solo, oltre che un modo per allungare la vita di Rhythm Festival.

L’unico appunto che ci sentiamo di fare è che avremmo gradito qualche mini-gioco in più; dopotutto, già in Drum’n’Fun il numero era superiore e, per quanto quelli presenti in questo Rhythm Festival siano più che buoni, avremmo preferito vedere qualche sforzo in più in questo senso (magari prendendo anche spunto dagli spin-off Rhythmic Adventure, che potete recuperare su Amazon).

Non poteva mancare ovviamente una modalità online, che si trova a Dondoko Town. Qui potremo sfidare giocatori da tutto il mondo, in partite classificate e non. Per quanto il gioco possa avere una struttura semplice, vi consigliamo di allenarvi a dovere prima di fiondarvi su questa modalità: scoprirete ben presto che la nobile arte del Taiko Master è tutt’altra cosa rispetto al semplice riuscire a completare i brani proposti dal gioco. Abbiamo fatto qualche partita online, ed abbiamo potuto apprezzare la stabilità del gioco, elemento ovviamente fondamentale in un rhythm game.

Per finire, ci sono altre due location da visitare a Omiko City, vale a dire il negozio e “la mia stanza”. Nel negozio potremo acquistare elementi per personalizzare il nostro DON-chan: potremo modificare il suo “abbigliamento”, chiamiamolo così, ma anche il suo strumento, dando alle nostre note un suono completamente diverso.

Nella stanza, invece, potremo personalizzare DON-chan, vedere gli obiettivi che abbiamo completato, modificare il nostro profilo per il gioco online (scegliendo, ad esempio, la nostra targhetta ed il nostro motto) e così via.

Insomma, le attività secondarie non mancano, e tolto l’appunto sui mini-giochi ci possiamo dire soddisfatti della proposta di Rhythm Festival nel complessivo.

Drum session senza fine

Come vi abbiamo detto, Rhythm Festival propone 76 brani tra cui scegliere. Questo, ovviamente, per quanto riguarda il gioco base: i rhythm game sono un genere che si presta benissimo ai DLC, come dimostrato anche dagli scorsi episodi della serie.

Per quanto riguarda Rhythm Festival, Bandai Namco ha deciso di adottare un modello ad abbonamento: potreste scegliere tra diverse soluzioni (che partono da un minimo di un mese, dopo una prova gratuita di 7 giorni) per avere immediatamente accesso a ben 582 brani, tra cui si trovano sia inediti, sia graditi ritorni dagli scorsi capitoli. Per alcuni brani sarà anche possibile l’acquisto singolo, ma in generale sembra che il modello abbonamento sia quello su cui gli sviluppatori hanno puntato di più.

In linea generale, non ci sarebbe niente di male nell’aggiungere contenuti a pagamento, anzi: per un rhythm game, i DLC sono un ottimo modo di permette ad un gioco di avere una vita più lunga, senza essere costretti ad acquistare un nuovo episodio per avere nuovi brani.

Il punto è che quando si mettono a confronto i 76 brani presenti nel gioco base (che di per sé non sarebbero pochi) con i 582 presenti su abbonamento si ha quasi l’impressione di aver comprato solamente un assaggio di quella che può essere l’esperienza completa di Rhythm Festival.

Oltretutto, ci chiediamo quanto successo potrà avere un  modello del genere in Occidente, dove la cultura dei rhythm game non è così diffusa, ed un ulteriore abbonamento da pagare (che si aggiunge, in questo caso, a quello di Nintendo Switch Online) potrebbe non essere digerito di buon grado dai giocatori.

Sia chiaro, la presenza del pass non intacca l’esperienza di gioco: Rhythm Festival rimane un capitolo divertente e soddisfacente e, tolta una prima menzione dell’abbonamento, non riceverete pubblicità pressanti per spendere ancora dei soldi sul gioco (e ci mancherebbe).

Non possiamo negare, però, che vedere così tanti contenuti bloccati dietro un paywall ci ha lasciati un po’ con l’amaro in bocca; forse, equilibrando meglio la situazione tra brani “gratuiti” e brani su abbonamento, avremmo avuto un responso diverso alla scelta di Bandai Namco.

Voto Recensione di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival - Recensione


7.8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Sempre divertente

  • Ottima selezione di brani

  • Modalità secondarie divertenti

Contro

  • Avremmo gradito qualche minigioco in più

  • Vistoso sbilanciamento tra brani inclusi e brani solo su abbonamento

Commento

Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival prosegue la buona tradizione della serie. Bandai Namco ha confezionato un altro ottimo episodio, che divertirà sicuramente tutti gli appassionati di rhythm game e musica nipponica grazie ad un'ottima selezione di brani e ad interessanti modalità secondarie. Avremmo preferito vedere qualche mini-gioco in più e magari un minore sbilanciamento tra i brani presenti nel gioco "base" e quelli disponibili su abbonamento, ma fortunatamente l'esperienza finale non viene intaccata da questi due appunti.
***

Sto cercando la migliore l'offerta...