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Payday 3 | Recensione - Un colpo in divenire

Dopo una vita lunga dieci anni, per Payday 2 è finalmente arrivato il momento di cedere il passo a Payday 3: vediamo se è riuscito a convincerci.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Migliora e amplia le idee del precedente episodio
  • Al lancio, tuttavia, l'offerta è tutta in divenire e ha bisogno di molte migliorie
  • Propone colpi dove gli approcci multipli sono molto stimolanti

Informazioni sul prodotto

Immagine di Payday 3
Payday 3
  • Sviluppatore: Starbreeze
  • Produttore: Starbreeze
  • Distributore: Starbreeze
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Azione , Sparatutto
  • Data di uscita: 21 settembre 2023

Payday 2 è stato un successo inaspettato. All’epoca della sua uscita (qui la recensione), avvenuta ormai dieci anni fa, nessuno poteva aspettarsi che il gioco avrebbe continuato a vivere per un tempo così lungo. Per rendere un’idea dell’entità di questo lasso di tempo, il gioco uscì su PlayStation 3, Xbox 360 e PC, ed arrivò sulle console di ottava generazione solo con una riedizione successiva.

E non era ancora l’epoca dei GaaS: il titolo nasceva come un classico titolo “premium”, come spesso li chiamano oggi i publisher, ed il supporto che ha ricevuto è dovuto solamente al grandissimo affetto della sua community, che ha continuato a giocarlo per tutti questi anni.

Per questo, Payday 3 non ha un compito facile. Il gioco, disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, dovrà infatti riuscire a convincere chi se n’è andato a tornare, e chi invece giocare ancora al suo predecessore a passare a questa nuova iterazione.

Il successo non è affatto garantito, basti pensare ai numerosi sequel di titoli focalizzati sul multiplayer che non sono riusciti a mantenere la fanbase nel corso degli anni. Starbreeze, però, sembra fare le cose sul serio, e fin dall’inizio l’obiettivo è stato chiaro: far capire che Payday è tornato e che non ci sono alternative migliori per vivere l’esperienza della vita criminale.

Scopriamo com’è andata.

La gang torna in azione

La storia di Payday 3 è ambientata dopo le vicende di Payday 2, e vede il ritorno del cast del primo episodio, insieme ad un volto del secondo capitolo (Joy) e ad un nuovo arrivo (Pearl).

Questa volta le vicende sono ambientate a New York, che a detta degli sviluppatori è stata scelta per simboleggiare la patria del capitalismo occidentale. La gang deve confrontarsi con qualcuno che sta dando loro la caccia e con un mondo del crimine in evoluzione, che comincia ad avere i primi contatti con misure di sicurezza avanzate e con le criptovalute.

Come per gli altri episodi, la storia è presente solo per fare da collante tra le diverse missioni. Viene presentata attraverso delle immagini in sequenza, con il solo doppiaggio a dare loro vita (e nella nostra prova neanche si sentiva, probabilmente per via di un bug, ndr). La cosa non ci stupisce: la trama non è mai stato un focus per la serie e non ci saremmo aspettati qualcosa di diverso per Payday 3.

In compenso, il gioco riesce comunque a regalare dei momenti splendidamente no-sense, come la presenza di Ice-T, rapper americano celebre, tra le altre cose, per il suo longevo ruolo in Law & Order: Unità Vittime Speciali.

Se sulla storia c’è davvero poco da dire, il discorso cambia per il comparto tecnico. Il salto di qualità rispetto al predecessore è evidente: il gioco gira su Unreal Engine 4, e attraverso futuri aggiornamenti passerà ad Unreal Engine 5. Detto questo, però, è anche chiaro che non siamo di fronte ad un gioco ad alto budget.

In generale, Payday 3 potrebbe passare per un titolo della scorsa generazione, con qualche magagna in più, come nelle animazioni talvolta legnose dei personaggi o nei dettagli di alcuni oggetti e location in bassa risoluzione. Inoltre, mantiene intatta la tradizione della serie di un lancio pieno di bug.

Abbiamo svolto la nostra prova su PlayStation 5 (la trovate su Amazon), e abbiamo notato numerosi bug nel corso delle partite. A volte capita di vedere un personaggio bloccarsi in un loop, o diventare semplicemente irraggiungibile per i nostri colpi. Ma la cosa che più stranisce è vedere bug presenti anche nel menù principale.

In alcune occasioni, abbiamo riscontrato anche l'incapacità del matchmaking di trovare partire, che è forse stato il problema più fastidioso di questi primi giorni di lancio (e che perdura anche in questo momento, tanto che il gioco sta venendo bombardato da recensioni negative Steam, proprio in virtù dei server non eccellenti e del matchmaking da rivedere).

Vi abbiamo già accennato alla mancanza di qualsiasi suono nei filmati, ma ci è capitato anche di vedere box di testo svuotarsi o riempirsi solamente di testo placeholder, mentre altre volte il menù semplicemente si rifiutava di funzionare.

Insomma, è evidente che Payday 3 avrebbe avuto bisogno di qualche altro mese di sviluppo, quantomeno per limare tutti questi problemi che, per quanto non rovinino l’esperienza, danno comunque una fastidiosa sensazione di gioco non finito.

Ottimo invece il lavoro sul comparto audio, soprattutto sulle tracce che fanno da sfondo ai crimini. Come da tradizione per la serie, la colonna sonora inizia a picchiare duro dopo essere stati scoperti, per sottolineare l’adrenalina dei combattimenti, e contribuisce come poche cose a donare epicità ai colpi della gang.

La base dell’evoluzione

Veniamo quindi al gameplay di Payday 3 (che potete trovare su Amazon): il feeling rimane praticamente lo stesso del predecessore. Se avete familiarità con Payday 2 (o con qualsiasi FPS, a dire il vero), vi sentirete immediatamente a casa.

Tra i miglioramenti, abbiamo notato una maggiore fluidità del movimento, che adesso è stato reso più dinamico anche dalla possibilità di utilizzare mosse come la scivolata. Anche il feeling delle armi ha ricevuto un aggiornamento: adesso è molto più soddisfacente la resa delle diverse bocche di fuoco, pad alla mano.

Nella struttura delle missioni il gioco riprende, è chiaro, le basi dei primi due capitoli. In ciascuna delle missioni disponibili dovremo portare a termine un obiettivo principale, che solitamente prevede il furto di qualche tipo di oggetto da caricare sul classico mezzo di fuga della banda.

È interessante come le missioni abbiano un alto replay value, poiché permettono di optare per approcci molto diversi tra loro.
Ovviamente, ogni missione prevede anche una sequenza di obiettivi secondari, che possono andare ad arricchire il bottino complessivo del colpo, che potremo reinvestire sullo sviluppo del nostro inventario (ma ci arriveremo dopo).

Parlando delle missioni disponibili, attualmente sono otto, e sono tutte piuttosto varie in quanto ad obiettivi, location e strategie di approccio. Se è vero che Payday 3 ha mantenuto la struttura delle missioni intatta, è anche vero che sono state notevolmente ampliate le possibilità di gioco.

Ad esempio, sono state approfondite le fasi preparatorie del colpo, quelle dove i criminali non hanno ancora indossato la maschera e non sono quindi ancora riconoscibili come minacce. In queste fasi potremo adesso perlustrare tutto (o quasi) il perimetro della missione, per pianificare al meglio il nostro piano d’azione.

In queste fasi, inoltre, le guardie e le forze dell’ordine non cominceranno immediatamente a spararci se saremo trovati in una zona privata, ma saremo solamente scortati all’esterno. Questo, ovviamente, può essere sfruttato a nostro vantaggio, utilizzando la distrazione della guardia per far sgattaiolare nella zona riservata un altro membro della gang.

In generale, queste aggiunte rendono molto più fattibile giocare le missioni in modalità stealth, qualcosa che soltanto i veterani potevano sperare di riuscire a fare in precedenza. In Payday 3, invece, è quasi sempre chiaro che ci sono dei modi per completare la missione senza mai essere scoperti; si tratta soltanto di avere pazienza ed astuzia.

A riprova di questo, in alcune missioni il modo in cui dovrete arrivare all’obiettivo principale cambierà quando verrete scoperti. Ad esempio, nella prima missione, la classica rapina in banca, se verrete scoperti dovrete fondere il pavimento del primo piano per accedere al caveau; ma se nessuno si accorgerà di voi potrete aprirvi la strada in un altro modo, che non vi riveleremo qui.

In questo modo, le missioni in un certo senso raddoppiano, perché ci sono quasi sempre almeno due strade percorribili, molto diverse tra loro.

Un’altra aggiunta è costituita dalla fase di negoziazione, in cui potrete decidere di scambiare ostaggi per oggetti di cura, rifornimenti o, soprattutto, tempo. Apparentemente può sembrare una modifica da poco, ma questa fase non solo permette di prendere respiro tra un’ondata di nemici e l’altra, poiché aggiunge anche un ulteriore pizzico di strategia. Dovrete infatti decidere se e quanti ostaggi tenere, se preferite usarli come scudo o se preferite liberarli in cambio di qualcosa, e così via.

Più in generale, tutte le missioni presenti sembrano più ampie, con un level design più ingegnoso che si presta ad essere approcciato con molte strategie differenti, e questo le aiuta ad essere altamente rigiocabili, perché ogni volta il feeling sarà diverso in base a come decideremo di agire. Questo, senza considerare il livello di difficoltà, che potrete decidere di alzare nei tentativi successivi.

Ciò detto, è anche vero che le missioni sono solo otto. È chiaro che il gioco non può ancora contare su tutti gli anni di supporto ricevuti dal predecessore, ma passare dal pacchetto completo di Payday 2 alla rosa ristretta di Payday 3 lascia un po’ l’amaro in bocca.

Anche qui, rimane la sensazione che il gioco avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo in più, per uscire con un numero di contenuti più consono a quello che rimane comunque un titolo “premium”.

Certo, sappiamo benissimo che altre missioni arriveranno in futuro, ma al momento viene comunque chiesto ai giocatori di fare un salto nel vuoto non indifferente, perché le missioni, per quanto rigiocabili, le avrete viste tutte nel giro di quattro o cinque ore.

I contenuti al lancio sono tuttavia davvero pochi, forse troppo pochi per il palato di chi arriva dall'abbondanza che negli anni Payday 2 ha saputo offrire.
Ovviamente, ad aggiungere longevità non c’è solamente la rigiocabilità delle missioni, ma anche la componente ruolistica del titolo. Dopo ogni missione, potrete reinvestire il vostro bottino in molti modi: personalizzazione estetica, nuove armi, upgrade per le armi esistenti, nuove abilità e miglioramenti per quelle che già avete. Payday 3 vi permetterà di costruire la vostra build ideale per le rapine, e potrete anche avere più di un loadout disponibile, in modo da poterlo selezionare rapidamente in caso di bisogno.

In generale, l’interfaccia è stata notevolmente rivista, e adesso il processo di miglioramento del personaggio risulta molto più intuitivo e semplice. Mancano attualmente alcune possibilità di personalizzazione avanzata, e questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni veterani, ma in generale pensiamo che Payday 3 sia un grosso passo in avanti sotto questo punto di vista.

In conclusione, il tempo che abbiamo passato con Payday 3 ci ha lasciato con delle sensazioni positive, ma anche con qualche rammarico. Da una parte, il gioco riesce tranquillamente a giustificare la sua esistenza, migliorando il predecessore sotto ogni profilo: non ci sarà un momento in cui penserete che questo sarebbe potuto essere “soltanto un DLC” per Payday 2.

D’altro canto, però, la scarsità di contenuti ed i numerosi bug che affliggono l’esperienza danno l’idea di un titolo che non era ancora pronto ad uscire, che avrebbe davvero giovato di qualche mese di sviluppo in più. Si tratta di problemi che potranno essere risolti con il supporto a lungo termine, dunque siamo piuttosto fiduciosi per il futuro del gioco; al contempo, però, noi possiamo valutare solamente quello che è concretamente presente al lancio, e non le buone intenzioni di sviluppatori e publisher.

Ed è un peccato, perché con un po’ di lavoro in più fin dal lancio il gioco avrebbe potuto aspirare ad una valutazione più alta e un'accoglienza più calda.

Voto Recensione di Payday 3 | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Migliora il predecessore sotto ogni aspetto

  • Formula ampliata e ancora più divertente

Contro

  • Numerosi bug e glitch al lancio

  • Attualmente i contenuti scarseggiano

Commento

Payday 3 fa quello che ogni sequel ambisce a fare: migliora il predecessore sotto ogni aspetto. Abbiamo un salto di qualità a livello tecnico, un miglioramento del gameplay di base, missioni più stratificate ed appassionanti. Fin da subito è chiaro perché il giocatore dovrebbe abbandonare Payday 2 per passare a questo terzo episodio. D'altro canto, però, al lancio stiamo riscontrando numerosi bug e glitch, che pur non incidendo profondamente sull'esperienza danno l'idea di un titolo che avrebbe giovato di qualche mese di sviluppo in più e a cui manca una buona dose di rifiniture. Quest'idea viene rafforzata anche dalla mancanza di contenuti: otto missioni, per quanto altamente rigiocabili, sono poche, soprattutto dopo la ricchezza del pacchetto offerto dal predecessore. Ci auguriamo che gli sviluppatori riescano a migliorare presto la situazione con degli aggiornamenti, perché l'eredità di Payday 2 non è leggerissima e per raccoglierla sarebbe servito senz'altro un primo passo più deciso di questo.
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