Immagine di Mega Man Battle Network Legacy Collection | Recensione  - Un pacchetto ricchissimo
Recensione

Mega Man Battle Network Legacy Collection | Recensione - Un pacchetto ricchissimo

Dal Game Boy Advance con furore!

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Mega Man Battle Network Legacy Collection
Mega Man Battle Network Legacy Collection
  • Sviluppatore: Capcom
  • Produttore: Capcom
  • Distributore: Capcom
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo , Strategico
  • Data di uscita: 14 aprile 2023

L'opera magna di recupero di tutte le sue proprietà intellettuali di successo portata avanti da una Capcom in grande spolvero non si ferma al brand Resident Evil, a quanto pare.

Abbiamo infatti passato le ultime settimane in compagnia di Mega Man Battle Network Legacy Collection, raccolta di tutti gli spin-off strategico/ruolistici della serie Mega Man, originariamente pubblicati su Game Boy Advance.

Come sempre facciamo, abbiamo seguito con interesse questa compilation perché le premesse erano positive: adesso è il momento di vedere se si sono tradotte in un cofanetto meritevole, tanto per i nostalgici quanto per le nuove leve.

Sei per uno e un po' di confusione

Nel tentativo di offrire al pubblico le più ampie possibilità di acquisto, Capcom potrebbe aver creato un pizzico di confusione per quanto concerne il modello di vendita, che andremo qui a dissipare: sullo store Nintendo sono disponibili tre versioni della Mega Man Battle Network Legacy Collection, due delle quali acquistabili al costo di poco meno di quaranta euro ed una che invece ne costa sessanta.

Le prime due, ribattezzate rispettivamente Volume 1 e Volume 2, contengono tre giochi l'una, in ordine cronologico: il Volume 1 contiene il primo episodio, il secondo e la doppia versione del terzo (Blue e White), quando il franchise, prendendo le mosse dai Pokémon, iniziò a veder pubblicato ogni nuovo capitolo in doppia versione, con differenze minime tra le due.

Il Volume 2 comprende invece gli episodi dal quarto al sesto, pubblicati tutti in duplice versione (Red Sun e Blue Moon per il quarto, Team Protoman e Team Colonel per il quinto, e Cybeast Gregar e Cybeast Galgar per il sesto) – e quindi, all'apparenza, a parità di prezzo la seconda raccolta potrebbe sembrare più allettante.

Nella realtà dei fatti, possiamo rassicurare i nostri lettori sul fatto che la quantità di contenuti sia grossomodo la medesima per entrambi i pacchetti, con il solo primo episodio del franchise leggermente più breve degli altri, che si assestano altrimenti tra le venti e le trenta ore circa ciascuno.

Basta quindi un rapido calcolo per accorgersi di quanto il rapporto tra la quantità di contenuti offerti ed il prezzo richiesto sia enormemente sbilanciato a favore dell'utenza, che con meno di sessanta euro al lancio si porta a casa tra le settanta e le novanta ore di gioco, a seconda della voglia di cimentarsi nei contenuti opzionali e negli endgame dei vari episodi.

Nonostante il modello di vendita non immediatamente chiaro, plaudiamo alla scelta di Capcom di offrire la possibilità di acquistare solo metà della collezione ad un prezzo ribassato, cosicché gli indecisi possano muovere i loro primi passi nel mondo di Mega Man Battle Network senza sborsare l'intero importo del pacchetto completo, che rimane comunque l'opzione di gran lunga più conveniente per chi conoscesse già i titoli e non vedesse l'ora di cimentarsi in una seconda run.

Dissipati dubbi ed incertezze, una breve infarinatura sulla traccia narrativa dei sei titoli compresi in questa raccolta: ambientati nel futuro prossimo (nel gioco il 200X, quindi una data che oggigiorno abbiamo ipoteticamente già sorpassato da un pezzo), i giochi ruotano tutti attorno ad internet, all'epoca della prima pubblicazione in una fase quasi embrionale rispetto ad oggi.

Lan Hikari, e il suo avatar MegaMan.EXE, si ergono a paladini della giustizia in un mondo virtuale in cui non esistono regole, quasi come nella frontiera del Selvaggio West di qualche secolo fa: i toni da cartone animato del sabato mattina lasciano spazio, in qualche frangente, ad alcuni dei topoi tipici dei manga di crescita giapponesi (non a caso da questa serie scaturirono anche un anime ed un manga, per l'appunto).

La vita quotidiana di un giovane adolescente, la scuola, le amicizie, niente che non si sia già visto in qualsiasi JRPG coming of age – eppure, soprattutto per un pubblico giovane, le singole storie funzionano piuttosto bene, nonostante si somiglino un po' tutte tra loro, come d'altronde le dinamiche di gioco stesse dei titoli.

Giocati con occhi disillusi, dopo oltre vent'anni in cui la narrazione nel medium videoludico ha raggiunto picchi impensabili all'epoca, gli intrecci dei vari giochi fanno quasi tenerezza, ma, nel complesso, sono apprezzabili tanto lo sforzo in termini di world building quanto di coerenza narrativa di episodio in episodio.

Un po' meno apprezzabile, anche perché potrebbe tagliar fuori una fetta di pubblico, è invece l'assenza della sottotitolazione nella nostra lingua, con l'inglese come unica opzione per quanti non mastichino il giapponese.

Cambio di scenario

Le fasi di gioco mescolano esplorazione con visuale a tre quarti e battaglie tattiche, una ricetta peculiare per l'epoca e ancora di più se pensiamo al gameplay dei titoli della serie principale, verso i quali comunque non mancano una manciata di richiami qua e là: ognuno dei dungeon esplorati, ad esempio, ha un tema proprio come gli stage dei Mega Man classici, anche se qui manca la possibilità di affrontarli nell'ordine preferito, visto che la progressione è assai più controllata e legata alla questline principale.

I combattimenti sono purtroppo casuali e, soprattutto nei primi titoli, la loro frequenza potrebbe risultare fastidiosa per i giocatori più giovani, disabituati a questa meccanica.

Una volta ingaggiato un gruppo di nemici, si viene trasportati su una griglia sei per tre, divisa in due lati, quello sinistro, di colore blu, per il nostro personaggio e quello destro, di colore rosso, per gli avversari di turno.

Per agire è necessario selezionare uno o più dei cinque chip pescati (per turno) da un mazzo appositamente preparato di trenta totali, anche se poi il giocatore può (e deve!) spostarsi in tempo reale sulla griglia per evitare gli attacchi dei nemici ed allineare correttamente i suoi.

Come spesso accade, il sistema è assai più complicato da spiegare che da giocare e, dopo qualche combattimento di pratica, si riuscirà immediatamente a padroneggiare una struttura di gameplay sulla carta piuttosto semplice, ma che non manca di qualche finezza, soprattutto a partire dal terzo capitolo della serie – il primo bipartito sulla scia dei giochi dedicati ai Pokémon e, ancora oggi, uno dei preferiti dalla fanbase.

Come già evidenziarono le recensioni dell'epoca, e com'è in parte vero anche per la serie di Game Freaks a cui palesemente Capcom si è ispirata, la somiglianza tra i sei titoli, usciti nel breve volgere di un lustro, è molto accentuata – e, complice la discreta durata di ogni episodio, il consiglio è di giocarli inframezzati da altri giochi, così da non soffrire prematuramente di una sorta di sindrome da burn-out.

Più quantità che qualità, ma non in senso dispregiativo

Non abbiamo avuto modo di testare il gioco se non nella versione Switch (la trovate su Amazon), ma presumiamo, vista la resa dei titoli in modalità televisiva, che, nonostante i filtri aggiunti per ammorbidire i contorni ed i pixel originali, sia proprio il piccolo schermo della macchina ibrida Nintendo quello ideale per giocare a questi titoli, originariamente partoriti per un hardware portatile, dopotutto.

La riproposizione dei comparti tecnici originali, opportunamente upscalati per non sfigurare troppo sugli schermi moderni, rende giustizia solo in parte al lavoro svolto all'epoca dai grafici di Capcom, che fecero miracoli su una console assai limitata qual era Game Boy Advance, con il risultato che oggi nessuno dei giochi brilla particolarmente, sebbene gli ultimi tre pubblicati rimangano quelli più rifiniti e maturi in termini di presentazione.

Se, ovviamente, le funzioni toylink originali viste su Game Boy Advance non sono supportate, lo è invece il gioco online, che non abbiamo potuto provare prima del lancio ufficiale del gioco ma che promette di essere una delle feature più interessanti di questa ripubblicazione, con tanto di sistema di scambio dei chip con gli amici ed altri utenti in rete, per formare il mazzo perfetto.

Considerando le dimensioni dei download contemporanei, pensare che Capcom sia riuscita a racchiudere una decina di giochi (sei più le loro varianti, come spiegato in apertura di pezzo, ma tant'è) e tanto divertimento in poco più di 2 GB complessivi non può che far sorridere e far tornare i meno giovani (non senza una lacrimuccia) ai tempi della gloriosa console portatile di Nintendo, riportata sulla cresta dell'onda anche dai prossimi remake dei primi due episodi del franchise Advance Wars.

Non mancano aggiunte legate all'aspetto collezionistico: una corposa raccolta di bozzetti preparatori ed immagini perlopiù inedite, l'opzione Booster MAX, che altro non è che un livello di sfida considerevolmente più basso per tutti i giocatori meno capaci (o più giovani), e, per chiudere, una galleria delle musiche e tutte e quattrocento le card esclusive al territorio giapponese, che possono essere scansionate in un apposito menu.

Non siamo dalle parti della migliore collezione proposta su Switch, insomma, (quelle confezionate da M2 rimangono ancora su un altro livello) ma la quantità di contenuti e di extra per i fan non possono che lasciare soddisfatti.

Versione recensita: Nintendo Switch

Voto Recensione di Mega Man Battle Network Legacy Collection - Recensione


7.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Meccaniche di gioco ancora divertenti

  • Sistema di combattimento ancora unico nel suo genere

  • Difficoltà scalabile, ad includere neofiti e veterani

  • Una pletora di contenuti

Contro

  • Presentazione datata

  • Manca un selettore per la frequenza degli scontri casuali

  • I giochi si somigliano fin troppo tra loro

Commento

Non possiamo che raccomandare l'ennesima raccolta firmata Capcom, anche se stavolta non senza qualche asterisco: da amanti del robottino blu e dei giochi di ruolo in generale, abbiamo avvertito una certa stanchezza nel giocare i titoli l'uno di seguito all'altro, a causa dell'eccessiva somiglianza che li accomuna. La modalità ideale per fruire di questi sei giochi, allora, è non solo sullo schermo di Switch in modalità portatile – così da accorgersi meno dei vent'anni intercorsi dalla prima pubblicazione – ma anche inframezzando ad essi anche altri titoli, così da diluire l'esperienza e godersene di più i lati migliori; lati migliori che, come all'epoca del debutto, risiedono nel combat system e nella riuscita commistione di diversi generi videoludici. Se ricordate con piacere i pomeriggi passati con uno dei titoli, insomma, è molto probabile che vi piacciano anche gli altri, e che quindi questa raccolta possa rappresentare un punto d'incontro ben riuscito tra conservazione e nostalgia.
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