-
Pro
- Come sempre, ottima tracklist e coreografie.
- La tecnologia di tracciamento della fotocamera è migliorata.
-
Contro
- Nessuna novità sostanziale.
- Prezzo pieno che ormai non giustifica solo il pacchetto di canzoni.
Il Verdetto di SpazioGames
Ci sono certezze incrollabili nel calendario videoludico. Come la caduta delle foglie in autunno, ogni anno porta con sé un nuovo EA Sports FC, un nuovo Call of Duty e, da ben sedici anni a questa parte, un nuovo Just Dance.
La creatura di Ubisoft è diventata un'istituzione, il pilastro indiscusso del party game a base di movimento, un fenomeno capace di attraversare generazioni di console e di far ballare milioni di persone nei salotti di tutto il mondo. È un appuntamento fisso, un rituale. Ma cosa succede quando il rituale perde la sua magia e diventa pura, pigra routine?
Just Dance 2026 Edition arriva sugli scaffali (virtuali e non) portando con sé questa domanda pesante come un macigno. Dopo oltre un decennio e mezzo di evoluzioni, di esperimenti e di successi, la serie sembra essere entrata in una fase di stagnazione preoccupante che va avanti ormai da diversi anni. Non si tratta più di innovare, e a quanto pare neanche di aggiungere, ma semplicemente di mantenere.
ùQuella che ci troviamo di fronte non è, così come è stato negli ultimi anni, una nuova edizione nel senso tradizionale del termine, bensì il sintomo di una serie che ha smarrito la propria identità, adagiandosi su un modello di business che confonde pericolosamente un aggiornamento annuale con un pacchetto di contenuti venduto a prezzo pieno.
L'identità confusa
Il problema fondamentale di Just Dance 2026 è concettuale. Esattamente come i suoi predecessori, questo "nuovo" capitolo non è un software a sé stante. Se possedete già Just Dance 2025 (o persino il 2024 o il 2023), non vedrete apparire una nuova icona fiammante nella vostra libreria. L'icona esistente verrà semplicemente aggiornata, come se aveste scaricato una patch o, più accuratamente, un DLC. Il gioco è diventato un "hub", un contenitore unico che Ubisoft intende aggiornare anno dopo anno.
In linea di principio, l'idea di un "Game as a Service" per Just Dance è eccellente. Un'unica piattaforma che cresce nel tempo, con nuove canzoni, nuove modalità e un supporto costante. Il problema è che Ubisoft sembra aver adottato solo la parte comoda di questo modello – quella che permette di riutilizzare la stessa identica infrastruttura – dimenticandosi di fornire il "servizio".
Tutto è identico all'anno scorso. I menu, l'interfaccia utente, il sistema di punteggio. Non c'è un singolo cambiamento strutturale, non una rifinitura, è lo stesso gioco. Questo approccio crea un paradosso doloroso per i fan storici: la progressione. Il livello del giocatore, faticosamente portato magari fino al cap massimo di 50 nel corso dell'ultimo anno, viene mantenuto.
Non c'è reset stagionale, non ci sono livelli "prestigio", non c'è un nuovo percorso di sblocco. Per chi ha già "finito" il gioco, l'incentivo a giocare, al di là della pura passione per il ballo, è letteralmente zero. È una decisione di design che punisce la fedeltà, un controsenso per un titolo che dovrebbe vivere di engagement continuo.
La sola "novità" dell'anno? La Modalità Party, dove fino a 6 giocatori possono immergersi in delle sfide che prevedono una sequenza di porzioni di brani casuali, in cui vengono inseriti dei malus come nascondere la preview delle mosse o certe azioni da eseguire. Una novità rivoluzionaria od originale? No. Divertente da provare un paio di volte con gli amici? Sicuramente sì, soprattutto per i più piccoli.
L'unico motore
L'unica, vera novità che dovrebbe giustificare l'esborso è, come da tradizione, la nuova tracklist. Una quarantina di brani inediti che, bisogna ammetterlo, svolgono il loro lavoro con la consueta perizia. In particolar modo, la selezione del 2026 è un'ottima miscela di generi ed epoche, pensata per accontentare un po' tutti nel salotto e include coreografie di grande qualità.
Si spazia da vere e proprie leggende, come "Girls Just Want to Have Fun" di Cyndi Lauper, a successi pop immortali come "All Star" degli Smash Mouth passando per hit più recenti come "APT." di ROSÉ e Bruno Mars e ben due brani di Lady Gaga. Come sempre, non mancano la dose massiccia di K-Pop, ormai un pilastro della serie, e le canzoni dedicate ai più piccoli, tra cui spicca una mappa dedicata al cartone animato Bluey.
E qui torniamo al dilemma del valore. Questa tracklist, per quanto solida, vale il prezzo di un gioco nuovo? La risposta è, molto probabilmente, no. Si ha la sgradevole sensazione di pagare il biglietto d'ingresso per un parco divertimenti di cui si possiede già l'abbonamento, solo per accedere a una nuova giostra.
Just Dance 2026, a livello puramente artistico, prosegue il lavoro degli ultimi anni, con il team creativo di Ubisoft che continua a dimostrare un talento e una passione invidiabili. Le coreografie sono varie, spesso complesse e divertenti. I costumi dei "coach" sono incredibilmente dettagliati, colorati e fantasiosi, e le scenografie digitali che fanno da sfondo sono piccole opere d'arte dinamiche.
Anche in questo caso, non ci sono però netti miglioramenti rispetto agli anni scorsi, giacché è probabile che siano stati usati semplicemente gli asset dei capitoli precedenti, in un lavoro che, ancora una volta, è pigro e senza alcuna rivoluzione.
La timida innovazione tecnica è l'espansione della funzionalità di tracciamento via fotocamera. Introdotta l'anno scorso, ora permette di usare in modo più affidabile la fotocamera del proprio smartphone per tracciare i movimenti del corpo, replicando (in teoria) la magia del defunto Kinect o della PlayStation Camera.
Mentre questa idea è lodevole, essendo tentativo di aumentare la precisione del punteggio senza hardware dedicato, in pratica, però, è un incubo logistico: chi non possiede un treppiedi o un mobile posizionato all'altezza perfetta si ritroverà a improvvisare pile di libri per posizionare il telefono all'altezza e all'angolazione giuste sopra o sotto la TV. È una barriera all'ingresso che cozza terribilmente con la filosofia "prendi e gioca" che ha sempre definito Just Dance.
Quanto andremo avanti?
Insomma, Just Dance 2026 Edition è un prodotto frustrante. È un paradosso vivente: rimane, senza alcun dubbio, il miglior gioco di ballo sul mercato, ma solo perché è anche l'unico. Il team artistico lavora splendidamente, ma è tradito da una strategia commerciale che rasenta la pigrizia.
Ci si aspettava un'evoluzione, il ritorno di modalità amate come i mash-up o il World Dance Floor; si è ricevuto, invece, ancora una volta un pacchetto di canzoni venduto al prezzo di un gioco completo.
Ubisoft sembra non avere più intenzione di investire in questa serie, limitandosi a mantenerla in vita con il minimo sforzo indispensabile, spremendo la fedeltà dei fan. Il re del ballo è stanco e, quest'anno, si è limitato a ballare sul posto. Non resta che sperare, ancora una volta, che il 2027 porti un vero, coraggioso cambio di musica.