Gunbrella | Recensione - Vendetta a ombrellate
Gunbrella è un curioso action platform focalizzato sui combattimenti che sfrutta una curiosa arma a forma di... ombrello. Vediamo la recensione!
a cura di Marino Puntorieri
Redattore
In sintesi
- Un action-adventure a tinte noir sorprendentemente curato
- La narrazione è articolata su numerosi dialoghi folli, in pieno stile Devolver Digital
- Le fasi platform dimostrano però troppo poco coraggio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Doinksoft
- Produttore: Devolver Digital
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: PC , SWITCH
- Generi: Platform , Azione
- Data di uscita: 13 settembre 2023
Chi dice che un gioco debba per forza stravolgere il proprio gameplay rispetto al genere di riferimento per convincere il pubblico? A volte basta semplicemente perseverare su un sentiero già battuto e proporre qualcosa che possa anche sapere di “già visto”, aggiungendo in parallelo tanti piccoli elementi in grado di impreziosire l’esperienza generale senza allontanarsi dalla propria comfort zone.
Il recente Gunbrella realizzato dal team di Doinksoft, supportato da Devolver Digital, rientra proprio in questa categoria, rappresentando – né più né meno – una buona esperienza da action-platform a tinte noir. Il tutto, tra sparatorie e schivate dell’ultimo secondo in scenari bidimensionali che fanno della pixel art una solida colonna portante.
Abbiamo recensito la versione definitiva di Gunbrella su Nintendo Switch, approfondendo la conoscenza con quella che è probabilmente – almeno in riferimento alla versatilità della console portatile di Nintendo – la piattaforma più azzeccata, per questa tipologia di esperienza.
Un indie apparentemente piccolo nella forma, ma dal grande carisma nella sostanza, in linea con lo stile dei lavori che da tempo contraddistingue l'etichetta Devolver Digital.
Violenza in pixel
La storia di Gunbrella si focalizza sulla brama di vendetta di un (apparentemente) mite boscaiolo, in cerca del misterioso colpevole che ha trucidato brutalmente la famiglia in casa durante una sua breve assenza. In un mix feroce di sangue e rabbia per la cruenta scoperta, però, il protagonista trova l’arma del delitto, un misterioso fucile a forma di ombrello – chiamato appunto Gunbrella – da utilizzare per farsi strada tra i vari pericoli che caratterizzano ogni angolo del curioso e irriverente mondo realizzato da Doinksoft.
La storia di vendetta, in realtà, non è poi così banale e nasconde, fin dai primi istanti di gioco, un certo impegno da parte della software house per inserire dialoghi e situazioni sopra le righe, quasi a smorzare i toni cupi del violento racconto tra gag e folli sbeffeggiamenti.
Un risultato figlio della scelta di aggiungere personaggi, fazioni e un discreto numero di misteri che oscillano dal noir (più marcato) al punk, passando per alcuni cenni lovecraftiani – ma senza mai dimenticare le giuste dosi di genuino black humor – racchiusi in uno stile genuinamente di impatto.
Un mix, in sostanza, decisamente riuscito grazie a numerosi dialoghi più e meno secondari che incanalano tutta l’irriverenza e la personalità – che a volte è semplice follia, va detto – che da sempre caratterizza le produzioni che passano sotto la mano di Devolver Digital.
Non mancano alcune sfide secondarie, ovviamente, così come piccoli segreti da scovare legati a bonus e risorse di ogni sorta. Tuttavia, nelle varie aree che attraverseremo fino ai titoli di coda ci verranno proposti obiettivi primari sempre chiari, facilmente raggiungibili anche senza la presenza di una mappa effettivamente consultabile.
Una scelta che, proprio per l’effettiva semplificazione del design delle varie aree, smaschera l’apparente velo da puro metroidvania dopo pochi minuti di gioco e lascia spazio a un action platform molto più lineare e focalizzato sui combattimenti, sia contro nemici più classici e numerosi sia con differenti boss fight più articolate.
A supportato della narrazione, inoltre, rimane impossibile non apprezzare la direzione artistica di Gunbrella, merito dell’utilizzo della pixel art con differenti tipologie di filtri a seconda dell’area attraversata, accompagnate da un sound design che pone bene l'accento sul coinvolgimento su schermo.
Spara, salta, para, ripeti
Come anticipato, il gameplay di Gunbrella mostra solo in superficie la struttura tipica dei metroidvania come riferimento, rivelandosi a conti fatti un classico action platform molto più conservativo di quanto avessimo potuto ipotizzare.
Non che questo debba essere considerato un male, sia chiaro, e anzi – al netto di alcuni picchi di frustrazione improvvisa in alcune sessioni – lascia piacevolmente più respiro ai vari personaggi e alle loro avventure, che ci vedono coinvolti in parallelo alla nostra ricerca di vendetta.
Dietro tante piccole e piacevoli idee legate all’utilizzo dell’ombrello, per sparatorie e spostamenti, si cela una struttura che – per quanto si riveli azzeccata – non riesce però mai a sprigionare quell’effetto "wow" davanti allo schermo, risultando “solo” di buona fattura.
Nello specifico, è possibile aprire l’ombrello per parare proiettili e rispedirli al mittente con le giuste tempistiche e la pressione di un semplice grilletto, così come appendersi ai muri o puntare sui salti, sfruttando maggiormente la verticalità delle varie aree. La sensazione in questi frangenti è che il team non abbia voluto rischiare più di tanto con il design: un peccato, considerando il potenziale della formula proposta per realizzare sfide ben più impegnative e spettacolari.
Si tratta di opzioni che funzionano meglio durante i combattimenti, in sostanza, rispetto alle classiche sezioni puramente platform. In questi casi avremmo preferito una maggiore varietà di elementi in grado di riuscire a metterci alla prova, dal momento che alcuni momenti platforming danno più la sensazione di essere un riempitivo tra gli scontri con i nemici.
Non manca nemmeno la possibilità di sfruttare alcuni piccoli potenziamenti per l’arma o il nostro protagonista, necessari per prepararsi al meglio contro nemici ostili e che non bisogna sottovalutare, soprattutto alla difficoltà più alta. Anche in questo caso, comunque, avremmo preferito qualche opzione di potenziamento maggiore – il che riporta a galla quella sensazione per cui sembra che ci sia sia focalizzati in modo sbilanciato su alcune feature, relegandone altre a un mero ruolo di contorno.
Piccola nota di apprezzamento, invece, per le boss fight, presenti in buon numero e con una buona varietà, in grado di mettere in risalto gli stessi pregi già evidenziati per i combattimenti più tradizionali. Non tutte sono riuscite ad emozionarci in egual misura, bisogna ribadirlo, ma nella maggior parte dei casi il proporre situazioni da “Davide contro Golia”, con la necessità di difenderci dall’attacco di spaventose creature ben più grosse di noi, si traduce in una scelta epica e vincente.
Voto Recensione di Gunbrella | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Narrazione che amalgama più generi in un mix unico e coinvolgente
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Pixel art di pregevole fattura
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L’idea del fucile a forma di ombrello offre numerose opzioni durante le sparatorie...
Contro
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… ma per le fasi platform o puramente esplorative ci aspettavamo qualcosa di più
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A volte le sparatorie rischiano di risultare frustranti